FC Lugano: per ora si guarda ai primi sei posti

Come sta, dunque, il Football Club Lugano? In che direzione si muove? E, soprattutto, a che cosa aspira per la stagione 2025-26? Come oramai consuetudine, agli interrogativi è stata data una risposta – talvolta chirurgica, talvolta parziale – al LAC, teatro della conferenza stampa di presentazione dell’annata sportiva. Tre gli interlocutori, ciascuno con uno o più messaggi da trasmettere alla platea. E, di riflesso, ai tifosi.Va da sé, particolarmente attese erano le indicazioni circa gli obiettivi da perseguire in Super League, in Europa e in Coppa Svizzera. Ebbene, la musica non è cambiata rispetto a dodici mesi fa. Semmai, si è preferito addolcire un paio di note. A rompere il ghiaccio sul tema è stato il CEO Martin Blaser: «In campionato vogliamo chiudere nelle prime sei posizioni dopo 33 turni, qualificandoci dunque al girone per il titolo; puntiamo poi alla finale di Coppa Svizzera e alla sua conquista in caso di presenza al Wankdorf; nel mirino, infine, c’è la partecipazione alla League Phase di Europa o Conference League».
«Alla fine contano i risultati»
Bene. Nel luglio 2024, tuttavia, si era parlato apertamente di prime tre posizioni. È cambiato qualcosa? Un passo indietro? «Sono obiettivi che potranno evolvere nel corso della stagione» ha tenuto a precisare il Chief Sports Officer Sebastian Pelzer: «Credo sia importante che tutti si rendano conto che ci troviamo in una fase di transizione. Le qualità non mancano, ma occorre fare un passo alla volta. L’anno scorso abbiamo fatto i conti con una buona dose di esperienze negative, cedendo all’entusiasmo dopo l’inverno. Perciò, internamente, siamo d’accordo che un posto nella top 6 costituisca il miglior punto di riferimento». L’allenatore Mattia Croci-Torti, da parte sua, ha tenuto ad aggiungere: «Parlare di primi sei posti non significa togliere o mettere pressione al sottoscritto. Semplicemente la scorsa stagione ci ha fatto capire che cosa implica essere in corsa su tutti i fronti a marzo. Esistono delle variabili, e avete visto quanta lucidità ci ha tolto la Conference League per il finale di stagione. Detto ciò, sono sicuro che possiamo competere con le big del torneo. All’ultimo campionato, chiuso al 4. posto, si è arrivati ad associare il concetto di fallimento. Ecco, vogliamo eliminare questa parola dal nostro vocabolario. E per farlo occorre far sognare i tifosi, regalare loro emozioni. Insomma, creare una squadra che giochi sempre per vincere e sappia raggiungere determinati risultati, che alla fine sono la cosa più importante».
Più o meno forti?
Al tramonto dello scorso torneo, ilCrus aveva posto l’accento su due aspetti. Da un lato la ricerca, sul mercato, di giocatori carismatici e scafati. Dall’altro la necessità di correggere gli errori manifesti commessi sul piano della gestione atletica e degli infortuni. Beh, gli appelli del 43.enne momò non sono rimasti inascoltati. Per quanto concerne il settore della performance, oltre a una preparazione estiva in parte rivista, Croci-Torti ha annunciato cambiamenti imminenti, con in particolare una ridistribuzione delle responsabilità. Il tutto senza fare nomi.Ezgjan «Gianni» Alioski, Kevin Behrens e pure Ahmed Kendouci, loro, sono invece rinforzi che non necessitano di chissà quali presentazioni. «Con Sebastian - ha spiegato l’allenatore - avevamo evocato l’avvento di aria fresca. Volevamo cambiare alcune caratteristiche e dinamiche del gruppo, dalla struttura fisica all’esperienza. Ogni stagione però ha la sua storia e non mi spingerò quindi a giudicare questa squadra più forte di quella che aveva iniziato l’ultimo campionato. Di certo, questo Lugano - con le sue peculiarità - potrà togliersi delle soddisfazioni».
Osigwe al Bellinzona
Che poi, la rosa attuale subirà ulteriori strattoni da qui alla fine del mercato estivo. Pelzer, in merito, ha confermato come la cessione del difensore Albian Hajdari sia imminente. E lo stesso, novità non sorprendente, dovrebbe accadere con l’attaccante Shkelqim Vladi, che ha chiesto di essere trasferito altrove. «Un trasferimento per lui è pianificato» ha indicato il responsabile dell’area sportiva, confermando pure l’interesse del club bianconero per l’ala sinistra Elias Pihlström, 18 anni e attualmente al Degerfors, nel massimo campionato svedese. «Ma, a differenza di quanto emerso sui media, la trattativa non è conclusa». Al contrario, nelle scorse ore è stato ultimato il passaggio del portiere Sebastian Osigwe al Bellinzona.
«Ricavi in Ticino bassissimi»
Il Lugano, ad ogni modo, non può fare e disfare a piacimento quando si tratta di mercato. E a evidenziarlo con una punta di contrarietà è stato Blaser. Il contesto, d’altronde, non è cambiato. Non ancora, perlomeno. «Dà un po’ fastidio che, soprattutto in Svizzera interna, la nostra società sia considerata senza limiti sul fronte della spesa. La verità è che i regolamenti, per chi vuole prendere parte alle competizioni UEFA, sono severi». Il fair-play finanziario, già. «Che non ci permette d’investire più di 60 milioni di franchi su tre anni» ha puntualizzato il CEO, alludendo alla copertura del deficit operata dal proprietario Joe Mansueto e citando i ricavi, «che in Ticino rimangono bassissimi e - al netto degli introiti generati in Europa - sono la condizione di base da cui partire». Tradotto: «Il budget stagionale è di 30 milioni, né più né meno dei costi operativi del Lucerna» ha puntualizzato Blaser. Per poi ricordare i principi guida della FC Lugano SA, inseriti persino sotto il colletto della nuova maglia: «Chiarezza, verità e prestazione». Ben venga iniziare dall’ultimo, domani contro il Cluj.
I soliti abbonati e i tifosi del futuro
La famiglia della FC Lugano SA, intanto, viaggia verso i 200 dipendenti. I progetti, complice la futura AIL Arena, si sommano. E con loro le aspettative. «Ma non raggiungere al 100% un obiettivo non significa sbagliare tutto» ha voluto sottolineare Martin Blaser, costruendo un ponte tra le prestazioni in campo e i molteplici cantieri extrasportivi. Nel suo articolato discorso, il CEO ha per l’appunto posto l’accento sull’avvicinamento al nuovo stadio. «Ci aspettano 11 mesi intensi e caldissimi. Un periodo che influenzerà tutto il personale». Ma che, a oggi, non sembra infiammare ancora il pubblico. Per quella che sarà l’ultima stagione a Cornaredo, e a fronte dell’iniziativa della società che ha legato le tessere di questo campionato a quelle del nuovo impianto, gli abbonamenti staccati si attestano a un livello paragonabile a quello dell’estate 2024. «Al momento non ravvisiamo un “effetto AIL Arena”, la quota degli abbonamenti realmente venduti si conferma attorno alle 1.600 unità» ha precisato Blaser.
L’unità operativa Business development, tuttavia, è al lavoro per plasmare una nuova generazione di tifosi. A settembre, per esempio, si partirà con un’iniziativa in collaborazione con l’Istituto scolastico di Lugano e le sue classi di prima elementare. Nell’ambito delle ore di educazione fisica, per la precisione, si terranno degli incontri con i protagonisti bianconeri. Non solo. Grazie al supporto della Divisione sport cittadina, e con orizzonte 2026, si guarda pure ai neonati della regione e alle rispettive famiglie, ai quali s’intende regalare un kit omaggio griffato composto da tutina, bavaglino, certificato di benvenuto bianconero e 6 anni di membership. Una questione di legame e identificazione, insomma, che però passa e passerà anche dall’integrazione di talenti ticinesi in prima squadra. E qui a essere chiamati in causa, oggi, sono state due componenti: la U21, che si vorrebbe alimentare con l’80% di giocatori prodotti in casa e che dovrebbe - già da quest’anno - favorire l’esordio di 2-3 elementi agli ordini del Crus; l’Academy, che dal luglio 2026 prenderà il controllo del calcio giovanile d’élite e dovrà fondarsi su un nuovo partenariato con una società sopracenerina. Come da noi anticipato, si sta discutendo con Locarno, Giubiasco e Gambarogno. «Ma le porte per il Bellinzona, che non ha mai risposto alle nostre sollecitazioni, non sono chiuse del tutto» ha indicato Blaser. Per poi concludere: «Da quanto abbiamo sentito e letto, però, l’ACB continua a non rendersi conto della situazione».