Cent'anni fa

Sparatoria a Paradiso nella villa dell'avvocato Riva

Le notizie del 5 dicembre 1923
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Nicola Bottani
Nicola Bottani
05.12.2023 06:00

Lugano
Il tragico tentativo di un insensato

Stamane al Paradiso si spargeva la voce di un drammatico fatto di sangue svoltosi nella casa del signor avv. Antonio Riva, consigliere agli Stati, in viale San Salvatore. Uno sconosciuto sulla trentina, vestito decentemente, dall’apparenza di forestiero, si presentava alla casa del professionista a cercare della signora. L’individuo si era già presentato ieri sera, mentre la signora era fuori di casa, e aveva parlato con la domestica. Stamattina, verso le nove e mezzo, lo sconosciuto tornava a cercare della signora. Introdotto nel salotto disse, porgendo alla signora una busta gialla: «Ho qualche cosa di interessante da mostrarle». Mentre la signora stava aprendo la busta che conteneva un numero della «Suisse», lo sconosciuto estrasse rapidamente una rivoltella e sparava un colpo contro la signora, poi volgeva rapidamente l’arma contro sè stesso e si sparava un colpo alla testa. La signora fece in tempo a scansarsi, cosicchè il proiettile le sfiorò appena il capo, producendole una lieve ferita; lo sconosciuto, invece, era rimasto mortalmente ferito. Esaminato il numero della «Suisse» che si trovava nella busta, non vi si trovò nessun indizio che potesse informare sulle cause dell’attentato.

I motivi dell’attentato
Sulle cause della improvvisa tragedia permaneva un mistero profondo: nè la signora, nè la polizia sapevano trovare una spiegazione al pazzesco gesto dello sconosciuto, da tutti ritenuto un tedesco, dall’apparenza: biondo, alto, baffi tagliati all’americana, taglio dell’abito, e per il fatto che addosso gli venne trovato addosso un biglietto ferroviario Basilea-Lugano. La spiegazione, parziale, della tragedia ci venne data dall’egregio Dr. Alfredo Vella, il quale era accorso alla villa Riva subito dopo il fatto e poi aveva avuto occasione di avvicinare il ferito all’ospedale (nota di 100 anni dopo: in precedenza, nel lungo articolo sui fatti, che oggi riproduciamo parzialmente, era stato scritto che «si sparò contro l’occhio sinistro, il proiettile uscì da quello destro, provocando l’uscita dei due bulbi oculari», mentre in conclusione si affermava che «lo stato del ferito è grave, pur non essendo disperato»; insomma, ferito sì gravemente, ma non mortalmente). Interrogato dal sanitario, disse di chiamarsi Arturo Guglielmetti, fu Battista, da Gentilino, domiciliato a Basilea. Aveva nella giacca una lettera indirizzata all’on. Procuratore Pubblico, un’altra, pure sigillata, indirizzata alla moglie, ed un biglietto, non chiuso, dal quale il dottore apprese che il Guglielmetti aveva deciso di vendicarsi della famiglia Riva per motivi ancora sconosciuti. «Non avendo trovato a Lucerna l’avv. Riva – ha scritto il Guglielmetti – ho deciso di vendicarmi sulla sua signora».

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