Una vittima alla ricerca di giustizia

Una storia di ingiustizia, dove le donne sono le vittime, nella Tunisia di oggi raccontata attraverso nove piani sequenza gestiti con grande maestria dalla regista Kaouther Ben Hania. La belle et la meute, dopo le presentazioni all'ultimo Festival di Cannes e al Festival diritti umani Lugano lo scorso ottobre, arriva ora al cinema. La vicenda è quella di Mariam (interpretata da Mariam Al Ferjani) . È una studentessa universitaria, che dopo essere uscita da una festa, viene fermata da un gruppo di poliziotti e stuprata. Questo purtroppo per lei non è che l'inizio di un'odissea kafkiana: per poter sporgere denuncia occorre che la giovane si procuri un certificato rilasciato sia da un ospedale, sia dalla polizia. Visto che gli stessi aggressori fanno parte delle forze dell'ordine, ne seguirà un calvario fatto di minacce e pressioni insostenibili. Il film prende spunto da un fatto realmente accaduto ed è liberamente tratto dal libro Coupable d'avoir été violée di Meriem Ben Mohamed e Ava Djamshidi. Un film piccolo ma molto ben riuscito, notturno, fluido e carico di tensione, che dà un ritratto non rassicurante della Tunisia del dopo Ben Ali.