FC Lugano

Croci-Torti: «Non posso essere arrabbiato, nelle difficoltà reagiamo sempre»

Il tecnico bianconero analizza il pareggio dei bianconeri contro il Servette a Cornaredo
©Gabriele Putzu
Massimo Solari
19.03.2023 21:09

Non è stato un bel Lugano. E non è stata una bella partita. Per intenderci, scordatevi l’entusiasmante successo contro lo Zurigo. Fatto di trame sinuose, qualità e controllo quasi totale delle operazioni. No, la sfida di Cornaredo con il Servette - in questo senso - ha persino deluso. Ci si attendeva il sorpasso, lì, alle spalle dell’inarrivabile Young Boys. Ma anche una formazione gagliarda, come promesso alla vigilia da Mattia Croci-Torti. «Vogliamo attaccarli dal primo minuto», aveva dichiarato il tecnico bianconero, desideroso - una volta per tutte - di mettere la freccia in campionato e lanciare il primo, importante segnale in vista della semifinale di Coppa Svizzera. «Invece è andata diversamente» ammette il Crus nella pancia della tribuna principale. «La partita contava così tanto che, alla fine, nessuno voleva perderla. Sì, proprio come se si trattasse già del match di Coppa». Ne è uscito un pareggio. Corretto, per quanto osservato in campo. E però tutto fuorché scontato. A un amen dal novantesimo, in effetti, il Lugano era sotto nel punteggio e non sapeva bene da che parte sbattere la testa.

«Entrata in materia sofferta»
«Ma a livello mentale siamo rimasti sul pezzo e, soprattutto, in svantaggio di una rete non abbiamo subito la classica imbarcata» sottolinea l’allenatore dei bianconeri, alludendo al sussulto finale dei suoi. Un sussulto tramutatosi nel pareggio quasi insperato di Celar. E, addirittura, nel raddoppio sfiorato poco dopo da Amoura. «Perciò non posso essere arrabbiato» aggiunge Croci-Torti. «Nelle difficoltà reagiamo sempre. È successo pure a inizio partita, con il forfait di Mai che ha imposto un primo adattamento e - poi - a seguito della commozione cerebrale accusata da Daprelà. Questi episodi hanno incrinato, almeno parzialmente, gli equilibri della squadra. Ed è vero, abbiamo sofferto l’entrata in materia». Privo anche di Steffen, squalificato, in fase offensiva, il Lugano ha impiegato una buona mezz’ora per prendere le misure a un avversario quadrato e - al netto delle diverse assenze - solido in retrovia. «È stata una gara equilibrata, fatta di tanto studio» ribadisce il Crus. Per poi tuttavia sottolineare un paio di dati: «Di rado superiamo il 60% in termini di possesso palla. Di più: pur senza essere molto pericolosi, abbiamo tirato addirittura 17 volte verso Frick». Vero. Fresco di convocazione in Nazionale, il portiere del Servette non ha però mai tremato seriamente. E il perché è presto detto. Oltre alla buona tenuta difensiva dei granata, Sabbatini e compagni hanno sbagliato davvero troppo con la sfera fra i piedi. Chiamatela imprecisione o mancanza di qualità, sta di fatto che il solo (e ormai solito) Aliseda ha cercato di accendere con convinzione la luce. «D’altronde mancava Steffen, oltre agli infortunati Mahou e Bottani» tiene a ricordare Croci-Torti.

«Amarezza, non frustrazione»
Il Lugano ha pagato pure la prestazione opaca di Celar. Autore dell’ennesima rete, certo, ma in più di una circostanza apparso un po’ impacciato. «È stata una partita difficile» ammette il bomber sloveno: «Il Servette ha protetto bene la sua area, complicandoci la vita. Non ci siamo arresi. Abbiamo insistito e, infine, siamo stati premiati da un pareggio e un punto che ritengo importanti». Già. Eppure l’operazione sorpasso è rimasta incompiuta. Ancora una volta. «Ma mancano ancora molte partite e altrettante chance» evidenzia in merito l’attaccante bianconero. «I risultati delle nostre avversarie dirette conferiscono valore all’1-1 con il Servette» rilancia a sua volta Croci-Torti. Prima di riconoscere una certa amarezza per non essere riusciti a scavalcare i ginevrini. «Ad ogni modo non parlerei di frustrazione, quello no» rileva il mister ticinese, le cui scelte in corso d’opera, per certi versi, sono state premianti. Pensiamo proprio a Celar, lasciato sul terreno da gioco quando una sostituzione con Babic poteva presentarsi come cosa buona e giusta. «La verità - indica il Crus - è che l’infortunio di Daprelà mi ha obbligato a bruciare un slot anzitempo. Non fosse successo, forse, avrei agito diversamente. Con Amoura ho provato a vincerla, ma ho rischiato di perderla, cambiando modulo e prestando il fianco alle transizioni del Servette». Di recente abituato a incassarle, il Lugano - questa volta - la rimonta l’ha invece piazzata. La corsa al 2. posto rimane apertissima.

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