Serie

Stranger Things 4, gli anni del Liceo

Gli anni Ottanta non sono mai finiti, per questo il 27 maggio 2022 è una data fondamentale per buona parte del popolo di Netflix
Stefano Olivari
26.05.2022 06:00

Gli anni Ottanta non sono mai davvero finiti, per questo il 27 maggio 2022 è una data fondamentale per buona parte del popolo di Netflix. Inizia infatti la quarta stagione di Stranger Things, una serie che come poche altre ha unito le generazioni: ne puoi parlare con il cinquantenne nostalgico del walkman e del cubo di Rubik, ma anche con il dodicenne preso dalle atmosfere alla Spielberg, quindi da adolescenza eterna. Ma in sostanza cosa vedremo in questa quarta stagione di Stranger Things? 

Come un film

Una cosa che farà molto discutere i tossici del binge watching è che gli episodi della serie dei gemelli Matt e Ross Duffer non potranno essere visti tutti insieme. La prima tranche da sette episodi sarà infatti disponibile appunto il 27 maggio, mentre la seconda, con l’ottavo e il nono, soltanto il primo luglio, cercando di far riscoprire al pubblico il piacere dell’attesa. Fra l’altro gli episodi sono lunghissimi, alcuni anche oltre l’ora e mezzo, veri e propri film, come a volersi smarcare da una certa ortodossia che non fa bene né alla salute mentale del telespettatore né a Netflix. Non è la mitica riscoperta della lentezza, ma di sicuro quella di un racconto più ampio, che prescinda dal ‘come va a finire’. 

Un successo obbligato

Stranger Things 4 è stato studiato per essere un successo annunciato, ma anche obbligato visto che ogni episodio ha un budget medio di 30 milioni di dollari. L’azienda nel primo trimestre del 2022 ha perso 3,6 milioni di abbonati e ne ha guadagnati 3,4, segnando quindi un meno 200.000: il primo calo in dieci anni, cioè da quando Netflix è diventato produttore dei suoi contenuti di punta (il primo fu House of Cards, sembra passato un secolo). Di abbonati ne rimangono 221,6 milioni, ma nello streaming la concorrenza fra piattaforme sta diventando insostenibile visto che si va a pescare sempre nello stesso tipo di pubblico: il miliardo di abbonati vagheggiato da Reed Hastings fino a qualche mese fa rimarrà un sogno, ma la difesa di quanto conquistato è un dovere, in attesa di capire dove porterà il progetto videogiochi (per ora da nessuna parte). E allora Netflix più di altri si aggrappa alle serie di culto, quelle miracolose alla Squid Game o quelle ‘telefonate’ alla Stranger Things. La cui quarta stagione sarà la penultima, almeno nei progetti. 

L'età

I protagonisti sono più meno sempre gli stessi: li abbiamo visti bambini, ragazzini e adesso è il turno dell’adolescenza. Basta insomma con l’immaginario da Goonies. Nella narrazione sono passati sei mesi, quindi saremmo nel 1985: Mike, Dustin, Lucas e Max cercano di ambientarsi nella high school ma sono sempre più lontani (Lucas è anche diventato una stellina nella squadra di pallacanestro della scuola, tradendo il nerdismo), tranne forse Mike e Dustin che almeno condividono l’ossessione per Dungeon & Dragons, Steve lavora con Robin alla videoteca di Hawkins, l’immaginario paese dell’Indiana dove avviene tutto, mentre la famiglia Byers (la madre è sempre la strepitosa Wynona Ryder) e l’adottata Undi (Eleven nell’originale) si sono trasferiti in California. Nuove entrate Eddie, appassionato di videogiochi ed heavy metal, e Argyle. La nuova vita di Undi in California deve fare i conti con bullismo e altri problemi da liceali, e il suo fidanzamento (a distanza) con Mike sembra tutt’altro che finito, così come i mostri. Perché puoi uscire da Hawkins, ma Hawkins non esce mai da te. 

Nightmare

Il citazionismo per nerd giovani e anziani a questo giro saccheggia Nightmare, al punto che la guest star di Stranger Things 4 è Robert Englund, non più Freddy Krueger ma il comunque terrificante Victor Reel, dagli anni Cinquanta ricoverato in ospedale psichiatrico e alle prese con demoni e maledizioni, insomma il Sottosopra che ha fatto da filo conduttore delle prime tre stagioni. Ma nella quarta si schiaccia con ancora più convinzione il tasto dell’horror, senza più Undi a difendere Hawkins, una Undi che in ogni caso ha perso i suoi poteri (la facile previsione è che li ritroverà). Il film di Wes Craven è una delle pietre miliari degli anni Ottanta e sono prevedibili tante strizzate d’occhio a beneficio dei suoi cultori. 

Dungeons & Dragons

Altra arma acchiappacinquantenni, senza dimenticare le generazioni più giovani visto il suo successo anche nel terzo millennio, sarà quella di uno dei giochi di ruolo più famosi della storia. Dungeons & Dragons è infatti protagonista di uno dei momenti più alti ed emozionanti di Strange Things 4, che non spoileriamo ma che riteniamo già da adesso paragonabile a quando nella terza stagione Dustin e Suzie cantano Never Ending Story di Limahl: pelle d’oca. Come videogioco D&D spopolò negli anni Ottanta sull’Intellivision, ma è come gioco da tavolo che all’inizio di Stranger Things è stato rievocato, con una delle classiche partite-fiume (protagonisti Mike, Will, Lucas e Dustin). Senza contare le interconnessioni con i demoni di Hawkins, dal Demogorgone al Mind Flyer. L’unico demone invincibile è però quello della nostalgia, e Stranger Things riesce a farla provare non soltanto ai giovani degli anni Ottanta ma anche ai loro figli.

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