Calcio

L’ultimo ballo del vecchio formato, poi la Champions cambierà volto

A partire dalla stagione 2024/25 la regina delle competizioni europee entrerà in una nuova era, abbracciando un’importante riforma - La corrente edizione, che stasera darà il la alla fase a gironi, chiuderà un ventennio segnato dalla stabilità
L’ultima grande modifica alla formula era stata apportata nel 2003. © REUTERS/Matthew Childs
Nicola Martinetti
19.09.2023 06:00

Più squadre partecipanti, più partite - tutte contro avversarie diverse - e un girone unico. Dall’anno prossimo la nuova Champions League, fortemente voluta dal presidente dell’UEFA Aleksander Čeferin, farà il suo debutto sul palcoscenico continentale. Andiamo a scoprirla nel dettaglio.

Perché, dopo vent’anni all’insegna della stabilità, l’UEFA ha deciso di cambiare il formato della Champions League?

Le ragioni alla base del cambiamento, come spesso capita, sono molteplici. Banalmente, un primo motivo è che dopo un ventennio trascorso mantenendo la stessa linea, tutti gli interessati hanno avvertito la necessità di abbracciare un nuovo modello. Il quale, va da sé, sulla carta dovrebbe risultare più attrattivo sotto ogni aspetto, dal côté sportivo a quello economico. Il presidente dell’UEFA Aleksander Čeferin, commentando il nuovo formato - peraltro approvato all’unanimità dal comitato esecutivo -, lo ha definito il «frutto di un lungo processo di consultazione, durante il quale sono state ascoltate le idee di tifosi, giocatori, allenatori, federazioni, club e leghe, con l’obiettivo di trovare la migliore soluzione per la crescita e per il successo del calcio europeo». Nelle spiegazioni ufficiali, ovviamente, la parola «Superlega» non è mai stata menzionata. Ma è plausibile - per non dire probabile - che l’ambizioso progetto, annunciato e poi naufragato nel giro di poche ore nella primavera del 2021, abbia contribuito ad alimentare la sete di cambiamento della federazione continentale.

Nel concreto, quali saranno le novità introdotte a partire dall’edizione 2024/2025?

Innanzitutto aumenterà il numero delle squadre partecipanti, che passerà dalle attuali 32 a 36. I criteri di qualificazione rimarranno gli stessi, e i 4 posti extra verranno assegnati - nell’ordine - a: la quinta federazione del ranking UEFA, una vincitrice di campionato supplementare (che si qualificherà attraverso il «percorso campioni») e le due federazioni che avranno ottenuto il miglior risultato collettivo nell’edizione dell’anno precedente. La seconda grande novità sarà poi rappresentata dalla rivoluzione della fase a gironi. Nello specifico, non vi saranno più 8 gruppi da 4 squadre, bensì un singolo girone da 36, concepito come un unico campionato. Nell’ambito dello stesso, ogni club disputerà non più 6, bensì 8 partite, ciascuna contro un avversario diverso, determinato da un sorteggio ispirato al «modello svizzero» utilizzato negli scacchi. Questa riorganizzazione, va da sé, influirà anche sul calendario, con incontri pianificati da settembre a - ed è un’altra novità - gennaio, mese in cui andranno in scena le ultime due giornate. Una settimana di gare, peraltro, sarà esclusivamente dedicata alla Champions e non prevederà turni di Europa e Conference League, permettendo al primo torneo continentale di allargarsi anche sul giovedì. Una volta archiviata la fase a «girone», poi, si passerà a quella ad eliminazione diretta. Le prime 8 classificate del gruppo unico accederanno subito agli ottavi di finale, mentre i 16 club che termineranno tra il 9. e il 24. posto disputeranno uno spareggio (andata e ritorno) per passare al turno successivo. Le 12 compagini che si piazzeranno tra la 25. e la 36. posizione, infine, al contrario di quanto accade oggi non verranno retrocesse in un’altra coppa europea, bensì verranno eliminate da ogni competizione.

Il nuovo modello, in attesa della messa in pratica, ha riscosso consensi?

Come detto, le modifiche alla formula sono state approvate all’unanimità dal comitato esecutivo dell’UEFA. E Aleksander Čeferin, parlandone, ha sempre lasciato trasparire una grande unità d’intenti. I cambiamenti previsti, tuttavia, non hanno raccolto soltanto consensi. Anzi. A non gradire il nuovo modello sono in particolare diverse tifoserie delle maggiori squadre europee (Bayern Monaco, Manchester United, PSG, Real Madrid, Arsenal, Atletico Madrid e Borussia Dortmund per citarne alcune), indispettite da un’operazione che a loro dire «finirà col creare ancora più disparità nella massima competizione continentale, e non solo». Nello specifico, i tifosi imputano all’UEFA una smodata ricerca del guadagno, prediligendo la quantità alla qualità. Sempre all’UEFA viene inoltre attribuita una forte mancanza di volontà nel riformare in maniera più strutturata il calcio continentale, al fine di evitare il circolo vizioso che spesso vede le migliori compagini di un Paese sfruttare gli importanti introiti della Champions per staccarsi dal resto delle realtà locali, qualificandosi regolarmente per il torneo. Al proposito, il tifo organizzato si è mobilitato, spingendo il network Football Supporters Europe a scrivere una lettera aperta all’Associazione dei club europei (ECA), nel tentativo di impedire che la Champions adottasse il nuovo formato. Un’operazione che però, evidentemente, non ha sortito l’effetto sperato.

Con l’avvento del nuovo formato, cosa cambierà per i club svizzeri?

Di fatto, poco o nulla. Detto che il nuovo girone unico sarà da scoprire per tutti, e che realisticamente 3 dei 4 posti extra non concerneranno la realtà elvetica, l’unico vero cambiamento sostanziale potrebbe riguardare il posto in più assegnato alla vincitrice di un campionato, che si qualificherà attraverso il «percorso campioni». Il ticket verrà infatti assegnato a un club il cui Paese si trova al di fuori della top 10 nello speciale ranking UEFA, costellazione che, sì, concerne - tra altre realtà - anche quella svizzera.

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