Da Saipi a El Wafi, il pacchetto difensivo del Lugano è un disastro totale

Basta una punizione centrale di Kololli da 30 metri per metterlo in apprensione. Poco dopo si fa battere sul suo palo. Non c’è altro da aggiungere.

Disputa, in maniera assolutamente disastrosa, solamente i primi 45’. Su entrambe le segnature vallesane fa una bruttissima figura.

Non ha nemmeno particolari colpe, ma affonda anche lui assieme a tutto il resto della retroguardia bianconera.

Riesce nell’impresa di sbagliare un’infinità di passaggi, anche i più banali. In marcatura, però, si comporta perfino peggio. Detto semplicemente, è inadatto.

Deve ritornare in forma fisicamente. E al più presto.

Il furore agonistico non manca. La precisione, quella, invece sì.

Il dato favorevole riguardante il possesso palla si spiega soprattutto con la sua gestione della sfera. Lo zero alla voce «gol segnati», forse anche. Manca lo spunto.

Per tre volte riesce a mandare in porta i propri compagni, che però non ne approfittano. Uno contro tutti, in pratica.

Si intestardisce ad abbassarsi per giocare un maggior numero di palloni. Tuttavia, li gestisce in modo tutt’altro che brillante. E l’occasione divorata nel primo tempo è pesante.

Riesce a segnare ma si trova in posizione di fuorigioco. Poi, ancora imbeccato da Bislimi, fa cilecca. Impreciso.

Fumoso e inconcludente, come al solito.

Concede molto, troppo, spazio a Kololli sul terzo gol.

I primi segnali, sotto forma di spunti individuali, sono più che incoraggianti.

Ha una grossa occasione ma non la sfrutta.

Si vede sostanzialmente poco.

Un altro k.o. ma di tutt’altra natura rispetto a quello patito in Romania.