La recensione

Le scampagnate post apocalittiche di Arc Raiders

Una Napoli così non crediamo proprio si sia mai vista
Paolo Paglianti
24.11.2025 08:30

La Pizzeria Da Alfredo ha visto giorni migliori. Un tempo ci si veniva il sabato sera per una quattro formaggi da sogno. Poi sono arrivati gli alieni robotici, e i pochi umani sopravvissuti sono dovuti fuggire nel sottosuolo. Ora c’è un silenzio pazzesco, ma nel sottoscala di Da Alfredo abbiamo trovato un ventilatore di «prima dell’invasione» e una foto sbiadita che ci faranno guadagnare un sacco di soldi, quando torneremo a Speranza. Se torneremo a Speranza.

Non è il nuovo film apocalittico di Danny Boyle, ma il più recente extraction shooter arrivato su PC e console. E sì, siamo convinti non dispiacerebbe per niente, al regista di 28 giorni dopo.

Innanzitutto, cosa è un extraction shooter. Essenzialmente, potremmo definirlo come l’erede iperattivo e paranoico degli sparatutto tradizionali: un gioco in cui non basta sopravvivere e sparare meglio degli altri — devi anche riuscire a trovare tesori nascosti e scappare con il bottino prima che qualcuno ti faccia la festa. In pratica è come fare shopping in un supermercato post-apocalittico, ma senza casse alla fine del percorso: raccogli quello che puoi mentre intorno a te tutti cercano di ucciderti, e poi devi trovare l’uscita vivo. Vince chi torna a casa con il carrello pieno (e la pelle intatta).

Nel caso di Arc Raiders, il «supermercato» è composto dalle quattro mappe (altre arriveranno di sicuro nei prossimi mesi) che rappresentano la Campania meridionale del futuro distopico ideato dai developer. Sarà difficile riconoscere Napoli e i suoi sobborghi, perché qua è tutto in rovina. L’invasione aliena è avvenuta qualche generazione fa, e la natura ha già ricominciato a conquistare i suoi spazi tra spazioporti abbandonati e ospedali che di «nuovo» hanno solo il vecchio toponimo. Arc Raiders da questo punto di vista ha il sapore di The Last of Us, sia serie TV che videogioco.

Ogni partita inizia da Speranza, il rifugio sotterraneo in cui gli umani si sono nascosti decenni fa. Qui si possono scambiare i «tesori» trovati in superficie per la moneta corrente, e poi acquistare armi, munizioni, scudi ed equipaggiamento. Alcuni personaggi assegnano anche delle missioni da svolgere in superficie, nel caso la vita del «raider» non sia già abbastanza avventurosa e complicata.

Una volta che vi sentite pronti, potete partire per il «mondo di sopra». Potete visitarlo da soli o assemblando un gruppo di amici (anche trovati all’ultimo via Internet). «Di sopra» non si può sopravvivere per troppo tempo, quindi avrete in genere meno di mezz’oretta per esplorare la mappa a caccia di tesori, e poi dovrete correre verso uno degli ascensori di emergenza per tornare a Speranza. Purtroppo, per qualche motivo imperscrutabile ma ineluttabile, gli ascensori dopo un po’ si bloccano, quindi se si esaurisce il timer che li contraddistingue, dovrete raggiungere quelli ancora attivi – gli ultimi a spegnersi sono i più lontani e meglio difesi dai robottoni alieni, che pattugliano incessantemente l’area e vi attaccano a vista. Si va da schifosissimi ragni robot che vi saltano in faccia a droni volanti che vi puntano con i loro laser mentre passeggiate per le stradine abbandonate della Campania del sud, fino a giga-robot alti come palazzi, da affrontare rigorosamente in gruppo e con un piano ben congegnato. Il pericolo più insidioso sono gli altri raider, altri umani in carne e ossa che stanno cercando i vostri stessi tesori, e possono vedervi o come una minaccia a cui è meglio sparare per primi, o un deposito di bottino ambulante da abbattere e depredare. La vita nel mondo di sopra fa veramente schifo e non potrete aspettarvi dosi di carità o indifferenza, ma solo piombo e granate, imboscate e fucilate alla schiena.

Peccato, perché visivamente è un piacere girare per le mappe di Arc Raiders: la qualità grafica è paragonabili ai massimi esponenti del genere, e se non arriva alla qualità di Battlefield 6, poco ci manca.

Arc Raiders prende il meglio degli extraction shooter e crea una alchimia quasi perfetta di tensione ed esplorazione. Che riusciate a portare a casa la pellaccia con lo zaino pieno di cianfrusaglie da rivendere o veniate fatti fuori in modo cruento e inclemente dopo pochi passi, la voglia di riprovarci e di rischiare tutto – morire in superficie vuol dire perdere l’equipaggiamento, magari anche quel fucile acquistato dopo tanti sacrifici – è sempre fortissima, è sempre da «un’altra partita e poi vado a dormire». È un po’ come Helldivers 2, ma qua si combattono i nemici più perfidi e insidiosi, gli altri esseri umani che sanno bene che chi spara per primo, spara due volte. Anche tre.

Arc Raiders è disponibile per PC, Xbox Series X|S e PlayStation 5. È tradotto nella nostra lingua (solo sottotitoli, ma di dialoghi c’è pochino) e ha un PEGI età consigliata 16+.

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