Lugano-Fenerbahçe ha attirato l'attenzione dei tifosi turchi, ecco perché

E così, il Lugano affronterà il Fenerbahçe nel secondo turno preliminare della Champions League. Un doppio confronto prestigioso, per dirla con il direttore sportivo bianconero Carlos Da Silva. Che fungerà, altresì, da vetrina considerando il richiamo di sua maestà José Mourinho, allenatore dei turchi o, se preferite, nuovo imperatore di Istanbul. Un doppio confronto, caldo, se non caldissimo pensando alla tifoseria del «Fener». Una prova? Fatevi un giro sulla pagina Instagram del Lugano e ripescate il post in cui, non senza orgoglio, il club ticinese annuncia le date delle partite. I commenti, mentre scriviamo queste righe, viaggiano verso quota mille. Possibile? Sì, considerando che, nella maggior parte dei casi, parliamo di profili di tifosi del Fenerbahçe. Tifosi che, diciamo con più di una licenza poetica, hanno salutato l'avversario e, in un certo senso, preparato la partita del Sükrü Saraçoglu, lo stadio dei Canarini, al grido «benvenuti all'inferno» o «vi bruceremo».
Ma ci sono anche complimenti. Proprio così: molti tifosi, infatti, hanno apprezzato la scelta, da parte del social media manager del Lugano, di usare il logo del Fenerbahçe con cinque stelle. Un logo che, volendo assecondare gli sforzi del presidente Ali Koç, punta a far riconoscere i nove titoli nazionali vinti prima della fondazione della Süper Lig, nel 1959. L'invasione di massa di tifosi del «Fener» nel post, evidentemente, ha attirato anche altre tifoserie turche, fra cui quella del rivale di sempre, il Galatasaray, che non vede di buon occhio il logo a cinque stelle dell'avversario. Alcuni ultras del Besiktas, altra formazione di Istanbul, auspicano invece che il Fenerbahçe vendichi il 3-2 con cui il Lugano superò le Aquile nell'ultima fase a gironi della Conference League. Per intenderci, in Turchia la stella viene concessa ogni 5 titoli vinti. Ufficialmente il Fenerbahçe ne ha 19 in bacheca, quantomeno a livello di Süper Lig, per questo dovrebbe (il condizionale è d'obbligo) avere 3 stelle sul logo e sulla maglietta. Il presidente, dicevamo, vuole però ricordare anche l'era pre-Süper Lig e i 9 scudetti vinti fra il 1933 e il 1950, quando si disputavano il campionato turco e la lega nazionale.
Da notare che, nel frattempo, i tifosi del Fenerbahçe e di altre squadre turche hanno invaso anche altri post della bacheca Instagram bianconera. Favorendo, immaginiamo, la visibilità della stessa in Turchia. L'accoglienza «infernale» dei tifosi turchi, di per sé, non è una novità. L'assistente allenatore della Svizzera dell'epoca, Michel Pont, tempo fa ricordò al CdT il ritorno del doppio spareggio che regalò i Mondiali alla Svizzera. Queste le sue parole: «È impossibile dimenticare una partita folle come quella di Istanbul. Furono tre giorni allucinanti. Ci nascosero le valigie in aeroporto facendoci aspettare una vita ai controlli doganali. Il nostro bus venne preso a sassate. E ancora: durante il riscaldamento, i giocatori turchi vennero nella nostra metà campo e dai sedici metri aizzarono la curva alle spalle di Zuberbühler. Dissi al delegato FIFA: ‘‘Le sembra normale un inferno del genere?’’. Non seppe rispondere». Quell'incontro passò alla storia, soprattutto, per quello che potremmo definire un terzo tempo sanguinoso: «Quanto successe nel tunnel degli spogliatoi fu ancora peggio dell’inferno» le parole di Pont. «Vivemmo momenti drammatici. Penso al pestaggio di Grichting, ma anche all’aggressione che subì Huggel. ‘‘Beni’’ si beccò una squalifica e saltò il Mondiale, semplicemente perché si difese. La forza mentale che dimostrò la nostra squadra fu pazzesca».
Quel precedente, per fortuna verrebbe da dire, rimane l'eccezione. Anche il Bellinzona, impegnato in Coppa UEFA nel 2008 contro il Galatasaray, si ritrovò in un vero e proprio bagno turco quando atterrò a Istanbul per il ritorno e, di nuovo, durante l'arrivo allo stadio, il vecchio Ali Sami Yen. Ai lati delle strade, infatti, centinaia e centinaia di tifosi giallorossi accolsero a modo loro i calciatori granata il giorno della partita. Limitandosi, però, a mostrare la manita. Come a voler ricordare il 5-1 ottenuto contro un'altra squadra svizzera, il Sion, nella Coppa UEFA della stagione precedente. Per la cronaca, il Bellinzona perse con onore (2-1) e mostrando dell'ottimo calcio. A dimostrazione che, i tifosi, contano fino a un certo punto.