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«Amareggiato per il risultato, ma fiero delle nostre ragazze»

Il presidente del Lugano Paolo Bernasconi torna, a mente fredda, sulla finale persa di Coppa Svizzera - «Con il Viteos Neuchâtel è stata una sfida alla pari e la sconfitta non cancella lo straordinario percorso fatto»
Al termine della sfida, tutta la delusione e la frustrazione delle ragazze rosanero. ©Keystone/Christian Merz
26.03.2023 20:32

Tanto più arrivi vicino alla medaglia d’oro e quanto più, se poi ti sfugge, fa male quella d’argento. Se poi, come il Volley Lugano, da sfavorito arrivi a un solo set dal firmare un’impresa per lo sport ticinese, la delusione è grande. Potresti anche scordarti, per un momento, di aver già scritto la storia della società arrivando a disputare la prima finale di Coppa Svizzera. Si chiama «pensiero controfattuale», preciserebbero gli psicologi. «Chiaramente c’è un po’ di amarezza per la sconfitta - conferma il presidente del club sottocenerino Paolo Bernasconi -, ma questa non cancella il percorso fatto per arrivare fin qui. Per perdere la finale, devi prima arrivarci. Penso che ce la siamo giocata alla pari, nonostante l’infortunio con cui ha dovuto convivere la nostra palleggiatrice Carinne Gebhardt».

A un passo dal sogno

Mercedesz Kantor e compagne, lo ricordiamo, si sono aggiudicate i primi due set nella finale di Winterthur contro il Viteos Neuchâtel. Le neocastellane, abituate ai vertici della pallavolo elvetica da anni, sono poi però riuscite a ribaltare la contesa. «Forse a inizio gara le avversarie, anche se ci rispettano, ci hanno un po’ sottovalutati - spiega il presidente -. Dopo un secondo set da noi dominato, hanno alzato la qualità del loro gioco. Forse nelle nostre ragazze è allora subentrata la consapevolezza che vincere sarebbe stata dura. Anche in campionato, con NUC abbiamo disputato due sfide combattutissime: in una abbiamo avuto anche due match ball, purtroppo non sfruttati». Insomma, per le rosanero le sfide in stagione con Trösch e compagne sono state un supplizio di Tantalo: la vittoria è sempre sembrata a portata di mano, salvo poi sfuggire poco dopo. «Ma questa volta, lo ribadisco, avevamo anche in campo una giocatrice con un legamento della caviglia rotto - continua Bernasconi -. La palleggiatrice ha un ruolo fondamentale: è la regista della squadra e coordina le azioni d’attacco. Per fare un paragone con un altro sport, e con le dovute proporzioni, non so se l’Argentina avrebbe vinto il Mondiale con Maradona a mezzo servizio. Dobbiamo ringraziare Carinne (Gebhardt, ndr.) per aver portato a termine la sfida nonostante il dolore. Ha dimostrato una professionalità e serietà incredibile. Allo stesso modo, vanno fatti i complimenti al nostro staff medico e fisioterapico per aver reso possibile la sua presenza in campo».

Quel sassolino

A distribuire complimenti è stato anche l’allenatore delle ticinesi Apostolos Oikonomou al termine della sfida: «Penso che le nostre avversarie abbiano giocato gli ultimi set in maniera ineccepibile, hanno meritato di alzare il trofeo. Chiaramente sono orgoglioso anche delle mie giocatrici, perché tutte si sono impegnate al massimo e hanno creduto nell’impresa. Sappiamo che possiamo ancora migliorare in ogni ambito: sull’aspetto mentale e fisico, sui fondamentali ecc. Ma in questa finale, abbiamo dato tutto». A sua volta, il coach greco è stato poi elogiato dal presidente: «Apostolos è una grande persona e un grande professionista - esprime il 59.enne -, penso che lavori quindici ore al giorno, perché studia i filmati delle partite nei minimi dettagli. Inoltre, a inizio stagione si è trovato la squadra già praticamente formata, perché l’allenatore precedente ha abbandonato il progetto a una decina di giorni dall’inizio del campionato. E qui allora, se mi permettete, mi tolgo anche qualche sassolino dalla scarpa. Come si suol dire, non tutti mali vengono per nuocere. Alla fine è stato un bene dover cambiare guida tecnica».

Ora testa ai playoff

Il campionato del Volley Lugano non è tuttavia ancora terminato. Le rosanero torneranno in campo mercoledì al Palamondo di Cadempino per disputare gara 4 dei playoff con Düdingen. Nella serie «best of five«, le ticinesi si trovano in svantaggio per 2-1 e, va da sé, con le spalle al muro. «Immagino che non sia facile tornare in campo concentrati dopo tutte queste emozioni – rileva Bernasconi – ma è anche vero che a volte la sconfitta ti colpisce nell’orgoglio e ti sprona a dare il meglio. Dopo la finale siamo andati tutti a cena insieme, e ho visto le ragazze serene: so che approcceranno l’incontro al meglio. Comunque vada, io posso già dirmi più che soddisfatto per la stagione, perché abbiamo oltrepassato gli obiettivi che ci eravamo posti». Le sue parole fanno rima con quelle di Fabienne Payá, che gioca nel ruolo di libero. «Perdere dopo averci messo il cuore, soprattutto nella prima metà di gara, è triste. Ma adesso dobbiamo lasciarci tutto alle spalle. Contro Düdingen vogliamo dimostrare che meritiamo di essere tra le migliori squadre svizzere» conclude decisa la 21.enne.