Calcio

La leggerezza del Lugano e quella di Anto Grgic

Il Lugano domani sfida lo Zurigo con l’obiettivo di conquistare il terzo successo consecutivo - «Riuscirci significherebbe che la squadra è tornata sul pezzo» sottolinea Mattia Croci-Torti - Il centrocampista ex Sion invece scherza sulle 100 gare in bianconero: «Fiero, ma aspetto ancora la maglia celebrativa dal club...»
©CdT/Gabriele Putzu
Massimo Solari
17.10.2025 17:49

Che a Cornaredo sia tornato il sereno, lo certificano gli ultimi risultati. Certo. A suggerirlo, però, vi sono pure altre sottigliezze. Per dire: osservato dall’esterno, Anto Grgic non dà l’impressione di essere personaggio ironico e men che meno spavaldo. Piuttosto, si è indotti a dipingere una figura rigorosa, persino ordinaria. Quale è, con indubbie qualità tecniche, sul rettangolo verde. E invece, a poche ore dal match casalingo contro lo Zurigo, il centrocampista bianconero si stuzzica con l’allenatore Mattia Croci-Torti, seduto al suo fianco, pungolando altresì il Chief Sports Officer Sebastian Pelzer, presente in sala stampa. «Il traguardo delle 100 presenze con il Lugano? Mi rende naturalmente fiero, anche se non ho ancora ricevuto una maglietta celebrativa da parte del club. Chissà, forse arriverà...» ride.

Quella scommessa col Crus

«Mister rigori», come oramai viene soprannominato a fronte di venti trasformazioni consecutive, accetta poi di buon grado la punzecchiatura del Crus: «Sulla necessità di trovare maggiormente il gol con conclusioni da fuori lascio volentieri rispondere Anto...». «In effetti - ammette l’ex Sion - è un tema sul quale abbiamo discusso parecchio e continuiamo a discutere con il mister. E, sì, sono cosciente di dover cercare con maggior costanza e determinazione questa soluzione, al fine di aiutare ulteriormente il Lugano». Alla sua destra, il tecnico sospira. «Con Anto esiste una scommessa, che non riguarda i tiri dalla distanza, ma i calci di punizione. Spero di perderla presto, anche se oramai siamo in ballo da un po’...». Croci-Torti torna quindi serio: «Grgic è una persona, ancora prima che un calciatore, non egoista. Parliamo di un uomo squadra, che pensa innanzitutto a migliorare il gioco della squadra. In questi frangenti, talvolta tradendo le doti balistiche di cui dispone, Anto tende a privilegiare il compagno, l’altruismo che - per l’appunto - è parte del suo carattere. Si tratta di un elemento importante non solo in partita, ma anche durante gli allenamenti, in occasione dei quali, con la sua attitudine, non smette di far progredire il resto del gruppo».

Una costante: il numero 8

Grgic, non a caso, è l’unico bianconero ad aver disputato da titolare tutte le gare in campionato. Una costante, insomma, nel cuore di una formazione che Croci-Torti ha invece modificato a otto riprese. «Con gli impegni europei, nelle due scorse annate, affidarsi a un solo undici per più partite non era sostanzialmente possibile. Lo sarà senz’altro di più adesso, in caso di successi ripetuti. Disporre di più tempo per allenarsi, inoltre, comporta un numero inferiore di infortuni. E ce ne stiamo accorgendo. Detto ciò, e non lo nego, sono un allenatore che - ahimè - guarda un po’ troppo l’avversario, cercando di metterlo in difficoltà anche con giocatori dalle caratteristiche differenti. Cruciale, ad ogni modo, rimane l’atteggiamento. Ed è per questo motivo che Grgic - in quanto esempio positivo anche nelle difficoltà - è stato risparmiato meno degli altri in termini di minutaggio».

Cercare maggiormente il gol con conclusioni da fuori area? In effetti è un tema sul quale abbiamo discusso parecchio e continuiamo a discutere con l'allenatore. E, sì, sono cosciente di dover cercare con maggior costanza e determinazione questa soluzione
Anto Grgic, centrocampista FC Lugano

Ecco: a proposito dello status del numero 8. Se nell’ambito del mercato estivo si è discusso molto della «vendibilità» di giocatori come Hajdari, Zanotti, Bislimi, Papadopoulos e Belhadj, il nome di Grgic non è praticamente mai emerso. Eppure, al momento della firma il diretto interessato aveva definito Lugano come la tappa intermedia di un giocatore ambizioso. «Ogni calciatore aspira a grandi traguardi e io non faccio eccezione» osserva in merito il 28.enne. «Fintanto che si ha un contratto con un club, però, è doveroso fare il massimo per rispettarlo. Perlomeno, io la penso così. Dopodiché esistono delle figure preposte per portare avanti determinate discussioni con la società ed eventuali altre squadre».

Prosegue l’operazione rilancio

Chiusa la finestra temporale riservata ai trasferimenti, il Lugano ha rialzato la testa. Le ultime vittorie contro GC e Winterthur hanno reso meno allarmante la classifica e, va da sé, ripetersi questa sera al cospetto dello Zurigo consoliderebbe l’operazione rilancio. «Imponendoci di nuovo a Cornaredo, ipoteticamente, potremmo trovarci a -3 dalla vetta» rileva il Crus. Per poi precisare:«Come nelle scorse settimane, non è però alla graduatoria che intendiamo prestare attenzione in questa fase. Battere lo Zurigo, semplicemente, significherebbe che il Lugano è tornato sul pezzo e sa come ottenere ciò che vuole. Con grande consapevolezza e la necessaria affidabilità atletica lungo tutti i 90 minuti».

Grgic annuisce: «Ovviamente, le ultime prestazioni hanno fatto bene alla fiducia dello spogliatoio. E ora vogliamo alimentare questa energia positiva con lo Zurigo». In Ticino, avvisa Croci-Torti, si presenta un avversario «capace del meglio come del peggio. Rispetto alla scorsa stagione, e a seguito dell’avvento di van der Gaag in panchina, è una compagine che non rinuncia mai alla costruzione al gioco. Dovremo dunque essere bravi a spegnere questo coraggio collettivo, così come il ripetuto ricorso agli esterni, forti nell’uno contro uno».

Steffen più serio del previsto

Sulla corsia di destra, Croci-Torti rischia invece di non poter contare ancora a lungo su Renato Steffen. La situazione del vicecapitano bianconero è stata aggiornata dal club. E non in positivo. «Durante un controllo nel percorso riabilitativo, gli esami radiografici a cui è stato sottoposto il giocatore hanno evidenziato una piccola frattura composta alla sesta costa destra. Secondo gli specialisti, la lesione era con ogni probabilità già presente in seguito all’incidente del 17 settembre, durante la partita contro il Losanna, ma inizialmente non era stata rilevata né alla radiografia né alla TAC, poiché la frattura risultava ingranata. La prima diagnosi è dunque stata rivista. Alla luce del nuovo referto, Steffen intraprenderà un nuovo ciclo di riabilitazione con tempi di recupero da definire in base all’evoluzione del quadro clinico e strumentale».

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