Regno Unito

La quinta stagione di The Crown piacerà ancor meno ai reali britannici

I giornali britannici hanno diffuso negli scorsi giorni qualche indiscrezione sui prossimi dieci episodi della serie TV — Scene e dialoghi non sono piaciuti a tutti, anzi: personalità vicine alla famiglia reale hanno commentato: «Le cose non sono affatto andate così»
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Giacomo Butti
17.10.2022 17:00

The Crown. Manca poco: il 9 novembre, la quinta stagione della famosa serie TV sui reali britannici sarà disponibile su Netflix. E mentre la data si avvicina, sempre più scene sono date in anteprima alla stampa d'Oltremanica. Il risultato? Quanto sinora rivelato non ha fatto per nulla felice chi, queste vicende, le ha vissute davvero. Benché la famiglia reale abbia sempre evitato, per quanto possibile, di commentare quanto proposto da The Crown, non è un segreto che la serie TV sia poco apprezzata dalle parti di Buckingham Palace. E se le teste coronate tacciono, diversamente hanno fatto i "civili" implicati nelle vicende. Nelle ultime ore, in particolare, personaggi vicini ad Elisabetta II e Carlo hanno voluto prendere posizione sull'accuratezza di alcuni avvenimenti e dialoghi che, ormai, sappiamo saranno rappresentati nella stagione in uscita. E le voci si uniscono in un appello: «Le cose non sono affatto andate così». 

Tensioni fra Carlo ed Elisabetta

Al centro delle critiche rivolte alla serie di successo, si trovano tre scene legate a Elisabetta II e Carlo. La prima, quella che ha forse fatto più discutere, è quella che vede come protagonista l'ex premier conservatore John Major e il figlio della regina. Secondo quanto rivelato sulla quinta serie, in una puntata si vedrà Carlo chiedere a Major di fare pressioni sulla regina per spingerla ad abdicare. Ricordando Edoardo VII (suo trisavolo e figlio della regina Vittoria), il Carlo fittizio, interpretato da Dominic West, dice: «Si diceva che la Regina Vittoria non avesse fiducia in lui, che lo ritenesse pericoloso, libero di pensare. Desiderava che gli venissero affidate delle responsabilità, ma sua madre si rifiutava. Gli proibì persino di vedere i documenti di Stato. Eppure, quando arrivò il suo momento, dimostrò che i suoi dubbi si sbagliavano e il suo dinamismo, il suo intelletto, il suo fascino popolare resero il suo regno un trionfo». Quindi l'affondo: «È stato un peccato che la sua voce, la sua presenza, la sua visione, non siano state incorporate prima. Sarebbe stato un bene per tutti». Come a dire: «Elisabetta, fatti da parte». Una discussione, questa tra l'erede al trono e l'allora primo ministro, mai avvenuta secondo il vero Major. Che si è sentito in dovere di smentire tutto sulle pagine del domenicale Mail on Sunday (il primo a parlare della scena di The Crown). «Se le scene da voi descritte saranno trasmesse, non dovrebbero essere considerate altro che una finzione dannosa e malevola. Una massa di sciocchezze vendute per nessun'altra ragione che non sia quella di fornire il massimo (e del tutto falso) impatto drammatico».

La serie TV è stata bollata come «odiosa» e «deliberatamente offensiva» anche dal biografo ufficiale della Regina Madre, William Shawcross, dopo l'emergere di un'altra scena: una in cui il Carlo di The Crown dice a Elisabetta II: «Se fossimo stati una famiglia normale e i servizi sociali fossero venuti a trovarci, avrebbero mandato noi in assistenza e te in prigione». «The Crown è una serie odiosa, piena di bugie e mezze verità avvolte in pizzi e velluti. È sorprendentemente e deliberatamente offensiva nei confronti dei singoli membri della famiglia reale, funzionari pubblici che non possono rispondere, tanto meno fare causa per danni». Similmente si è espresso George Carey, ex arcivescovo di Canterbury, che ha spiegato al Telegraph come una scena in cui la defunta regina si confida con lui sia stata totalmente inventata. Nel momento in questione, Elisabetta II spiega a Carey che la rottura dei matrimoni dei suoi figli «comincia a sembrare un fallimento genitoriale del tipo più terribile». Carey si è detto «sorpreso» che una scena del genere sia stata riportata nella serie, aggiungendo: «Non ha alcuna somiglianza con le conversazioni che ho avuto con la Regina».

L'infedeltà di Filippo

Un altro argomento spinoso, parzialmente già evocato nelle scorse stagioni di The Crown, è la fama di "ladies man" (donnaiolo) che circondava la figura di Filippo di Edimburgo. Tema, questo, che sembrerebbe destinato a tornare con forza nella quinta stagione. Sebbene l'infedeltà di Filippo nei confronti della regina Elisabetta non sia mai stata dimostrata, nella sua lunga vita il reale è stato soventemente sospettato di intrattenere relazioni con altre donne, spesso aristocratiche o attrici. Tra i rapporti più chiacchierati, c'è sicuramente quello con la ballerina e attrice teatrale Pat Kirkwood. Mentre voci su presunti incontri si diffondevano, Kirkwood ha sempre smentito ogni collegamento con il principe di Edimburgo, insistendo anzi perché lo stesso Filippo, restio a commentare qualsivoglia voce, confermasse la sua versione. Biografi e persone informate propongono diverse versioni del comportamento di Filippo, tra chi è convinto dei suoi adulteri e chi, invece, parla solo di "occhio indiscreto". Ma se, finora, in The Crown si è sempre evitato di portare sullo schermo un ipotetico tradimento reale, limitandosi ad allusioni, a breve le cose potrebbero cambiare. Lo stretto rapporto fra il principe di Edimburgo e Penelope "Penny" Knatchbull, contessa Mountbatten di Birmania e moglie di Norton Knatchbull (nipote dello zio di Filippo, Louis Mountbatten), potrebbe finire negli episodi della quinta stagione. Anche qui, nessuna voce è mai stata confermata. Ma i giornali d'oltremanica avevano malignamente notato come Penny Knatchbull fosse una delle sole 30 persone (l'unica non reale) invitate al funerale privato di Filippo nell'aprile del 2021.

Distinguere dramma e documentario

Che non tutto corrisponda alla realtà, in The Crown, dovrebbe essere scontato. Benché il lavoro per ricreare personaggi e ambientazioni sia, pressoché universalmente, ritenuto encomiabile, altrettanto non si può dire su dialoghi e retroscena dei quali, per ovvie ragioni, gli sceneggiatori non possono avere informazioni precise e sempre attendibili. Insomma, attenzione: The Crown non è un documentario. Lo stesso Mail on Sunday aveva lanciato l'anno scorso una campagna per obbligare la serie TV e Netflix a far precedere ogni episodio con la classica avvertenza: non tutti i fatti qui riportati corrispondono alla realtà. «The Crown di Netflix rischia di diventare la versione ufficiale degli eventi. Grazie alla nostra libertà unica e all'enorme riluttanza della Monarchia a fare clamore per essere stata travisata, gli autori del programma sono riusciti a farla franca con molteplici invenzioni e dannose falsità, sulla Regina stessa, sui suoi parenti stretti e sui politici».

Rispondendo alla problematica, Netflix aveva già specificato in passato come The Crown non sia mai stato presentato dalla piattaforma come un documentario. E in questi giorni un portavoce del gigante dello streaming ha spiegato: «The Crown è sempre stato presentato come un dramma basato su eventi storici. La quinta stagione è una fiction-drama che immagina cosa potrebbe essere accaduto "dietro le quinte" durante un decennio significativo per la famiglia reale - un decennio che è già stato esaminato e ben documentato da giornalisti, biografi e storici».

Ma il Mail on Sunday sembra aver vinto la propria battaglia. Secondo quanto riportato dal Telegraph, nella sua descrizione lo show di Netflix verrà presentato come un "drama", mentre gli spettatori verranno reindirizzati ad altri (numerosi) contenuti documentaristici che meglio si allineano alla realtà fattuale di quanto vissuto dalla monarchia britannica.

Oltre la quinta stagione

Nonostante le obiezioni (passate, presenti, future), The Crown ha ottenuto un enorme successo fra pubblico e critica. E, c'era da aspettarselo, la scomparsa, l'8 settembre, della regina Elisabetta non ha fatto altro che aumentare il numero di spettatori. Nei tre giorni seguenti, secondo dati raccolti da Whip Media, nel Regno Unito il numero di fruitori della serie di Netflix ha registrato un +800%. Negli Stati Uniti, gli spettatori sono quadruplicati; triplicati, invece, in Francia.

Insomma, fra difficoltà e polemiche, The Crown tira diritto. E andrà oltre la quinta stagione. Nel 2020, lo showrunner Peter Morgan aveva confermato che quella in uscita a novembre di quest'anno sarebbe stata l'ultima serie di episodi: «All'inizio avevo immaginato che The Crown potesse durare sei stagioni, ma ora che abbiamo iniziato a lavorare sulle storie della quinta stagione mi è chiaro che questo è il momento e il luogo perfetto per fermarsi». Ma poi si è deciso altrimenti. E la sesta stagione, le cui riprese erano state interrotte per la morte di Elisabetta II, potrebbe uscire già l'anno prossimo, dedicando altre 10 puntate agli ultimi anni '90 e, in particolare, alla morte di Lady D.

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