La recensione

Il terrore alieno di Dead Space

Dicono che nello spazio nessuno può sentirvi urlare, ma sulla USG Ishimura le vostre urla si sentiranno benissimo
Paolo Paglianti
03.02.2023 14:15

La gigantesca astronave mineraria USG Ishimura fluttua azzoppata nello spazio. Per ripararla, viene inviato un ingegnere spaziale, una specie di MacGyver del ventiseiesimo secolo: Isaac Clarke, che la abborda con i suoi compagni di viaggio per rimetterla in sesto. Appena posato un piede sulla nave, si capisce che qualcosa è andato storto. Molto storto. Nessun essere umano in vista, i sistemi di bordo sono mezzi disattivati, la radio non risponde.  Quando poi appare il primo mutante, un orrido agglomerato di zanne e spuntoni mortali che ha tutte le intenzioni di squartarci, abbiamo la conferma definitiva: non sarà facile sopravvivere alla USG Ishimura.

Nei panni di Isaac Clarke (una citazione per Isaac Asimov e Arthur C. Clarke, due degli autori più prolifici e determinanti negli anni d’oro della Sci-fi), dovrete attraversare i ponti disastrati dell’enorme vascello spaziale e rimettere in sesto i sistemi fondamentali della nave. Come scoprirete molto presto, non potrete semplicemente abbandonare la nave passando da dove siete venuti – troppo facile.

Sebbene Isaac non sia un soldato del futuro uscito da Dune o Star Wars, non abbia armi da guerra né un addestramento militare, non gli manca certo lo spirito di iniziativa e una notevole dose di intraprendenza. Così, invece di darsi per sconfitto, trasforma un saldatore in un’arma in grado di smembrare i mutanti che hanno conquistato la nave e si avventura per i suoi ponti massacrando i mutanti. Certo, non dovete farvi trarre in inganno: Dead Space è un survival horror, una specie di Resident Evil nello spazio. Sarete sempre a corto di munizioni, l’energia vitale non si ricaricherà da sola ma arrancherete feriti a caccia di un medikit introvabile, e ogni volta che aprirete una porta, un brivido vi percorrerà la schiena. Dietro potrebbe esserci un armadio a tre ante pieno di tentacoli, oppure una valanga di piccoli mutanti appiccicosi, o un coso con sei zampe affilate come rasoi. È un gioco impegnativo, ma è molto appagante.

Livello dopo livello, capirete anche cosa è successo sulla Ishimura: senza svelarvi troppo, scoprirete che a bordo è stato portato un manufatto alieno e che buona parte dell’equipaggio ha iniziato a dare segni di squilibrio, tipo divorarsi a vicenda o spararsi dopo colazione. Insieme ai pochi sopravvissuti della vostra nave da recupero e della USG Ishimura, dovrete cercare di trovare una via d’uscita, e di non farvi sbranare nel frattempo.

Visivamente, Dead Space è uno spettacolo meraviglioso. È tra i pochi giochi che sfruttano davvero a fondo le console più recenti e i PC più performanti. I corridoi e gli ambienti dell’astronave sono realizzati magnificamente, con effetti di luce e riflessi che donano un look quasi foto realistico. Un aspetto fondamentale per creare la giusta atmosfera, perché arrivare in un corridoio con le finestre sfondate da cui esce all’improvviso un tentacolo, o girare per una infermeria infestata dai mutanti tra cadaveri di umani, non sapendo se qualcuno dei corpi sui lettini si alzerà appena gli passate vicino per assaltarvi è davvero un’esperienza da brivido. Non sono molti i giochi che ci hanno fatto strillare e soprattutto ci hanno fatto giocare per dodici ore di fila con una tensione continua, una palpabile paura di aprire la porta successiva. L’esplorazione è affascinate, i combattimenti cruenti ma al tempo stesso intelligenti, e inoltre Dead Space propone anche una buona dose di enigmi da risolvere con la materia grigia, usando i due poteri che Isaac apprenderà nei primi momenti di gioco – un raggio “congelante” che blocca il tempo attorno all’obiettivo e una specie di raggio telecinetico per raccogliere oggetti o scagliarli lontano. Tutto quello che non funzionava in The Callisto Protocol, in Dead Space gira e si incastra perfettamente come un orologio svizzero.

Questo Dead Space è il remake dell’omonimo, quasi identico gioco uscito nel 2008 e che è considerato giustamente un classico di quel decennio. Il nuovo Dead Space è praticamente identico, a parte ovviamente la grafica completamente rifatta da zero per le nuove console. C’è qualche piccola novità, come un sistema di salvataggio più generoso e delle chiavi che vi permettono di aprire delle stanze ricche di rifornimenti se avete voglia di esplorare un po’ e di tornare sui vostri passi, o un sistema di movimento a gravità zero rivisto e migliorato. Quel che più importa è che la magia dell’originale è rimasta intatta: vorremmo davvero vedere molti più remake come questo.

Essendo passati più di dieci anni, quando abbiamo giocato al nuovo Dead Space ci siamo divertiti come con l’originale. Certo, ricordavamo a grandi linee cosa sarebbe successo e gli incontri più spaventosi, ma non è stato affatto noioso. Se avete giocato all’originale, tenete presente che il gioco è praticamente identico e quindi vi riserverà poche sorprese, specie se ve lo ricordate molto bene. Chi invece non ha giocato al Dead Space originale, si godrà un’avventura tutta nuova e davvero impareggiabile, piena di combattimenti e jump scare.

Dead Space è disponibile per PC, PlayStation 5 e Xbox Series X|S, ed è completamente tradotto in italiano. Il gioco ha una classificazione PEGI 18+, ampiamente giustificata dalle scene assai violente e dai mostracci tentacolari onnipresenti nel gioco.