Basket

Andjelkovic: «È stata una stagione di crescita»

Massagno si deve arrendere, la festa è tutta per Aleksic - Il coach friburghese, al passo d’addio, viene portato in trionfo - Il capitano della SAM da parte sua guarda il lato positivo
© KEYSTONE / ALESSANDRO DELLA VALLE
Fernando Lavezzo
13.06.2023 23:07

Alla Saint-Léonard era tutto apparecchiato per festeggiare il titolo al termine di gara-4 e dire addio a coach Aleksic dopo 10 anni di successi. «Merci Petar», si leggeva sulle magliette blu indossate prima della partita dai giocatori dell’Olympic e da molti dei tremila tifosi friburghesi. La serata si è conclusa con l’allenatore di casa portato in trionfo. I giocatori della SAM Massagno hanno osservato in disparte, in attesa di ricevere una medaglia d’argento da conservare con orgoglio. Finché hanno avuto energie fisiche e mentali, Daniel Andjelkovic e compagni ci hanno provato davvero a rimandare ogni decisione alla «bella». Grazie a una partenza clamorosa, sia in attacco, sia in difesa, la squadra guidata per l’occasione da Salvatore Cabibbo, al posto dello squalificato Robbi Gubitosa, ha toccato un massimo vantaggio di +15 nel primo quarto, per poi andare alla pausa sul 36-26. In difficoltà, tra palle perse (9) e percentuali orribili al tiro, i burgundi hanno cambiato marcia nel terzo quarto, segnando 31 punti e ribaltando la sfida (57-51). Nell’ultima frazione, la Spinelli ha avuto un paio di possessi per tornare in parità, poi ha alzato bandiera bianca.

Poca benzina

«Sapevamo che dopo la pausa il Friburgo sarebbe tornato in campo con determinazione», dice Andjelkovic. «Abbiamo dovuto speculare su determinate situazioni, perché di benzina ce n’era rimasta poca. Nel terzo quarto loro sono stati eccezionali, abbiamo solo da imparare. Dobbiamo guardare il lato positivo: quest’anno abbiamo vinto il nostro primo trofeo e abbiamo raggiunto tre finali. Un coach come Aleksic ha perso sette finali prima di imparare a vincerle. È un percorso di crescita e io sono fiero di farne parte. Tutto quello che abbiamo vissuto in questa stagione ci aiuterà per il futuro».

Passaggio di testimone?

E chissà che in futuro, sulla panchina della SAM, non si accomodi stabilmente Cabibbo, individuato come erede ideale dallo stesso Gubitosa. Quello di ieri è stato forse un simbolico passaggio di testimone? «Vedremo, è presto per parlarne», risponde il vice. Nonostante la sconfitta, Totò si è goduto la serata: «È stato bello, anche se mi dispiace tantissimo per Robbi. Meritava di essere qui con noi a giocarsi un obiettivo per cui stiamo lavorando insieme da agosto». Cabibbo legge così la partita: «Nel terzo quarto l’Olympic è rientrato con aggressività. Ha subito preso fiducia e ritmo, iniziando a segnare regolarmente da 3 dopo il 2 su 12 dei primi 20 minuti. Noi non siamo più riusciti a contenere la loro fisicità. Alla fine eravamo stanchi anche mentalmente, non abbiamo più proposto i nostri giochi con la necessaria pazienza. È venuta a mancare la lucidità».

I sassolini di Kovac

Roberto Kovac, licenziato dal Massagno a fine gennaio, si gode la personale rivincita: «Lo considero il mio terzo trofeo stagionale, visto che per la SBL Cup, nonostante l’esclusione, ero ancora sotto contratto con la SAM. È il mio primo triplete. Friburgo è un altro mondo, qui si può davvero costruire il futuro. Mi sono tolto qualche sassolino, il campo ha parlato. All’inizio della partita eravamo tesi, non abbiamo avuto pazienza. Dopo la pausa abbiamo alzato l’intensità. Si vedeva che la SAM era stanca e abbiamo affondato i colpi».

La partita si è aperta con una simbolica protesta massagnese, in risposta a quanto successo in gara-3 (leggi «arbitraggio»). Dopo la prima palla a due regalata ai padroni di casa, la difesa si è fermata, permettendo a Jordan di schiacciare indisturbato. «Una scelta difficile da prendere, ma necessaria per lanciare un segnale forte per tutelare il nostro club».
Correlati