Lugano-Servette, e quelle maledette statistiche

Il Lugano torna ad affrontare il Servette e ai tifosi che già alzano gli occhi al cielo, o si affrettano a fare gli scongiuri, non ci sentiamo di muovere particolari rimproveri. Negli ultimi dodici incroci con i granata, d’altronde, i bianconeri hanno ottenuto la miseria di un successo. I quattro precedenti, inoltre, hanno sempre sorriso ai ginevrini. Ahia. Serve altro? Beh, le ultime prestazioni fornite dalla squadra di Mattia Croci-Torti hanno sollevato qualche interrogativo, su tutti quello relativo alla pericolosità offensiva. Che da diverse partite a questa parte è la grande assente ingiustificata. «Ed è mio compito sistemare le cose che non funzionano, individuando nuove soluzioni, toccando i giusti tasti, lanciando dei segnali» osserva in merito l’allenatore. La settimana bianconera è trascorsa così, alla ricerca di una mossa tattica e - al contempo - di una scintilla, grazie alle quali riaccendere la speranza negli ultimi 30 metri.
Era «l’uomo» di Croci-Torti
Al banco degli imputati, al proposito, siedono diversi giocatori. Hicham Mahou è uno di loro. Voluto fortemente dal Crus nell’estate del 2022, l’esterno di origini marocchine non è mai veramente esploso. Le sue statistiche non mentono: 3 gol e 8 assist in 73 apparizioni di Super League. Troppo poco. «E sono il primo a riconoscerlo» ammette l’ex Losanna e Nizza. «Purtroppo, il calcio moderno è determinato dalle cifre. E, spinto dall’allenatore, insisto quotidianamente per diventare un elemento più incisivo. Ma vi sono altri aspetti del gioco in cui credo di eccellere, come l’uno contro uno o le percussioni. Qualità, queste, altrettanto preziose agli occhi di Mattia e per il bene della squadra». Vero. Difficilmente, però, basterà per proseguire l’avventura a Cornaredo al termine della stagione. «Il contratto in scadenza? L’onorerò sino alla fine e poi ascolterò ciò che il club ha da dirmi. Ora, ad ogni modo, non ci penso. Ad avere la priorità, infatti, sono gli obiettivi del gruppo».
Rilanciamo: ma Hicham Mahou è soddisfatto della sua evoluzione in bianconero? «Mi aspettavo di più, non lo nego. Così come credo sia giusto ricordare gli infortuni, anche seri, che hanno frenato la mia progressione. Il presente, comunque, parla per me. Gioco spesso, perché il mister mi dà fiducia. Ed è la cosa più importante».
«Hicham è un generoso»
Seduto a fianco del 26.enne, Croci-Torti nasconde il bastone e, ovviamente, sfodera la carota. «Quando arrivò a Lugano, Hicham era molto più individualista. Ora è un giocatore di squadra, importante a livello difensivo, con il suo lavoro sporco, e sicuramente in possesso delle necessarie qualità per fare male nell’area avversaria. Anche per lui è una questione di fiducia, anche se parliamo di un elemento che - in questa fase - sta dando tutto per il Lugano. Anzi, tante volte pensa poco a se stesso, emergendo invece per la sua generosità».
Ecco, appunto. La sensazione è che lo sforzo difensivo compiuto dai vari Mahou, Cimignani e Dos Santos, tenda a riflettersi negativamente sulla lucidità sotto porta. «La verità è semplice» osserva il Crus: «Chi ambisce a giocare a un livello più alto dev’essere in grado di fare bene entrambe le fasi. Ed è ciò che non smetto di chiedere ai diretti interessati».
I sospiri del Crus sul mercato
Alla società, per contro, il tecnico del Lugano domanderebbe altro. E lo si intuisce bene quando gli facciamo notare che a Losanna, domenica scorsa, è stata schierata una formazione con 11 giocatori ereditati dalla stagione 2024-25. Il Crus prima sospira. Poi alza lo sguardo e riflette. Infine affonda il colpo con diplomazia. «Devo trovare le parole giuste. E non è facile. Sicuramente ci aspettavamo qualcosa di più. Non è andato tutto come previsto. Penso ad esempio all’infortunio che ha frenato la crescita di Alioski o ai tempi più lunghi richiesti da Kendouci. Tolto Behrens, che ha avuto un impatto, gli acquisti estivi non sono riusciti a lasciare il segno come auspicato. Il che mi porta a rinnovare la fiducia nella “vecchia guardia”. Anche sotto questo aspetto, va da sé, s’imporranno le giuste analisi tra una settimana». Anche perché a risentirne non è stata solo la qualità del gioco, ma pure il suo inquadramento. «A me piace il 3-5-2. La partenza in extremis di Hajdari, tuttavia, ha complicato le cose dietro. Nel quadro del mercato invernale, magari, troveremo delle soluzioni in questo senso. Per essere più competitivi e adottare sistemi diversi, o più congeniali alla mia visione».
«No, non siamo le delusioni»
No, non si può dire che il campionato del Lugano - fino a questo momento - sia andato a genio a Mattia Croci-Torti. E lo stesso discorso vale per il Servette e il suo staff tecnico. «Affermare che si affrontano le due delusioni del torneo, però, costituisce un’esagerazione» ribatte il Crus. «Dopo tutto, siamo quinti su dodici squadre. E non è al primo posto che ambivo, quanto - piuttosto - ad avere 6 punti in più. Eccezion fatta per il Thun, che ha spiccato il volo, siamo tutte lì. Lugano e Servette, a mio avviso, sono dunque compagini che al momento raggiungono la sufficienza. Dopodiché, e ci mancherebbe, molto dipenderà dai risultati delle ultime tre partite dell’anno».
Belhadj ne disputerà solo una. Quella di domenica. Poi partirà alla volta del Marocco, per vivere la Coppa d’Africa insieme alla Tunisia. «Ci scherzavamo su, negli spogliatoi, ricordando le 8 reti che aveva già realizzato un anno fa, a questo punto della stagione» indica Croci-Torti. Un po’ sorridendo. Un po’ amaro. «Oggi è fermo a zero. Senza dubbio, Belhadj sa che non ha fatto il suo dovere sin qui. Ma rimane un giocatore funzionale, in grado di entrare a partita in corso con la giusta testa e la giusta fisicità». Sarà lui l’uomo capace di invertire la (preoccupante) tendenza contro il Servette?



