Calcio

Bernardo, l'umile servitore che ha fatto le fortune di Guardiola

Silva ha costituito l’eccezione nei recenti voti per il Pallone d’oro: un giornalista lo ha messo al primo posto, mentre tutti gli altri hanno puntato su Messi, Haaland o Mbappé - Sottovalutato, il portoghese è cruciale per i successi del Manchester City
Tutto l’affetto di Pep Guardiola per Bernardo Silva. © Reuters/Andrew Surma
Massimo Solari
06.11.2023 21:21

Nel weekend sono state svelate le scelte dei singoli giornalisti chiamati a designare il nuovo Pallone d’oro. Ha vinto Lionel Messi, certo, con 462 punti. A puntare sul fenomeno argentino sono stati ben 65 votanti su 92. E, curiosità, il collega della RTS Christophe Cerf è stato fra i pochi (sei in tutto) che non hanno inserito Leo nemmeno nella top 5. A completare il podio, come noto, sono risultati Erling Haaland e Kylian Mbappé: il norvegese è stato intronizzato da 21 giornalisti, il francese da 5. Sì, avete calcolato bene: manca un voto. Il voto collezionato dal portoghese Bernardo Silva. A posizionarlo al primo posto è stato il connazionale Joaquim Rita, dell’emittente SIC. Il che, va da sé, potrebbe far gridare allo sciovinismo. Comprensibile, ma non per forza condivisibile. Il rappresentante della stampa brasiliana, per dire, ha elevato Messi sopra tutti, senza preferirgli Vinicius toh. O ancora il voto francese non ha premiato Mbappé ma Haaland (okay, forse in chiave anti Messi). Sta di fatto che, al netto dei campanilismi, il riconoscimento attribuito a Bernardo Silva costituisce tutto fuorché un insulto. Il nono rango finale, davanti a mostri sacri e campioni come Modric, Salah o il vecchio compagno di squadra Gündogan, suggeriscono il valore del giocatore. Lo suggeriscono, ma probabilmente non lo riconoscono appieno. Spesso sottovalutato, Silva è infatti considerato uno dei giocatori più preziosi, se non il più prezioso, del club più forte al mondo: il Manchester City.

Il burattinaio di Pep

E pensare che proprio la scorsa estate, a margine della Champions League che ha sublimato l’incredibile «Treble» dei Citizens, il 29.enne di Lisbona avrebbe dovuto lasciare l’Etihad Stadium. Direzione Paris Saint-Germain. «Sarebbe stata una grande perdita» ha ammesso lo scorso ottobre il suo allenatore Pep Guardiola. «È così intelligente. Uno dei migliori che ho allenato in carriera». Già. Se i riflettori tendono a illuminare le reti di Haaland, gli assist di De Bruyne, i dribbling (invero un po’ fumosi) di Grealish o ancora la razionalità di Rodri, la duttilità e il ritmo delle giocate di Bernardo Silva stanno forgiando altrettanto i successi del City. Stando a molti osservatori, il tuttofare portoghese è - né più, né meno - il burattinaio di Guardiola in campo. Un secondo direttore d’orchestra, se preferite, che sa esattamente come far muovere i compagni, quando accelerare la manovra e dove incunearla per fare più male all’avversario. Non solo: l’impatto di Bernardo Silva sull’economia di un match cresce in proporzione alla forza dell’avversario. Basti pensare alla gara di ritorno della semifinale di Champions League, la scorsa stagione, contro il Real Madrid. O, di recente, alla prestazione offerta in casa del Manchester United. In Premier League, durante l’ultimo campionato, nessun giocatore ha percorso più chilometri a partita (11,8). Durante l’edizione 2022-23 della Champions, il centrocampista ha invece recuperato il numero più elevato di palloni nel terzo offensivo. Acume e sacrificio, dunque, per un elemento fortissimo e però anche umile. «Non porta orecchini, non ha tatuaggi, guida un’auto normale» ha tenuto a osservare sempre Guardiola.

Il sosia svizzero

Bernardo, l’alleato prezioso di Pep, il suo servitore anche. Tanto da ricordare il fedele compagno di Zorro, guarda caso suo omonimo. Domani sera - a 14 giorni dalla vittoria per 3-1 maturata a Berna - il giocatore lusitano condurrà di nuovo le danze contro lo Young Boys. Al solito, senza badare granché alle apparenze. E a proposito: al termine della prima delle due sfide con i gialloneri valida per la fase a gironi di Champions League, Bernardo Silva è stato protagonista di un simpatico siparietto con il giornalista sportivo del Blick Carlo Emanuele Frezza. Quest’ultimo, nelle ore precedenti all’incontro, era stato più volte fermato dai tifosi inglesi al grido: «Ma tu sei il sosia di Bernardo!». Detto, fatto, nella pancia del Wankdorf Frezza ha voluto far notare la somiglianza al portoghese: «Dicono che siamo uguali» ha esclamato il collega, catturando l’attenzione del giocatore del City che stava transitando a testa bassa dalla mixed zone: «Io uguale a te? Suvvia, direi che sono più bello» ha replicato Bernardo Silva, stando al gioco e prestandosi per un selfie indimenticabile.

Domani sera, nella 4. giornata della fase a gironi, lo Young Boys è ospite del Manchester City. Fischio d’inizio alle 21, con gli inglesi che vogliono assicurarsi gli ottavi di finale già questa sera. L’YB, fermo a quota 1 punto, condivide il fondo del gruppo G con la Stella Rossa di Belgrado. Tra gli altri match, sempre alle 21, spicca Milan-PSG. La Lazio sfida invece il Feyenoord.
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