Eventi

Torino pronta ad accogliere la musica dell'Europa

Dopo un bagnato «tourquoise carpet», la città si appresta a dare il via al 66. Eurovision Song Contest
© RAI
Mattia Sacchi
09.05.2022 06:00

Eurovision Song Contest bagnato, Eurovision Song Contest fortunato. Almeno è quello che sperano gli organizzatori della manifestazione, i quali hanno visto la cerimonia di inaugurazione della rassegna, che prenderà il via domani, fortemente condizionata dal diluvio abbattutosi su Torino nel pomeriggio domenicale. Un pomeriggio che, fino all’arrivo delle nuvole, era stato pure fin troppo azzurro, come direbbe Paolo Conte, anche grazie ad un «carpet» di questo colore sul quale hanno sfilato tutte le quaranta delegazioni in gara. Una passerella che, al di là dell’aspetto prettamente glamour, in taluni casi anche trash per via di outfit a dir poco discutibili, ha dato la possibilità di tastare il polso del pubblico e delle giurie internazionali. Ovviamente i più acclamati sono stati Mahmood e Blanco, vincitori dell’ultimo Festival di Sanremo e chiamati a rappresentare la nazione di casa, nonché Achille Lauro, che invece ha ottenuto il pass per Torino gareggiando con i colori di San Marino, da lui definita «una terra delle libertà, proprio come me». Libertà che, ancora più che dalle strofe cantate da Lauro, il pubblico è riuscito ad assaporare assistendo alla sfilata finalmente senza mascherina, a differenza di quanto successo ad esempio durante l’ultima edizione del Festival di Sanremo. Tuttavia le misure di sicurezza rimangono rigide, con l’obbligo per i media e i vari staff di tamponi ogni 72 ore e con attivo un sistema di contact tracing che, ad esempio, ha già costretto alla quarantena diversi membri della delegazione portoghese.

Le speranze dell’«orso»

In questa edizione dell’Eurovision Song Contest la bandiera rossocrociata sarà difesa da Marius Bear, 29.enne di Appenzello che cercherà con la sua Boys Do Cry di conquistare i favori del pubblico e di fare meglio dei suoi recenti predecessori Luca Hänni, quarto nel 2019 con She Got Me e Gjon’s Tears, terzo lo scorso anno con Tout l’univers. Il brano dell’«orso» (come si fa simpaticamente chiamare l’appenzellese, il cui vero cognome è Hügli, per via delle sue dimensioni «imponenti») è di qualità e mette in risalto la sua vocalità da crooner, oltre ad avere un testo profondo nel quale invita i ragazzi a non aver paura delle proprie debolezze. Ma visto che l’Eurosong premia spesso effetti speciali e performance sopra le righe, non sarà facile per lui scalare la classifica, anche se l’ottimismo è tanto: «Essere qui è già una vittoria, cercherò di stupire con la mia semplicità e la spontaneità», ci ha raccontato.

I favoriti

Le variabili in competizioni del genere sono davvero tante, ma gran parte degli addetti ai lavori è convinta che uno dei tre posti del podio sia destinato a Chanel, cantante di origini cubane che rappresenta la Spagna con SloMo, canzone molto radiofonica supportata da una coreografia decisamente appariscente. Ma c’è molta attesa per vedere sul palco anche S10, rapper e cantautrice dei Paesi Bassi che durante le prove ha stupito i giornalisti con la sua De diepte. La grande favorita della vigilia è però la Kalush Orchestra: il gruppo ucraino ha ottenuto un permesso speciale per partecipare alla manifestazione torinese ed è attivamente coinvolto nel sostegno della popolazione e delle truppe locali, tanto che alcuni membri sono rimasti in Ucraina. A Torino si presentano con Stefania, canzone che mescola sonorità moderne e folk, suonate con strumenti tradizionali ucraini. Stefania è il nome della madre di Oleh Psjuk, voce e leader della band, il quale tiene a precisare che «il nostro brano è stato scritto prima dello scoppio del conflitto, se siamo tra i favoriti è per le nostre qualità musicali». Speriamo, anche se l’atteggiamento mostrato durante il «Torquoise Carpet», con un membro della band vestito da soldato, lascia già immaginare che anche durante la competizione emergeranno riferimenti al conflitto che potrebbero condizionare le votazioni. Di certo le tensioni e le polemiche sembrano lontane dallo spirito degli organizzatori torinesi del concorso, il cui slogan è un evocativo «The Sound of Beauty», che vuole richiamare la bellezza dell’architettura italiana, che trova la sublimazione nella simmetria e nell’eleganza della reggia di Venaria. Tutta la città è stata comunque addobbata per l’evento, con manifesti con forti richiami alle storiche grafiche pubblicitarie di maestri come Giorgio Muggiani e Marcello Dudovich. Fulcro della manifestazione sarà però il PalaOlimpico, che non solo ospiterà seminifinali e finale, ma vivrà per tutta la settimana come un vero e proprio villaggio, con ogni sera concerti e show di artisti da tutta Europa. Per ricordarci che la competizione è divertente e ci fa discutere ma, che alla fine di tutto, ciò che ci tiene uniti e ci emoziona è la musica. Che non è mai davvero classificabile. 

In questo articolo:
Correlati