La recensione

Elden Ring NightReign, (quasi) vietato giocarci in single player

L’unione fa la forza: quando Elden Ring incontra Fortnite
Paolo Paglianti
02.07.2025 21:45

Un gioco come Elden Ring non dovrebbe aver bisogno di grandi presentazioni. Ultimo nato della fortunatissima genia dei Souls-like di chi ha inventato il genere, gli sviluppatori giapponesi di From Software, ha venduto oltre 30 milioni di copie e si è aggiudicato il Game of the Year del 2022, che sarebbe un po’ l’Oscar dei videogame. L’anno scorso ha replicato il successo con l’espansione Shadow of the Eldtree, arrivando a 5 milioni di copie in meno di una settimana – e questo nonostante l’avventura dell’espansione iniziasse proprio dove finiva la main quest del gioco originale, e fosse quindi esplicitamente destinata solo a chi avesse completato Elden Ring, impresa non esattamente semplice.

Ora arriva Nightreign, che ripropone l’oscuro e misterioso mondo dell’Interregno, la narrazione a dir poco lacunosa e quasi impossibile da seguire dei giochi From Software, e i combattimenti spietati come ci si aspetta da un Souls-like, che come diciamo spesso da queste parti, sono quei giochi che sembrano odiarti. Ma c’è una novità: è un gioco diverso, pensato fin dalle fondamenta per essere affrontato in multiplayer.

Sebbene l’Elden Ring originale sia un gioco essenzialmente singleplayer, una sfida personale contro nemici formidabili e boss spietati con cui ingaggiare una mortale e precisissima danza di schivate, parate e affondi, c’era già un po’ di multiplayer. Proprio nelle sfide con i boss, era possibile evocare un aiuto «umano» - un giocatore magari più esperto disponibile nel dare una mano contro i nemici più grandi e pericolosi.

Nightreign espande questa idea, focalizzandosi su un’avventura «a tempo» e sempre diversa, pensata per tre giocatori che devono unire le forze per affrontare infernali «run». A inizio partita sceglierete uno degli otto eroi disponibili – da Guardiano, massiccio guerriero con uno scudo torreggiante, a Duchessa, ladra dai riflessi fulminei. Il mondo è sempre quello, l’Interregno, ma in una versione particolare in cui tutto cambia anche se si assomiglia a ogni nuova partita. Un sistema procedurale crea ogni volta una mappa nuova, prendendo ambientazioni «fatte a mano» e combinandole casualmente. Potreste quindi trovare lo stesso castello in due partite diverse, ma in punti differenti della mappa e abitato da nemici diversi.

Ogni «run» dura due giorni (simulati, ovviamente) all’interno della mappa appena generata, che dovrete esplorare al massimo per raccogliere armi, pozioni e oggetti vari, trasformandovi rapidamente in macchine di distruzione, insieme ai vostri due compagni. Poi, al calare delle tenebre, affronterete un Signore della Notte, il boss dei boss. E se i nemici «normali» delle ore diurne ricordano grosso modo il bestiario dell’Elden Ring originale, i mostri notturni finali sono creature completamente nuove.

Si può giocare da soli? In teoria sì – esiste una modalità single player che permette di affrontare le avventure di Nightreign in totale solitaria. Tuttavia, è un’esperienza ancora più impegnativa ed esigente, forse alla portata solo dei migliori giocatori di Souls-like.

Tutto in Nightreign spinge a giocare in multiplayer. L’ideale è fare squadra con due amici «veri», che conoscete bene e di cui potete fidarvi quanto a abilità videoludiche. Il gioco di squadra funziona se il team affronta insieme le difficoltà, si supporta durante i combattimenti con i boss e sfrutta e combina astutamente le abilità dei personaggi scelti. Senza amici di comprovata bravura, ci si può affidare al matchmaking automatico, che crea squadre con altri giocatori da tutto il mondo: sempre meglio che affrontare il gioco da soli, ma bisogna sperare nella benevolenza delle divinità del multiplayer per finire in team con qualcuno del nostro livello, volenteroso e che non si limiti a vagare a caso per la mappa.

Se il team funziona, dopo due giornate di gioco la mappa esplorabile si restringe a un’area più piccola, mentre il resto dell’Interregno diventa letale. È lì che si affronta il Signore della Notte finale: in caso di vittoria, si ottiene l’ambito premio. Dopodiché, successo o no, tutto si resetta e si riparte da capo.

Più che a Elden Ring, il nuovo Nightreign ricorda giochi multiplayer cooperativi come Monster Hunter o Destiny, e si intravedono tracce persino di Fortnite. Come questi giochi, è destinato a un continuo miglioramento, a bilanciamenti mensili se non settimanali, che lo renderanno sempre più equilibrato e abbordabile. Non è pensato solo per i veterani dei Soulslike, capaci di dominare scontri millimetrici con affondi, scarti e parate, ma per chi ha tanto – tantissimo – tempo da dedicare al gioco online e, soprattutto, un paio di amici di pari abilità disposti a seguirlo nelle avventure multiplayer. E i due gruppi non coincidono necessariamente.

Elden Ring: Nightreign è disponibile per PS5, Xbox Series X|S e PC. Non è necessario possedere né avere installato il gioco originale Elden Ring per giocare a Nightreign. Il gioco è completamente tradotto in italiano e ha un PEGI consigliato 14+.

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