Il punto

Ma quindi Netflix non è più in crisi?

Il colosso dello streaming ha annunciato 7,6 milioni di nuovi abbonati nell'ultimo trimestre del 2022: segno che il pubblico ha gradito offerta e abbonamenti con pubblicità – Il futuro, però, sarà ancora carico di sfide
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Marcello Pelizzari
21.01.2023 19:15

Netflix, il peggio è passato? Forse. Di sicuro, le dimissioni di Reed Hastings – co-amministratore delegato e co-fondatore del colosso dello streaming – non potevano arrivare in un momento migliore. Già, perché l’azienda ha appena annunciato un forte aumento delle sottoscrizioni. In barba a chi, complice l’inflazione, temeva che le persone avrebbero rinunciato a un lusso come, appunto, i servizi di streaming.

E invece, Netflix ha saputo invertire la tendenza negativa. Mettendo a registro sette milioni – sette! – di nuovi abbonati. Più di quanto avessero previsto analisti ed esperti. A trascinare l’ascesa, fronte contenuti, sono stati il documentario Harry & Meghan, la serie di Tim Burton Mercoledì e il film Glass Onion.

Hastings, al passo d’addio, anche se rimarrà come presidente esecutivo, può dunque abbozzare un sorriso: le sfide, complicatissime, restano. Ma la regina delle piattaforme, ad oggi, può contare su 231 milioni di iscritti in tutto il mondo. Mica male.

Fra concorrenza e basi solide

Le sfide, dicevamo. Sono molteplici. Dall’offerta e dalla ricerca, spasmodica, di nuovi prodotti in grado di generare un effetto alla Stranger Things, da cui passa anche il budget da destinare alle produzioni, fino alla decisione di dire basta agli account condivisi.

Greg Peters, il nuovo co-amministratore delegato, può (ri)partire da basi solide: 7,66 milioni di abbonati in più rispetto ai 4,5 milioni previsti. Hai detto poco. Segno che l’offerta, più popolare e meno ricercata, è piaciuta. E che i nuovi abbonamenti con pubblicità, introdotti in alcuni Paesi, hanno stuzzicato gli utenti. Riducendo, e di molto, le disiscrizioni.

E così, nel quarto trimestre del 2022 i ricavi sono saliti a 7,9 miliardi di dollari, sebbene l’utile sia stato inferiore rispetto allo stesso periodo del 2021. L’importante, in ogni caso, era chiudere davanti alla concorrenza, sempre più agguerrita. Amazon, HBO, Apple, Disney. E, ancora, risollevarsi dopo i primi, terribili mesi dell’anno, seguiti da tagli a livello del personale e delle produzioni.

Resilienza e leggende

La parola d’ordine, per il 2023, sembrerebbe essere resilienza, dunque. La Borsa, dopo mesi e mesi turbolenti, ha risposto bene, se non benissimo, alle ultime notizie.

Di certo, il colosso ne ha fatta di strada dal 1997 a oggi. Nato come servizio di noleggio film per corrispondenza, con i clienti che ordinavano via web e ricevevano il DVD scelto per posta, secondo la leggenda Hastings avrebbe creato il primo Netflix dopo aver ricevuto una multa da Blockbuster per essersi dimenticato di restituire una VHS. Di qui l’idea di istituire un abbonamento stile palestra, con un canone mensile. Un’idea arrivata fino ai giorni nostri, dopo che l’azienda decise di virare sullo streaming. E pazienza se, a detta dell’altro co-fondatore, Marc Randolph, nelle intenzioni Netflix voleva solo emulare Amazon. Una versione, questa, certamente meno romantica.