Eurovision 2022

«Anche ieri ho pianto, ma erano lacrime di gioia»

Marius Bear racconta le emozioni del giorno dopo la qualificazione alla finale, con una sorpresa speciale – VIDEO
Mattia Sacchi
11.05.2022 17:45

Sorride, mentre è seduto sotto un albero dello spendido giardino dei Musei Reali. «Ma ieri ho pianto, altroché!», racconta Marius Bear, il cantante svizzero che ha ribaltato i pronostici della vigilia della prima semifinale dell’Eurovision di Torino, ottenendo martedì sera la qualificazione alla finale di sabato. «Avevo accumulato così tanta tensione sia prima che dopo la mia esibizione che, appena hanno annunciato il mio nome, mi sono lasciato andare in un pianto liberatorio», spiega al Corriere del Ticino il giorno dopo al traguardo raggiunto. Un nervosismo che eppure non si è percepito, al termine di una performance davvero convincente: «In realtà ero davvero teso, dovevo stare attento a mille cose, soprattutto a mantenere la posizione giusta per permettere i giochi di luce sul mio viso.

Dettagli che hanno distolto la concentrazione dalla cura della voce e dell’interpretazione: penso quindi di non essere riuscito a dare il massimo sul palco, motivo per cui ero particolarmente agitato, ma essere arrivato in finale è un’emozione a dir poco incredibile». La prima tappa è ormai alle spalle, adesso c’è una finale a cui partecipare, con le aspettative che inevitabilmente si alzano, nella speranza che possa ripercorrere le orme di Luca Hänni, quarto all’Eurovision 2019, e Gjon’s Tears, terzo nell’edizione dello scorso anno. Ma è ancora presto per pensarci: «Sinceramente oggi voglio solo rilassarmi e godermi un po’ Torino, cosa che non sono riuscito a fare negli scorsi giorni, preso da innumerevoli prove e incontri con i media.

Tutta questa avventura italiana è bellissima, ma c’è anche bisogno di staccare un attimo. Giovedi sera guarderò la seconda semifinale e solo allora ricomincerò a pensare a curare tutti i dettagli in vista della finale». Quello che è certo è che, comunque vada, l’esperienza di Marius è già indimenticabile: «Ho conosciuto tante persone, tra musicisti e membri delle delegazioni, con cui si è instaurato un legame destinato a durare nel tempo. Quando sentite dire, da me o da altri artisti, che non sentiamo la competizione, dovete rendervi conto che è vero: ad esempio ieri una delle prime a congratularsi con me e ad abbracciarmi è stata Pia Maria, rappresentante dell’Austria che sfortunatamente non è riuscita ad arrivare in finale. In quel momento di unione ed empatia ho capito che sarei uscito da questo meraviglioso caos di Eurovision come una persona migliore».

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