Un eroe che non si spezza

«If you can take it, you can make it», che in italiano suona più o meno: «Se resisti, ce la farai». è stato il motto di Louis Zamperini, il segreto della sua esistenza, ciò che l'ha portato dalle strade di Torrence in California, a gareggiare alle Olimpiadi di Berlino nel 1936, ma soprattutto ciò che lo ha fatto sopravvivere ai terribili campi di prigionia giapponesi e tornare a casa dalla guerra nel 1945, come racconta Unbroken, il film realizzato da Angelina Jolie che si è già guadagnato tre nomination agli Oscar. Tratto dall'omonimo libro di Laura Hillenbrand, su una sceneggiatura di Joel ed Ethan Coen, con la bella fotografia di Roger Deakin, Unbroken racconta prima di tutto Louie: figlio d'immigrati italiani, bambino difficile; adolescente capace di escogitare di tutto per guadagnare qualche spicciolo e poi bravissimo a scappare via come una freccia quando si cacciava nei pasticci. Finché il fratello più grande Pete convinse Louis (Jack O'Connell), ad entrare in una squadra di atletica e il suo dono per la corsa, ma anche la sua «voglia di farcela» a tutti i costi, ebbero la meglio e diventato «il Tornado di Torrence», gareggiò alle Olimpiadi del '36, non vinse, ma fece un bella gara, così tutti i giornali parlarono di lui, che tornò in America sognando le successive a Tokyo, dove sarebbe stato pronto a vincere. Ma quelle Olimpiadi furono annullate, c'era la guerra e nel 1942, l'aviatore Louis Zamperini, a bordo di un B-24, precipitò nell'Oceano Pacifico. Si salvò con altri due commilitoni e per ben quarantasette giorni andarono alla deriva, oggetto degli attacchi degli squali e delle mitragliate degli aerei giapponesi, sinché furono fatti prigionieri da questi ultimi. Iniziarono per Zamperini, due anni di vessazioni e di torture nei famigerati campi di prigionia giapponesi, dove la fama di atleta olimpionico gli portò solo attenzioni malevole da parte degli aguzzini che non lo avevano neppure segnalato come prigioniero alla Croce Rossa. Creduto morto, quando nel '45, quasi irriconoscibile per le sofferenze patite, in America seppero che era vivo e stava per tornare, la stampa impazzì e le sue vicissitudini divennero pubbliche. Louie Zamperini è morto a novantasette anni, l'anno scorso. Angelina Jolie ha scelto di fare di Louie dagli occhi blu e dal sorriso abbagliante, l'eroe di un film epico e romantico, e una delle migliori caratteristiche della pellicola è proprio l'immagine vivida e baldanzosa di quella gioventù ignara che con Zamperini andò in guerra. Dove Unbroken risulta meno convincente, è nella parte del campo di prigionia, molto lunga e poco risolta in termini di regia cinematografica. Così, malgrado i buoni propositi della regista, anche se Unbroken per certi versi ci ricorda il film di Nagisa Oshima Merry Christmas Mr.Lawrence la sua pellicola impallidisce al confronto.