L'estate sta finendo, ora il Lugano deve iniziare a fare sul serio

La ricerca di un posto al sole, per il Lugano, riparte dal kybunpark. E da un avversario che a differenza dei bianconeri ha vissuto un’estate inebriante sul piano dei risultati e della resa di chi è stato mandato in campo. La squadra di Mattia Croci-Torti, al contrario, vuole mettersi alle spalle due mesi tremendi. Da un lato complici le amare uscite di scena in Europa e Coppa Svizzera, a cui sommare i balbettii in campionato. Dall’altro a fronte di un mercato complicato, all’insegna del vorrei ma non posso, O meglio, del non riesco.
A San Gallo, domani sera, non saranno dunque Steffen e compagni a vestire i panni dei favoriti. Sarebbe superbo crederlo. «Anche perché affrontiamo una formazione temibile e in fiducia» ha riconosciuto il Crus. «I biancoverdi, in casa, fanno sempre “paura”. Ci attende dunque una sfida ad alta intensità e speriamo di essere pronti sul piano fisico. Crediamo nelle nostre potenzialità, consapevoli però che occorrerà soffrire per cercare di strappare i 3 punti».
Diplomazia al lavoro
D’accordo lo spirito di sacrificio, ma con che testa arriva il Lugano al quinto impegno in Super League? E, soprattutto, qual è il potenziale della rosa a consuntivo di entrate e uscite? Con il responsabile dell’area sportiva Sebastian Pelzer al suo fianco, nella pancia di Cornaredo il tecnico Croci-Torti non ha ovviamente alzato la voce. «Conosco le dinamiche interne. So chi abbiamo cercato di prendere, chi siamo riusciti a ingaggiare e chi no. Così come conosco le difficoltà incontrate da Sebastian. In chiusura di mercato, ad ogni modo, ha raggiunto Lugano un profilo all’altezza della Super League. Mentre mi aspetto di più da alcuni innesti, poco in evidenza nelle scorse settimane. Detto ciò, la bontà del mercato dipende e dipenderà dai miei risultati. Spetta a me, insomma, influenzarlo in modo positivo e preferisco quindi giudicarlo dopo essere riuscito a far ingranare la squadra. Sono sicuro che una volta recuperati i vari elementi infortunati, potrò contare su un gruppo in grado di fare benissimo».
Saipi o von Ballmoos?
A cinque minuti a mezzanotte, suggerivamo, è arrivato in prestito dallo Young Boys David von Ballmoos. Infine, un portiere in grado di fare concorrenza ad Amir Saipi. Già. Ma chi sarà tra i pali al kybunpark? A ridosso dell’allenamento pomeridiano durante il quale i diretti interessati sono poi stati informati, il Crus ha preferito nascondere le carte:«La gerarchia, nella mia testa, è in ogni caso chiara. Il numero uno è colui che vestirà la maglia di titolare contro il San Gallo. E che con le sue prestazioni dovrà poi confermare di meritarsi il posto». L’entourage di Saipi è convinto che sarà il proprio assistito. Quello di von Ballmoos non ha sicuramente benedetto il trasferimento in Ticino senza determinate garanzie. Beh, preparate i popcorn.
Addio difesa a tre
Lo stesso film e gli stessi interpreti, al contrario, andranno in scena poco più avanti. A seguito della cessione di Hajdari, infatti, i centrali a disposizione dell’allenatore sono rimasti Mai, Papadopoulos, El Wafi e l’infortunato Kelvin. E dire che Croci-Torti aveva richiesto - e a più riprese - un sostituto. «Di certo, disporre di un difensore in più mi avrebbe permesso di adottare un modulo di gioco - con una retroguardia a tre - funzionale al resto della squadra. In sostituzione di Albian, tuttavia, volevamo unicamente un elemento forte, capace di far crescere la rosa. E l’occasione, in questo senso, non si è presentata».
Non resta dunque che concentrarsi sulle risorse esistenti. Ancora il Crus: «Siamo a settembre e non è mia intenzione piangere. No, il mio compito è continuare a ricercare soluzioni, con ottimismo. Ma la chiusura del mercato estivo deve invitare a riflettere pure i giocatori rimasti. Non è più tempo di distrazioni, e di anteporre gli obiettivi individuali a quelli del collettivo. Di trasferimenti, semmai, si potrà tornare a parlare il 31 dicembre. In assenza di prestazioni convincenti e risultati positivi come squadra, però, sarà più difficile farlo. Quanto mostrato sin qui, d’altronde, non raggiunge la sufficienza».