La recensione

Metal Gear Solid Delta: Snake Eater, un altro remake perfetto

Per chi se lo è perso nel 2004, e per chi vuole rigiocarselo dopo più di venti anni
Paolo Paglianti
20.09.2025 10:30

Prima di Death Stranding, c’era Metal Gear. Il primo episodio risale addirittura al lontanissimo 1987, e ha scritto le regole dei videogiochi stealth, quelli dove sì, si spara, ma l’obiettivo principale è non farsi beccare, agire nell’ombra e lontano dagli sguardi dei nemici. Il trionfo arriva un decennio più tardi, quando il franchise arriva su PlayStation 2 con Metal Gear Solid 3. Lo sbarco sulla console di Sony è clamoroso, e il gioco entra irrimediabilmente nel cuore degli appassionati e nella storia dei videogame. Negli anni successivi, l’autore Hideo Kojima si allontana dal publisher Konami, e si mette al lavoro su un titolo originale, tutto nuovo e ancora più visionario, Death Stranding, di cui da poco è arrivato il seguito. Contemporaneamente, Konami pubblica altri capitoli di Metal Gear Solid, ma nessuno riesce a conquistare il pubblico nello stesso modo del glorioso capitolo del 2004. E allora perché non rispolverare il classico con un remake per le nuove console e, soprattutto, per le nuove generazioni?

I remake non sono una novità. Silent Hill 2, Resident Evil 4 e Oblivion hanno dimostrato che è possibile riprendere i classici del passato e riproporli al pubblico odierno con un corposo make up estetico pur rispettando lo spirito della versione originale. D’altra parte, mentre un film in bianco e nero o anche semplicemente degli anni ’80 può essere visto sui televisori che abbiamo in casa oggi – anzi, la proliferazione delle piattaforme di streaming aiuta moltissimo in questo senso – spesso è quasi impossibile giocare un classico pubblicato anche solo nel 2000 sui sistemi moderni. I dischi PS2 e Xbox non sono compatibili con PS5 e Xbox Series X|S, molto banalmente. E comunque, mentre un film anche in bianco e nero mantiene intatto il suo fascino, la grafica di venti anni fa è molto poco digestibile per un giocatore moderno.

Il remake di Metal Gear Solid 3 è poi assai azzeccato. È il capitolo che ha traghettato il franchise al 3D (prima la visuale era dall’alto), e che ha fatto innamorare una generazione di giocatori grazie a delle idee innovative e originalissime. Nel gioco, impersoniamo l’agente Snake nella sua missione dietro le linee nemiche per recuperare uno scienziato imprigionato dai sovietici. Siamo a qualche anno dalla Crisi dei Missili di Cuba, nella seconda metà degli anni ’60, e il mondo è diviso in due blocchi dalla Cortina di Ferro.

Come tutte le missioni dietro le linee nemiche che si rispettino, saremo soli e i nostri comandanti negheranno persino di conoscerci, se verremo catturati. Dovremo quindi infiltrarci cercando di ridurre al minimo il contatto con i nemici, nascondendoci tra le rovine di edifici o nel sottobosco. Dopo solo una mezz’ora di gioco, scoprirete che Metal Gear Solid 3 è un gioco incredibilmente cinematografico: non solo per via delle lunghissime sequenze video che raccontano l’intricata trama fatta di tradimenti e doppi tradimenti, ma anche per come il gioco gestisce le inquadrature e le scenografie dei vari ambienti. Novità di questo remake, la possibilità di utilizzare uno schema comandi via joypad più «moderno» e la visuale in terza persona da dietro le spalle del protagonista, assai più comoda di quella originale. Se però volete gustarvi il gioco proprio come era stato pensato nel 2000, c’è sempre la modalità classica.

Ha senso giocare oggi Metal Gear Solid 3? Secondo chi vi scrive, la risposta è assolutamente positiva. Certo, oggi non è rivoluzionario come venti anni fa, e sicuramente avrete giocato titoli simili – ma il motivo è proprio che questi titoli hanno «imparato» le regole dei giochi stealth da Metal Gear Solid e da Hideo Kojima. Rimane però un titolo eccellente, pieno di tocchi di classe – come i dialoghi che «rompono» la quarta parete quando salvate la partita, oppure i combattimenti con i boss a dir poco leggendari. I veterani si ritroveranno a casa e godranno dei rilevantissimi miglioramenti grafici, pur nel totale rispetto del gioco originale.

Chi invece, magari per una questione di età, non ha potuto giocare a Metal Gear Solid all’uscita a inizio secolo, scoprirà un gioco quasi perfetto, e soprattutto il mattone fondante non solo di molti stealth moderni, ma anche del percorso più recente di Hideo Kojima con Death Stranding.

Metal Gear Solid Delta: Snake Eater è disponibile per PC, PS5 e Xbox Series X|S. Il gioco è tradotto in italiano (solo sottotitoli) e ha un PEGI età consigliata 18+.

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