L'editoriale

Il teatrino, l’ipocrisia e i piedi scoperti

Nessuno dei protagonisti coinvolti nel «caso Bentancur» sta facendo una bella figura, in una vicenda in cui la verità risulta essere un concetto soggettivo
Nicola Martinetti
03.05.2023 06:00

Guardiamo e riguardiamo la situazione da più prospettive. Come suggerito da uno splendido Robin Williams, in piedi su una cattedra nei panni del professor Keating, nell’iconica pellicola di fine anni ‘80 «L’attimo fuggente». Eppure, al netto delle angolazioni e dei nostri sforzi, di vincitori nell’ambito del «caso Bentancur» proprio non ne vediamo. Già. L’intera vicenda, esplosa dopo la bocciatura del primo dossier inviato dall’AC Bellinzona all’indirizzo della Commissione delle licenze, non è in fondo che un triste teatrino. Un gioco tra le parti, intriso di ipocrisia. Il quale, una mossa dopo l’altra, non fa che mettere in cattiva luce i suoi protagonisti.

In primis - e va sottolineato - il club granata. La cui leggerezza nel sottovalutare le implicazioni legate alla presenza di Pablo Bentancur, rischia ora di costare carissima. Anche perché custodire un segreto di Pulcinella nella speranza che le autorità chiudano più di un occhio, è un conto. Rimediare dopo aver rilasciato dichiarazioni fin troppo esplicite, è tutt’altro paio di maniche. Sorge tuttavia spontaneo pure qualche interrogativo in merito all’operato della già citata Commissione delle licenze. E, di riflesso, della Swiss Football League. Se davvero l’incarto presentato dai granata ricalca quello accolto un anno fa, completo dunque di costellazione dirigenziale e tutto il resto, risulta difficile comprendere perché a dodici mesi di distanza, quanto approvato in precedenza ora non sembra più andare bene. Per tacere poi dell’apparente - e per certi versi inspiegabile - disinteresse verso gli analoghi casi di Basilea e Grasshopper, fin qui mai veramente messi in discussione dalle autorità preposte.

La verità, in questa vicenda, risulta insomma essere un concetto alquanto soggettivo. Malleabile e finanche trascurabile. Ma persuasi dalle parole di un altro protagonista de «L’attimo fuggente», Todd Anderson, interpretato da un giovanissimo Ethan Hawke, restiamo tuttavia convinti che essa rimanga «una coperta che ti lascia scoperti i piedi». Quelli di tutti, nessuno escluso.

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