Il caso

Ma Rai e Instagram avevano un accordo?

La presenza del social durante il Festival, grazie alla gag sull'account di Amadeus, ha sollevato critiche e polemiche: in futuro servirà più trasparenza?
©ETTORE FERRARI
Red. Online
13.02.2023 12:45

Lo avevamo detto: Sanremo, oramai, è paragonato (e paragonabile) al Super Bowl, l’evento degli eventi a livello sportivo e, di riflesso, pubblicitario negli Stati Uniti. L’edizione numero 73, la quarta per Amadeus, ha chiuso con diversi record all’attivo. Uno su tutti: la raccolta pubblicitaria, andata oltre i 50 milioni di euro (come previsto e anticipato dal Sole 24 Ore) rispetto ai 42 milioni del 2022. Roba da matti. Allo stesso tempo, a livello di share e audience la Rai ha registrato crescite importanti in termini di streaming e radio. Il tutto, appunto, a vantaggio della raccolta pubblicitaria.

La concessionaria, in questo senso, è andata in cosiddetto overbooking con larghissimo anticipo. Tradotto: non c’erano più spazi, nonostante i prezzi aumentati grazie agli ottimi ascolti delle passate edizioni. Gli investitori, leggiamo, hanno apprezzato il concetto di continuità. Amadeus, a fine 2022, aveva già in programma questo e il prossimo Festival. E la sua gestione, evidentemente, è piaciuta e continua a piacere, al netto delle polemiche molto politiche attorno alla Rai. Quest’anno, poi, il direttore artistico e conduttore del Festival ha dribblato senza problemi la controprogrammazione varata da Mediaset: una circostanza, questa, che non si verificava dal 2006.

Ruoli e critiche

A proposito di pubblicità, la domanda – vedendo il ruolo giocato da Instagram, nello specifico con i siparietti legati al profilo di Amadeus – durante la conferenza finale è sorta spontanea: era frutto di una partnership commerciale con Meta? No, la risposta. Semmai, è stata una scelta autoriale. Dettata proprio dal fatto che, fino alla prima serata e all’intervento di Chiara Ferragni, Amadeus avesse un profilo condiviso con sua moglie. Un disastro, secondo le regole della cosiddetta netiquette social. «Comandano le scelte autoriali» ha spiegato l’amministratore delegato di Rai Pubblicità, Gian Paolo Tagliavia. «Avere sul palco Chiara Ferragni senza citare Instagram sarebbe stata una grande limitazione sul piano autoriale. È chiaro che, se questo utilizzo dovesse continuare negli anni, si potrebbero studiare forme di collaborazione».

L’operazione con cui Chiara Ferragni, come detto, ha lanciato l’account personale di Amadeus si è rivelata non solo vincente ma anche, da un punto di vista della scrittura televisiva e del racconto, innovativa. Perché ha allargato gli spazi della diretta classica e, soprattutto, permesso agli spettatori di avere un’esperienza (anche) del dietro le quinte. L’impennata dei follower e delle interazioni di Amadeus, mentre scriviamo queste righe, è un record senza precedenti in Italia.

Le polemiche, tuttavia, non sono mancate. C’è chi, ad esempio, si è chiesto se fosse corretto concedere tutta quella visibilità a un’azienda privata in occasione del principale evento televisivo. Se fosse corretto farlo, meglio specificare, senza un accordo di partenza. L’operazione di lancio dell’account, di suo, difficilmente non è stata concordata: basti pensare alla spunta blu di verifica comparsa dieci minuti dopo l’inaugurazione del profilo di Amadeus. Fanpage, a tal proposito, ha appreso della presenza di alcuni rappresentanti di Instagram a Sanremo.

Il risultato

Rai Pubblicità, dicevamo, ha comunque chiuso il Festival con un risultato importante. «Abbiamo per la prima volta superato la cifra fatidica dei 50 milioni di raccolta pubblicitaria, è chiaro che il fatto che Amadeus abbia avuto l’incarico molto presto sia stato fondamentale, lavorare un anno insieme ha permesso di organizzare meglio tutto e sviluppare bene i progetti condivisi» ha chiosato Tagliavia.

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