Il caso

Ma la maglia del Brasile è di destra o di sinistra?

A lungo simbolo del bolsonarismo, grazie a Lula ora la amarelinha vuole tornare a essere la maglia di tutto il popolo brasiliano: ma i problemi non mancano
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Marcello Pelizzari
19.11.2022 18:04

Lo avevamo detto: Jair Bolsonaro, fra le altre cose, si era appropriato del calcio e, in particolare, della maglia della nazionale brasiliana. Facendone un simbolo politico, segno distintivo della destra.

Ora, con la sconfitta elettorale dell’ormai ex presidente, i tifosi della Seleçao sperano che la casacca verdeoro possa, di nuovo, unire il Paese. La amarelinha, come viene chiamata una delle maglie più iconiche della storia del calcio, in passato ha contribuito alla polarizzazione del Brasile. Una polarizzazione che lo scontro Lula-Bolsonaro ha portato all’estremo.

Non a caso, diverse star della musica e molti politici di sinistra durante la campagna elettorale hanno usato la medesima strategia di Bolsonaro, capace negli anni di ingraziarsi molti fenomeni del pallone a cominciare da Neymar. Hanno, cioè, indossato la maglia della nazionale nel tentativo di strapparla dalla simbologia della destra e dell’ultradestra. La stessa Federcalcio brasiliana, a un niente dai Mondiali, aveva lanciato una campagna per ribadire che la maglia è di tutti. Punto.

In Brasile, stando alle testimonianze, durante le partite della squadra di Tite (quasi) tutti non avranno problemi a girare per le strade con l’amarelinha addosso. Diverso, però, il discorso nei giorni in cui non giocano Neymar e compagni: il rischio di passare per qualcuno che lancia un messaggio politico, infatti, è troppo alto. Proprio perché è forte, ancora, il sentimento che la maglia sia un’arma di Bolsonaro.

D’altronde, la destra iniziò ad appropriarsi del giallo o, meglio, della amarelinha nel 2015, durante le proteste contro il governo di Dilma Rousseff. Da allora, è stata quasi sempre associata al bolsonarismo. Gli stessi sostenitori di Bolsonaro, ora, hanno indossato magliette della nazionale durante i blocchi stradali organizzati per contestare i risultati delle presidenziali.

Detto di politici ed esponenti dello spettacolo di sinistra che stanno cercando di riappropriarsi della maglietta, vanno sottolineati anche tentativi alternativi o, se preferite, aggiunte: in vendita ad esempio ci sono maglie del Brasile con particolari che richiamano il Partito dei Lavoratori di Lula o l’arcobaleno LGBTQ+. Lula, di suo, ha invitato la popolazione a non vergognarsi della amarelinha. Indossatela, ha detto. Perché appartiene al popolo brasiliano. Durante i Mondiali in Qatar, il neopresidente indosserà una maglietta con il numero 13: era il numero elettorale del suo Partito.

La strada, va da sé, è ancora lunga. E dipenderà altresì dal cammino di cui sarà capace la nazionale verdeoro in Qatar. L’eventuale vittoria del Mondiale, evidentemente, farebbe tanto. Anzi tantissimo.

 

 

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