Il personaggio

Chi è Richarlison, il «Neymar di sinistra» amato dal Brasile

Mentre Lula e il Paese sperano che, grazie al Mondiale, il Paese ritrovi un minimo di unità nazionale, l'attaccante del Tottenham spera di ripetersi contro la Svizzera
© AP
Marcello Pelizzari
28.11.2022 11:30

Dopo la sua prima doppietta con il Brasile, nel settembre del 2018, Richarlison ricevette complimenti e regali. Uno su tutti: una maglia amarelinha numero 10, con dedica e firma. «Dio ti benedica, ragazzo d’oro». Il mittente? Nientepopodimeno che Neymar. Quel dono, oggi, si trova a casa dell’attaccante del Tottenham. Incorniciato, per sempre.

Quattro anni dopo, Richarlison è uno dei simboli della nazionale di Tite e, di riflesso, del Paese. Di più, il rapporto con Neymar è ancora forte, anzi fortissimo. Dopo un’altra doppietta, quella che ha steso la Serbia, Richarlison si è precipitato al telefono per sapere come stava l’amico e compagno di squadra, alle prese con una caviglia che pareva un melone.

Il significato della maglia

La stampa brasiliana, forse forzando la mano, forse perché è davvero così, ha dato a Richarlison anche un colore politico. Un colore differente rispetto a quello di Neymar, che mai ha nascosto – come molti altri giocatori della nazionale verdeoro – la sua stima per Jair Bolsonaro, l’oramai ex presidente, leader di una destra che a molti appare estrema. Un colore, quello di Richarlison, simile a quello del socialista Lula, tornato al potere in un clima che definire teso, in Brasile, è poco.  

Non a caso, nelle settimane precedenti il Mondiale si è discusso parecchio attorno al concetto di maglia e, ancora, riguardo la sua connotazione politica. Qatar 2022, agli occhi di Lula, dovrebbe essere l’occasione per riavvicinare tutti i brasiliani alla amarelinha, dopo che Bolsonaro se n’era appropriato e dopo che gli stessi giocatori avevano manifestato il proprio sostegno all’ex presidente. Neymar, in particolare, aveva scatenato un’onda di polemiche e rabbia dopo aver pubblicato un video nel quale si poteva sentire una canzone pro-Bolsonaro e nel quale il fenomeno del PSG mimava il numero 22, il numero elettorale del partito di Bolsonaro alle presidenziali.

Le lotte di Richarlison

E Richarlison? La sinistra lo vede come un autentico esempio. Sostiene la giustizia sociale, si è impegnato più volte contro il razzismo e la povertà, ma anche contro la violenza di genere e a favore dei diritti LGBTQ+. Nel 2020, a tal proposito, spiegò: «Ogni volta che c’è una causa importante, mostrerò sempre la mia faccia, ancora di più giocando per la nazionale brasiliana e in Inghilterra».

Nonostante le vedute (politiche) differenti, Richarlison e Neymar sono amici. In campo, dove conta di più, l’intesa è sempre stata ottima. «È una persona che ammiro molto, un vero idolo per me».

L’infortunio al numero dieci, all’improvviso, ha proiettato proprio Richarlison sotto i riflettori. Contro la nostra Svizzera, sarà lui a guidare la selezione di Tite. Quella maglia, in ogni caso, non sembra pesargli. Nemmeno pensando alle connotazioni politiche. «Penso che mi stia davvero bene. È così da quando ho indossato la maglia della Seleçao per la prima volta».

L'infanzia e la gavetta

Richarlison, come tanti calciatori brasiliani, ha avuto un’infanzia non facile. Da ragazzo, allo spaccio di droga che scelsero molti suoi amici preferì la vendita di ghiaccioli. Oggi, appunto, è il simbolo del Brasile nonché la primissima scelta per l’attacco, con buona pace di Gabriel Jesus. Neymar, alla sua età, 25 anni, era una stella affermata. Aveva già vinto tantissimo a livello di club, fra cui la Champions League. Richarlison, invece, è arrivato da lontano. E dalla periferia inglese: dapprima il Watford, quindi l’Everton e solo da questa stagione il Tottenham.

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