Cosa abbiamo adorato e cosa ci ha deluso del nuovo Call of Duty: Black Ops 7

Call of Duty è una istituzione nel mondo dei videogiochi. Dal primo episodio, lanciato nel 2003, ha venduto oltre 500 milioni di copie, generando oltre 30 miliardi di dollari di ricavi. Un franchise che conta 22 videogiochi pubblicati in 23 anni, con uscite puntuali come le tasse e come il Natale. Un appuntamento fisso per gli appassionati di sparatutto, che negli ultimi dieci anni è diventato la star degli eSport, puntando soprattutto sulle mappe multiplayer e l’integrazione con la versione free to play Warzone.
Il capitolo dell’anno scorso ci era piaciuto moltissimo, con un bilanciamento quasi zen tra missioni single player e mappe da giocare sulle arene online. Quest’anno, purtroppo, qualcosa è andato storto.
Il «piatto» del nuovo capitolo, Black Ops 7, è davvero ricco, e non stentiamo a credere quando Activision e Microsoft lo descrivono come il Call of Duty più grande di sempre. L’ambientazione è la guerra del futuro prossimo, con androidi e droni che combattono al fianco dei soldati super addestrati e equipaggiati come piccoli eserciti ambulanti.
Sebbene da anni il franchise si sia concentrato sull’aspetto multiplayer, in grado di coinvolgere i fan per mesi con aggiornamenti e season pass pubblicate regolarmente dopo l’uscita del gioco, la campagna single player è sempre stata centrale per Call of Duty. Una specie di «prova» di una decina di ore per scoprire le nuove armi e abilità del capitolo, e intanto ci si gode un action movie hollywoodiana facendo fuori nemici in quantità industriale.
La novità di Black Ops 7 è che la campagna può essere giocata in cooperativa con altri tre amici. Anzi, più che una opzione sembra un obbligo, visto che non esistono livelli di difficoltà e affrontarla da soli è quasi punitivo la quantità pantagruelica di nemici. Altra novità poco gradita, le missioni della campagna verranno gestite come se fossero delle partite online, quindi non si può salvare e se per caso uscite dal gioco, dovrete rifare tutta la missione da capo.
Il vero dramma della campagna è però la narrazione – o meglio – la sua latitanza. Durante i primi venti minuti di giochi, il vostro team di super soldati verrà esposto a un gas tossico che creerà delle allucinazioni estremamente realistiche. Non è una novità – avevamo già incontrato questo gas nei capitoli precedenti della serie Black Ops, e avevamo affrontato dei livelli «allucinati» proprio sotto il suo effetto. Nel nuovo capitolo, però, praticamente tutta la campagna è un susseguirsi di livelli folli nati dalle allucinazioni del gas: dovrete combattere contro aracnidi giganteschi e nemici che appaiono dal nulla, mentre visitate dei livelli che sembrano partoriti dagli incubi di un designer di mappe, con porte che danno sull’acqua, edifici piazzati a caso e piattaforme sospese nel nulla.
Da una parte, Black Ops 7 merita un plauso per tentare l’innovativa strada della campagna cooperativa. Dall’altra, lo sforzo è affossato, almeno secondo chi vi scrive, da una scrittura delirante e inconsistente. Un vero peccato. Oltretutto, una delle novità del gioco è «nascosta» alla fine della campagna: solo completando le 11 missioni da incubo, si renderà disponibile Endgame, una mappa enorme in cui potrete tornare con i vostri tre amici (o collaborando con giocatori scelti casualmente tra chi è online) e risolvere una serie di missioni prima dello scadere del tempo. Endgame in pratica è una versione «extraction shooter» di Call of Duty, che però è accessibile solo completando la bizzarra campagna (ormai ex-) single player.
Disponibile da subito è invece la parte di mappe e missioni con gli zombi: nata quasi per gioco in uno dei primi Call of Duty, è ormai un ingrediente immancabile del franchise, che fa vivere ai giocatori in carne e ossa il brivido di affrontare mappe più o meno vaste piene di ondate di mangiacervelli. In Black Ops 7 torna con missioni classiche in cui dovete difendere una villa dagli assalti incessanti dei non morti, mappe molto più ampie in cui è possibile usare anche dei veicoli, e persino una modalità con visuale dall’alto.
Infine, c’è il multiplayer, il vero asso nella manica del franchise. Robusto e pieno di opzioni e modalità, che vanno dalle mappe tattica 6 vs 6 agli scontri «di massa» con ben 40 giocatori, sempre divisi in squadre da 4. 16 mappe per le battaglie 6 vs 6 e due per quelle gigantesche, ma sappiamo già che ne arriveranno di nuove a intervalli regolari nei prossimi mesi. Il multiplayer di Call of Duty si conferma come uno dei protagonisti delle arene online, anche se quest’anno soffre la concorrenza con il rivale di sempre, quel Battlefield 6 tornato all’improvviso e che ha convinto parecchi appassionati di shooter online.
Call of Duty: Black Ops 7 è disponibile per PC, PlayStation 4 e 5, Xbox Series X|S e One, e permette il cross play da piattaforme diverse. Il gioco è ovviamente tradotto nella nostra lingua e ha un PEGI età consigliata 18+.
