Gaming

La brutta giornata dell’eroe silenzioso di Somerville

L’avventura muta che riesce a raccontare emozioni e storie
Paolo Paglianti
19.11.2022 11:29

Una casetta con una famiglia, da qualche parte negli States. Ci si prepara ad andare a dormire, con tanto di pennichella serale davanti alla TV. Il papà dà da mangiare al cane, la mamma pulisce il bebé. A un tratto, esplode tutto. Colori, luci, boati: è iniziata un’invasione aliena, e la famiglia cerca rifugio nella cantina. Un tizio in una tuta spaziale che sembra un’armatura precipita e sfonda il tetto; il papà lo tocca, forse per salvarlo. Poi diventa tutto buio, e quando si risveglia la sua famiglia è sparita. Ecco, questa è quella che chiamo «l’inizio di una brutta giornata».

Somerville non è un videogame hollywoodiano: i gamer lo definirebbero un «indie», dato che è sviluppato da un team relativamente piccolo e senza budget mostruosamente ambiziosi. Tuttavia, ha catturato la nostra attenzione perché il team che lo ha realizzato, a partire dal fondatore, è in parte il medesimo che ha pubblicato in passato altre due avventure molto simili, Inside e Limbo, che ci sono piaciute davvero tanto. Ci siamo quindi catapultati nelle vicende di Somerville nella speranza di ritrovare la magia dei primi due loro giochi (anche se, lo ripetiamo, pubblicati con il nome del developer precedente).

Possiamo anticiparvi che, sì, siamo assai soddisfatti dalle ore passate in Somerville. L’avventura ci ha portato a spasso per un «countryside» devastato dall’invasione aliena, in cui abbiamo dovuto affrontare puzzle ed enigmi piuttosto deliziosi prima di arrivare ai titoli di coda – forse proprio la conclusione del gioco è l’unica parte che stona con il resto, e avremmo preferito un finale un po’ più «completo».

I livelli del gioco e le circa sei-sette ore per completarli sono molto piacevoli: vedrete il mondo in due dimensioni, da una prospettiva laterale e una grafica deliziosa anche se non foto realistica – le animazioni, soprattutto, sono formidabili. Praticamente ogni sezione del gioco ha un paio di enigmi da risolvere. Sono quasi tutti basati sul superare delle strutture aliene, delle specie di «radici» metalliche che ostruiscono il passaggio, utilizzando la luce elettrica e il nuovo potere del papà protagonista del gioco, ricevuto all’inizio di Somerville quando tocca l’alieno piombato in casa. Con questo potere, potremo «sovracaricare» la luce che stiamo toccando, e sciogliere come neve al sole queste strutture, per poter procedere. Per esempio, a un certo punto dovremo capire come accendere le luci di un pulmino in modo da «colpire» la struttura aliena, oppure in un altro caso come muovere un filo di luci per lo schermo per illuminare dove ci serve. Ci sono anche delle sezioni un pochino meno riflessive e più dinamiche dove una specie di torre ci illumina con un raggio mortale e dobbiamo sbrigarci a trovare un riparo, o magari un killer alieno ci insegue e dobbiamo capire come sfuggirgli. In generale, Somerville non è un gioco particolarmente complicato, e le uniche volte che ci siamo «bloccati» davanti a un enigma era per capire come fare una certa cosa, non tanto per scoprire cosa fare. Magari non è originale come il precedente Limbo, ma Somerville merita l’attenzione degli appassionati di avventure non troppo frenetiche.

Somerville è disponibile su PC e Xbox, in entrambi i casi anche nell’abbonamento «all you can play» di Microsoft, Game Pass. Il gioco è tradotto in italiano (gli unici testi sono quelli dei menu), e ha un PEGI età consigliata 7+.

Se poi non avete mai giocato ai giochi precedenti degli autori di Somerville, vi consigliamo di rimediare il prima possibile, anche se sono giochi più oscuri e non solo per i pochi colori usati. Limbo, di cui vedere il trailer qua sopra, è un’avventura più vicina al mondo dei platform, tutta in bianco e nero, in cui il misterioso protagonista scappa da nemici orripilanti, viaggiano in un mondo ancor più criptico. Vi avvisiamo che si muore spesso e male, e a volte ci ha fatto anche un po’ paura. Ha vinto moltissimi premi di critica e pubblico, creando di fatto il genere delle «avventure bidimensionali in cui non viene spiegato nulla ma è tutto molto affascinante. Potete trovarlo su Xbox, PC, PlayStation, Switch, device mobile iOS e Android. PEGI 18+ per mostracci vari e morti infami.

Inside ripropone la stessa tipologia di gioco, con una ambientazione sempre in bianco e nero (solo qualche dettaglio è colorato). Qua guidiamo un ragazzo che scappa attraverso un  mondo surreale. Si intuisce che c’è un esperimento di quelli brutti e degli scienziati di quelli senza scrupoli, fino al finale davvero impattante. Lo trovate su PC, Xbox, Switch e PlayStation, ma anche sui device mobile di Apple. Anche in questo caso, il protagonista può morire spesso e in modo orribile – da cui il PEGI età consigliata 18+.