Truffa alla lotteria: il diavolo fa le pentole ma non i coperchi

La Nota
Quel ragioniere Luigi Leoni, segretario del Municipio di Vezzano, ammogliato con prole, che è stato per due giorni vincitore del mezzo milione della Lotteria Pro Scala ed ora si trova nelle carceri di Milano in attesa di pagare il fio della truffa tentata al Comitato della Lotteria con l’acquistare il biglietto vincente il giorno dopo l’estrazione, vale a dire quando i biglietti non consegnati e non pagati non avevano più valore, è oltre al resto un grande ingenuo. L’incauto ragioniere si credeva che la fortuna si potesse acciuffare così leggermente come una mosca che si prende la volo; si pensava che il diavolo, insigne fabbricatore di pignatte, fosse anche il fornitore obbligato dei rispettivi coperchi.

È vero che si vedono molti i quali acciuffano la fortuna con la stessa facilità con cui si piglia al volo un incauto moscerino, e pur non possedendo che uno scarso corredo di doti, fanno rapidamente molta strada e giungono presto sulle cime della opulenza finanziaria o della appariscenza politica, si vedono molti i quali, nel tentare la fortuna, si fanno fabbricare dal diavolo le pignatte ma hanno anche l’avvedutezza di fabbricarsi con la propria astuzia anche i relativi coperchi, e riescono così a “farla franca” e a conservare il proprio nome nel leggendario dei galantuomini. Ma bisogna esserci tagliati a questo mestiere di acciuffare la fortuna al volo, se non si fanno dei capitomboli; e quel ragioniere Leoni, che per essere ragioniere mi pare ragionasse un po’ male, è stato, oltre che un disonesto, anche un ingenuo, quando ha creduto che bastasse la buona volontà di fare il farabutto, il deliberato proposito di compiere un atto disonesto, per riuscire nel colpo.

E così il disgraziato ragioniere Leoni, ammogliato con prole, per essersi lasciato indurre nella tentazione di truffare un mezzo milione di lire, senza possedere il bernoccolo del truffatore, ha terminato precipitosamente la sua carriera di onesto impiegato, di buon padre di famiglia e di candidato milionario, nelle dolorose celle del carcere milanese.

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