Streaming

La piccola, grande fuga da Netflix

Il colosso sta perdendo sempre più prodotti in licenza, complice l'arrivo sul mercato delle altre piattaforme: è un problema?
Marcello Pelizzari
03.05.2022 17:00

Netflix, abbiamo un problema. No, non stiamo parlando della perdita di abbonati e delle previsioni tutto fuorché positive. Il problema, questo problema, se vogliamo è marginale. Anzi, meglio: era marginale. Ora, infatti, con i rivali sempre più agguerriti sta assumendo contorni importanti. E le conseguenze, beh, rischiano di essere gravi.

Ma di che cosa stiamo parlando? La facciamo breve: la piattaforma, anno dopo anno, mese dopo mese, è costretta a salutare alcuni dei contenuti più popolari e seguiti. Il motivo? Semplice: non sono suoi, ma vengono concessi in licenza da altri. Dai rivali, appunto, che nel frattempo hanno costruito o stanno costruendo le proprie piattaforme.

Ad aprile, il brusco (ma nemmeno troppo) stop alla crescita decennale del servizio ha provocato uno shock in Borsa: crollo vicino al 40% del valore e 60 miliardi di dollari bruciati.

La produzione propria

Netflix sapeva, in cuor suo, che questo momento presto o tardi sarebbe arrivato. Che, insomma, gli altri si sarebbero svegliati. Stringendo alleanze, investendo, cercando di recuperare terreno. Non a caso, a cominciare dall’oramai lontanissimo House of Cards fino ad arrivare ai più recenti Squid Game e Bridgerton, l’azienda ha investito in maniera massiccia nella produzione di contenuti originali. Onde evitare una dipendenza, giudicata rischiosa, da Hollywood.

Il Guardian, a tal proposito, ha scritto che nei primi due mesi del 2022 il 31% dei 150 programmi più visti dagli utenti britannici apparteneva, in realtà, alla concorrenza e non a Netflix stessa. Un mezzo disastro.

Per tacere, come detto, delle fughe o, se preferite, dei ritorni a casa. Show come Friends e The Big Bang Theory, giusto per citare due titoli famosi, da tempo non figurano più nel catalogo statunitense. Sono stati reclamati dal legittimo proprietario: Warner Bros Discovery, quindi HBO Max venendo allo streaming.

I nuovi protagonisti

HBO Max deve ancora essere lanciato nel Regno Unito, come in altri Paesi europei (Svizzera compresa). Warner Bros Discovery, infatti, sta ancora onorando un contratto sui contenuti con Sky, in scadenza nel 2025. Contratto che, paradosso dei paradossi, sta giocando contro allo stesso colosso, impossibilitato a sbarcare con la propria piattaforma streaming in un mercato appetitoso come quello britannico.

Considerando le ambizioni, sbandierate di recente a Cannes, di HBO Max e soprattutto la potenza di fuoco alle spalle, ma anche l’ingresso di nuovi attori, fra cui Paramount+, Netflix dovrà giocoforza affidarsi quasi esclusivamente ai suoi prodotti.

E qui, beh, Netflix sente di avere ancora molte, moltissime carte da giocare nonostante l’attuale momento di appannamento. L’offerta propria, d’altro canto, è ampissima: solo il 10% degli show e dei film usciti dall’inizio del 2021 non erano prodotti originali o esclusivi Netflix.

La bacchettata di Musk

Gli esperti, comunque, mantengono un profilo basso circa il futuro. Tanto di Netflix quanto delle altre piattaforme. Per dire: non è detto che Disney, tagliando tutti i ponti con i rivali e centralizzando la sua offerta, abbia fatto la scelta giusta. Per sostenere un simile modello, lo dimostra proprio la grande N, serve uno sforzo notevole. E continuo.

Netflix, dal canto suo, cercherà di fare meno ma allo stesso di più. Detto altrimenti, spenderà 17 miliardi di dollari quest’anno per un numero inferiore, rispetto al passato, di contenuti. Nella speranza di ritrovare quella qualità (in parte) perduta. Di qui i tagli ad alcune produzioni, fra cui una serie animata per famiglie della società fondata da Meghan, la duchessa del Sussex, e dal principe Harry. Disney, per contro, di miliardi ne spenderà 33, Warner si fermerà a 20.

Netflix, ora più che mai, dovrà cercare di recuperare altresì la fiducia di Elon Musk, il nuovo proprietario di Twitter. Il quale, come sempre senza peli sulla lingua, aveva cinguettato: «Il virus dell’ideologia woke sta rendendo Netflix inguardabile». Ovvero, troppa cancel culture e troppa attenzione al politicamente corretto.