Chivu, Tudor, Howe: le strade parallele

Dodici. È questo il numero degli allenatori che, nella prossima stagione di Serie A, siederanno su una nuova panchina. Un vero e proprio valzer che ha interessato le squadre di alta e bassa classifica. Molte sono state le discussioni attorno a queste scelte. Tanti i giudizi. Ma ciò che è certo è che nel calcio – come si suol dire – la palla è rotonda, e, quindi, circa il vincitore del prossimo tricolore si possono fare solo ipotesi, con la consapevolezza che la possibilità, se non la probabilità, che esse vengano disattese è alta. Nel campionato italiano, tuttavia, c’è un dato apparentemente irrilevante, ma che diventa interessante se rapportato a un caso contrapposto: quello inglese. La Serie A come la conosciamo oggi, infatti, è nata nella stagione 1914-1915, e in oltre cento anni di storia ha visto appena ventinove allenatori non italiani vincere lo scudetto. Negli ultimi venticinque anni, addirittura, sono state solo due le occasioni in cui un allenatore straniero, in questo caso portoghese, ha sollevato al cielo il trofeo più ambito d’Italia. Stiamo parlando, ovviamente, dello Special One José Mourinho, che è anche l’unico allenatore che, nella storia della Serie A, sia mai riuscito a conseguire il triplete.
La Serie A che verrà
Per la prossima stagione, come detto, sono stati molti gli avvicendamenti sulle panchine: in cima alla classifica, in particolare, solo il Napoli (allenato da Antonio Conte), e la Juventus (allenata da Igor Tudor) hanno confermato i loro condottieri al timone della loro nave. La Vecchia Signora – tra l’altro – ha deciso di proseguire la sua avventura con il tecnico croato dopo che questi era subentrato, a stagione in corso, a Thiago Motta. Un’altra candidata allo scudetto che ha cambiato allenatore è l’Inter. Dopo un matrimonio durato quattro anni con Simone Inzaghi, i nerazzurri hanno deciso di affidare la loro panchina a una vecchia leggenda del club, il rumeno Christian Chivu. Se pensiamo alla statistica di cui sopra concernente gli allenatori non italiani in grado di vincere il tricolore, possiamo convenire come Igor Tudor e Christian Chivu abbiano una motivazione in più per portare le loro squadre al trionfo in campionato: quella di interrompere questa “maledizione” che sembra toccare gli allenatori non italiani che, durante gli ultimi anni, hanno preso in mano una squadra di Serie A.
Il caso opposto: la Premier
Se già era sorprendente quello della Serie A, il dato della Premier League lo è forse ancora di più. Nel campionato della terra di Re Carlo, addirittura, nessun allenatore inglese è mai riuscito a laurearsi campione (Ferguson, lo ricordiamo, è scozzese). L’ultimo coach inglese a vincere il campionato è stato, infatti, Howard Wilkinson con il Leeds United nella stagione 1991-1992, quando la competizione si chiamava ancora “First Division”. Per il campionato 2025-2026, al via il prossimo 15 agosto, gli allenatori inglesi ai nastri di partenza saranno solo tre: Scott Parker, della neopromossa Burnley; Graham Potter, del West Ham United ed Eddie Howe, del Newcastle United. Fra queste tre compagini è forse proprio quest’ultima ad avere le maggiori chances di vincere – seppur sempre da underdog – la Premier League. Durante la passata stagione, infatti, gli uomini di Eddie Howe hanno vinto la Carabao Cup e si sono classificati quinti in campionato, ultimo piazzamento utile per l’accesso alla prossima Champions League. In particolare, per il Newcastle ha significato molto portare a casa la Carabao Cup. Infatti, l’ultima volta che i Magpies erano riusciti a vincere un trofeo era stata nel 1969, quando trionfarono nella Coppa delle Fiere (oggi conosciuta come Europa League). In patria, addirittura, il digiuno di trofei durava dal 1955, quando il Newcastle United vinse la FA Cup. È anche vera una cosa: forse, in Premier League, si punta poco sugli allenatori provenienti dalla propria nazione. Nel campionato di Serie A, infatti, su venti panchine tredici sono di appannaggio di tecnici italiani. In Inghilterra, invece, il dato, come già menzionato precedentemente, è di appena tre allenatori su venti.