Saranno famose cantando in coro

L'avventura delle giovani protagoniste del musical per teenager "Voices"
Marisa Marzelli
07.06.2013 23:59

Voices è il classico prodotto costruito per un pubblico giovanile: teen-comedy di ambientazione universitaria, con tanta musica pop, una trama da talent show che ruota attorno alla competizione tra squadre (qui di canto a cappella), comicità irriverente ai confini dello scurrile ma buoni sentimenti di fondo. La miscela ha funzionato alla grande. Costato 17 milioni di dollari, il film ne ha incassati oltre cento ed ha generato anche un boom discografico. Il sequel è già annunciato per il 2015.La novità di Voices sta nelle esibizioni canore, senza accompagnamento strumentale, di cover di più o meno celebri brani e nel talento di tutti i giovani interpreti. Anna Kendrick, matricola al college dove pensa di restare poco perché vuole diventare dj a Los Angeles, si aggrega alle Bellas, un coro a cappella tutto al femminile guidato dalla tradizionalista e maniaca del controllo Anna Camp. Antagonista della compagine femminile è quella maschile dei Ritmonelli; i due gruppi si contenderanno la vittoria al campionato nazionale di cori di college, al Lincoln Center di New York. Caratteristica interessante è che sia le ragazze che i ragazzi protagonisti non sono i più popolari della scuola, sono anzi gli sfigati, i nerd. Il gruppo femminile è descritto con attenzione ai caratteri delle singole componenti ed emergono le differenti personalità. Prorompente la cicciona estroversa (Rebel Wilson, vista inLe amiche della sposa) ma anche le altre soffrono di disagi psicologici che si evidenzieranno durante lo sviluppo della trama; i contrasti si risolveranno ottimisticamente in una seduta di autoterapia. Lo sguardo fresco su adolescenti che non sono affatto i più ammirati del college ma che arrancano con autoironia dietro i propri problemi personali crea l?empatia con il pubblico adolescente. Il film però risulta inutilmente appesantito da doppi sensi, volgarità e tutto un bagaglio di goliardate ad uso del target di riferimento (col rischio di fare autogoal beccandosi il divieto ai minori di una certa età).

 

 

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