Al Lugano, ora, resta un solo trauma da elaborare

È un termine abusato, lo ammettiamo. Eppure, mai come in questa fase il Lugano ha la possibilità di dimostrarsi «resiliente». Enciclopedia Treccani alla mano, parliamo della «capacità di reagire a traumi e difficoltà, recuperando l’equilibrio psicologico». E la settimana in corso, in questo senso, altro non è che un banco di prova. Un banco di prova cruciale.
Della portata della sfida in campionato contro il Basilea, e dei suoi potenziali risvolti per la posizione di Mattia Croci-Torti, si era già scritto. I 3 punti conquistati domenica scorsa al cospetto dei campioni svizzeri - primo successo stagionale - hanno avuto un peso e un valore rilevantissimi nel momento di maggiore crisi dell’attuale gestione tecnica. Non solo. Nella mente dei protagonisti e pure dei tifosi presenti a Cornaredo erano ancora vivide le immagini del crollo subito in maggio, quando i renani rifilarono un sonoro 5-2 ai bianconeri. Ferita ricucita.
Infine due vittorie consecutive
A fronte della grande reazione mostrata in Super League, la gara di ritorno del terzo turno di qualificazione di Conference League - giovedì a Celje - si presentava come una cartina al tornasole. Un ulteriore indicatore, sì, per valutare l’effettivo grado di fiducia e la capacità di fare nuovamente risultato di Saipi e compagni. E ciò nonostante il prevedibile epilogo amaro, figlio dell’insensato 5-0 rimediato la settimana scorsa alla Stockhorn Arena di Thun. Beh, missione compiuta. Ancora. Poiché il Lugano, in Slovenia, ha portato in campo la serietà richiesta dall’allenatore, affiancandole sia una buona dose di determinazione, sia la resa. Pur rappresentando il capolinea europeo, dopo un paio di annate vissute agli avamposti nella terza competizione UEFA, il 4-2 maturato allo Z’dežele Stadium ha ribadito la vitalità dei bianconeri e con essa il desiderio di svoltare definitivamente, mettendosi alle spalle un periodo tanto delicato quanto insufficiente sul piano del rendimento. Banalmente, al Lugano due vittorie consecutive mancavano da inizio febbraio. Un’eternità. Per quel che vale, poi, i ticinesi hanno infine potuto togliersi una soddisfazione contro lo Celje, appagando una sete di rivalsa divenuta viepiù insostenibile.
Le note dolenti
E a proposito di appagamento. A ritrovare la rete dopo quasi otto mesi - finalmente! - è stato Renato Steffen, a cui Croci-Torti ha affidato la fascia di capitano nel quadro di una formazione rimaneggiata. Qui, però, non possono essere sottaciute alcune note dolenti. Alla prima da titolare, il centravanti francese Duville-Parsemain ha impressionato negativamente. Per il difensore Kelvin si trattava invece della seconda apparizione dal 1’, e pure nella fattispecie sono chiaramente emersi i limiti di un giocatore prelevato dalla Promotion League. Maggiori, eccome, erano e sono per contro le attese nei confronti di Alioski. Al netto della volontà di lasciare il segno con il rigore che ha fatto il calare il sipario sulla partita, «Gianni» è apparso in difficoltà pure in Slovenia, esitando sul piano difensivo e non incidendo a livello di spinta. E allora, la pausa di due settimane che attende il Lugano - complice il rinvio della sfida di Super League con il Losanna, lui ancora in corsa in Conference - dovrà fare bene anche e forse soprattutto all’esterno macedone, sempre alla ricerca delle migliori sensazioni.
Sfida insidiosa all’Eizmoos
Prima di approfittare dei giusti tempi e della necessaria calma per allenarsi e rinfrancarsi con profitto, oltre che possibilmente per sbloccare il mercato in uscita e in entrata, ad attendere il Lugano è tuttavia un match insidioso. «Per il quale servirà grandissima umiltà» ha insistito il Crus ai microfoni della RSI. Domani, torna la magia della Coppa Svizzera. Con tutta la sua imponderabilità. Inutile ricordarlo proprio a Croci-Torti e ai suoi giocatori, il cui 2025 era finito in un pallone alla luce della eliminazione nei quarti di finale della scorsa edizione per mano del piccolo, grande Bienne. Eccolo il terzo e ultimo trauma da elaborare nella testa dei bianconeri, a maggior ragione considerato che il Cham - avversario all’alba del torneo - milita anch’esso in Promotion League. E, per voce del suo tecnico Pascal Nussbaumer, «cercherà di prendere esempio dal Bienne».
Tradotto: all’Eizmoos va in scena una partita che il Lugano non può prendere assolutamente sotto gamba, pena il risucchio in un vortice di dubbi e critiche. L’addio prematuro all’Europa, d’altronde, ha costituito il primo obiettivo stagionale mancato. Indipendentemente dalle attenuanti e dalle aggravanti del caso. In Coppa, va da sé, il Lugano non ha invece diritto all’errore. Resiliente, infatti, bisogna dimostrare di esserlo anche nei panni di assoluto favorito.
Il Morbio ci crede, l'ACB non può fallire
Il Lugano chiuderà il valzer delle ticinesi impegnate nel turno iniziale di Coppa Svizzera. Prima toccherà alle altre tre compagini in corsa, tutte attese in campo oggi alle 18. Solo il Morbio, vincitore dell’ultima Coppa Ticino, è di scena in casa. Ai momò, squadra di Seconda lega, il sorteggio non ha regalato una «big», ma una chance intrigante di accedere ai sedicesimi di finale. Sì, perché gli uomini di Sacha Kitic sfidano il Gossau, società iscritta al campionato di Seconda lega interregionale. «Il presidente Max Beltrami ci ha chiesto di provarci. E secondo me fare un risultato positivo è fattibile. Sappiamo che giocheremo contro una squadra di categoria superiore che ha iniziato la preparazione estiva prima di noi; ma sappiamo altresì che l’approccio farà la differenza, così come le motivazioni che abbiamo» le parole rilasciate negli scorsi giorni al CdT dall’allenatore dei sottocenerini. Insomma, si può fare, magari ispirandosi all’impresa del 1975, quando il Morbio - all’epoca neopromosso in prima divisione - sconfisse ai supplementari il Lucerna, formazione trascinata dall’ex bianconero Otto Luttrop e appena scivolata nella lega cadetta.
Oggi si chiama Challenge League e a militarci è il Bellinzona. Sulla carta, i granata devono affrontare il compito più semplice delle 64 società in lizza. Dove? A Nebikon, sul campo di una realtà di Quarta lega, invitata al ballo delle debuttanti grazie alla conquista del premio fair-play al termine della scorsa stagione. È invece un match «fra pari», quelle che oppone lo Zugo 94 e il Mendrisio, entrambe squadre di Prima lega Classic.