Si va alle urne, l'ora che volge, o egregi cittadini, è grave

La Nota
Elettori, domani andiamo alle urne (si andò a votare per le elezioni federali di allora, nota di 100 anni dopo). L’ora che volge, o egregi concittadini, è grave, il momento è… Scusate, ho tanto piene le orecchie di discorsi e articoli elettorali che senza accorgermene stavo improvvisandone uno per conto mio.
A proposito di discorsi, un elettore si è lagnato perchè alla vigilia delle elezioni si fanno tanti discorsi, si scrivono tante cose, si promettono al popolo mari e monti e cieli ancora, mentre passata la festa, si sparecchiano le tavole, si spengono i lumi e si chiudono i battenti.
L’elettore ha torto di lagnarsi. Ed io vorrei chiedergli, se è un commerciante, quante volte ha riempito la testa ai clienti per magnificare la bontà della sua merce e poi, conchiuso l’affare, si è intascato i quattrini e non si è più curato della merce venduta; vorrei chiedergli, se ha avuto la morosa, quante volte le ha sballate grosse alla morosa e chissà quante fanfaluche le ha raccontato, quante promesse le ha fatto. È dunque umano che il candidato alla vigilia delle elezioni racconti all’elettore tante belle storielle, e gli faccia ballare davanti agli occhi una festosa luminaria di programmi e di belle intenzioni e gli prometta la luna nel pozzo.
Pretende forse che il candidato arrivi a tal segno di ingenuità da andare nei comizi e sui giornali a dire agli elettori «Cari concittadini, datemi il voto per farmi piacere, ma vi dico subito che miracoli non se ne possono fare; può darsi che una volta eletto mi prenda una crisi di pigrizia onde tutta la mia attività potrebbe anche ridursi al riscaldamento dei banchi del Parlamento»? No, discorsi simili di un candidato, per quanto sia uomo di coscienza, non li fa e l’elettore, per quanto esigente ed incontestabile, non potrebbe spingere le sue pretese fino a imporli.
Del resto è una tradizione che risale ai tempi dell’Arca di Noè che un candidato alla vigilia delle elezioni è un uomo perfetto, laborioso, zelante, dedito giorno e notte agli oneri della sua carica, pronto a promettere anche miracoli. E non, notate bene, non per ipocrisia o per calcolo truffaldino; no, no, in piena sincerità, perchè non si deve dimenticare che ogni individuo ha la casa piena di buone intenzioni.
E se l’elettore che protesta vuole proprio cavarsi una voglia, faccia così: metta da parte tutti gli articoli e tutti i discorsi del suo candidato in questa verbosa vigilia di elezioni; dopo qualche mese dalla votazione vada a trovare il candidato che sarà allora deputato eletto e consacrato e gli metta sott’occhio tutto quello che ha detto, affermato, promesso in questi giorni, gli faccia rileggere i suoi articoli ed i suoi discorsi. Il meno che gli possa capitare è di esser mandato a farsi benedire o accompagnato alla porta con quella amorosa cura che si usa con uno il quale arrivi fresco fresco dal mondo della luna.
Gavroche
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