Calcio

Lugano, senza Europa sai che cosa ti perdi

Travolti per 5-0 all’andata, i bianconeri tornano a Celje con l’obiettivo di salutare la Conference League a testa alta e solo accarezzando l’idea d’una folle rimonta – Le ultime stagioni continentali hanno garantito visibilità e introiti, ma - oltre al fattore Thun e a tanta fatica - non si sono tradotte in grandi affari sul mercato
Salvo sorprese clamorose, i bianconeri non vivranno più asettiche partite «casalinghe» a Thun. © keystone/peter schneider
Massimo Solari
14.08.2025 06:00

«Non succede, ma se succede...». Il Lugano è partito alla volta di Celje accarezzando un’idea folle. E se fosse possibile ribaltare il 5-0 dell’andata? Certo, di precedenti clamorosi - in materia di rimonte - ne esistono anche. Ma, nel caso dei bianconeri, è doveroso parlare di un sogno al limite dell’irrealizzabile. Insomma, meglio rimanere con i piedi per terra, a maggior ragione considerato il contesto che abbraccia la sfida di ritorno del terzo turno preliminare di Conference League. In Slovenia, in effetti, la squadra di Mattia Croci-Torti si presenta in prognosi riservata. Il liberatorio successo ottenuto in campionato contro il Basilea ha confermato la vitalità del paziente. La sua voglia di reagire e rilanciarsi, con i giocatori e lo staff tecnico a formare un tutt’uno. Evidenti segni di malessere, fisico e mentale, sono però altrettanto vicini nel tempo. E non ce la sentiamo ancora di escludere altre ricadute. A maggior ragione poiché questa sera, a Celje, scenderà in campo una formazione nuovamente rimaneggiata. O, se preferite, volutamente rimaneggiata.

Strada libera in Super League

Le ricadute degli impegni europei sul fisico, come pure sulla mente dei bianconeri, sono state una costante delle due ultime stagioni. A maggior ragione per una società costretta a disputare le proprie partite casalinghe al Letzigrund di Zurigo prima e alla Stockhorn Arena di Thun poi. Seppur in modi e tempi diversi, a farne le spese è sempre stato il rendimento del Lugano in Super League. Nell’annata 2023-24, ai giovedì autunnali di Conference League avevano fatto puntualmente seguito sconfitte in campionato. A Natale, Bottani e compagni si trovavano non a caso al 5. posto, a -12 dal leader YB. E proprio a cavallo fra novembre e dicembre, per la prima volta, la posizione del Crus era stata messa in discussione. Orfana di altre fatiche internazionali sul calendario, la compagine guidata dal tecnico momò aveva quindi vissuto un girone di ritorno esaltante, chiuso al 2. posto e con la terza finale consecutiva di Coppa.

Molto diverso, suggerivamo, il discorso legato alla scorsa stagione. Con una rosa più attrezzata - seppur sprovvista di un sostituto di Zan Celar in attacco -, il Lugano si era dimostrato all’altezza sia in Conference, sia in Super League, con tanto di titolo di campione d’inverno. Beh, sappiamo tutti com’è andata da febbraio in poi. E, in particolare, quanto le prestazioni dei bianconeri abbiano risentito dell’incredibile eliminazione per mano dello Celje - sempre lui - nello storico ottavo di finale di Conference. Una mazzata psicologica che si è sommata alla brillantezza vieppiù venuta meno. La consolazione? Oltre 5 milioni di franchi di introiti.

I «casi» Hajdari e Zanotti

Altrettanti incassi, anzi molti di più, i dirigenti del club credevano forse di poterli realizzare grazie al mercato. Un mercato per l’appunto favorito dalla visibilità garantita dal palcoscenico europeo, e da imprese come quelle contro Besiktas, Gent o ancora Legia Varsavia. Macché. «Bomber» Celar, finito nella Championship inglese, ha fruttato alla società una plusvalenza sicuramente inferiore alle attese. Forse di nemmeno 2 milioni di franchi. E parliamo di un centravanti, ruolo gettonatissimo in chiave trasferimenti. Per dire: il rimpianto Amoura, praticamente senza apparizioni sulla scena europea, ne ha prodotti diversi di più tra prima cessione all’Union Saint-Gilloise e rivendita al Wolfsburg.

Il resto è storia recente o recentissima, segnata da molteplici contratti andati in scadenza e i «casi» Albian Hajdari - fra i convocati in Slovenia - e Mattia Zanotti. I pezzi pregiati del mercato in uscita restano sottovuoto, vittime o complici di dinamiche all’apparenza assurde. Ciò che conta, comunque, è che - a oggi - nessuno sembra per esempio convinto al 100% di pagare la clausola rescissoria di circa 5 milioni di euro per assicurarsi Hajdari. 5 milioni, non 50. E nemmeno 15.

Per cedere Zanotti, per contro, il Lugano pretenderebbe 10 milioni o giù di lì. E, in fondo, non sorprende che il più vicino ad avviare una trattativa seria sia stato il Leeds United, neopromosso di una Premier League che non smette di muoversi fuori scala quando si tratta di mercato. L’infortunio del terzino destro italiano, va da sé, rischia di complicare e non poco le negoziazioni. E, soprattutto, di limitare i margini di manovra e guadagno della società bianconera.

E i 10 milioni per Athekame

La questione, ad ogni modo, è più ampia, e chiama in causa pure la forza contrattuale dell’FC Lugano. Che, dossier appena citati alla mano, resta esigua. Non si spiega altrimenti, restando alla stretta attualità, l’operazione di Zachary Athekame al Milan. Parliamo di un terzino destro di grande prospettiva, certo, ma che nella primavera del 2024 giocava ancora in Challenge League con il Neuchâtel Xamax. Ebbene, al 20.enne rossocrociato è bastata una stagione in maglia giallonera - e poco importano i disastrosi risultati in Champions League e quelli discreti in campionato - per spingere il Milan a versare 10 milioni di euro nelle casse dei bernesi. Sarebbero verosimilmente stati due o tre in più qualora Athekame fosse stato un giocatore del Basilea, il club svizzero più «spendibile» sul mercato internazionale.

Senza Conference chi arriva?

Il mancato accesso al girone di Conference League non dovrebbe insomma cambiare la dimensione sportiva dei bianconeri più in vista. E, suggerivamo, potrebbe giovare alla costanza di rendimento e alle ambizioni in Super League. Al naufragio del primo obiettivo stagionale, tuttavia, si rischiano di sommare i risvolti per i trasferimenti in entrata. L’attrattività del club, senza coppe europee, subirà un bel colpo. E, in attesa di capire se e per quanto si riuscirà a monetizzare gli addii di Hajdari e Zanotti, è ipotizzabile che alcuni dei rimpiazzi già individuati da Sebastian Pelzer e scout si defilino definitivamente, per lasciare spazio a eventuali piani B o C. Oddio, a meno che a Celje non succeda l’impossibile.

Mattia Croci-Torti, tramite i canali social del club, si è espresso così in merito all’impegno odierno: «Vogliamo disputare una partita seria e fare di tutto per prenderci una rivincita. Non siamo contenti per quanto accaduto settimana scorsa. Sappiamo - ha detto il mister - che sarà difficile capovolgere il risultato, tuttavia non partiamo battuti. Vogliamo farci rispettare e vedere cosa succede». In Slovenia mancheranno gli infortunati Zanotti (lesione al flessore sinistro), Bottani (affaticamento all’adduttore lungo destro) e Kendouci, da pochi giorni a Cornaredo. Croci-Torti riavrà invece a disposizione Brault-Guillard.
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