Calcio

Mario Frick, Ludovic Magnin e una poltrona per due

Lucerna e Basilea sono in difficoltà e mercoledì si sfidano alla swissporarena in un match ad alta tensione - In queste ore la panchina dei rispettivi allenatori è inevitabilmente messa in discussione - Con l’Europa in bilico e un attacco divenuto di colpo abulico, a rischiare grosso è soprattutto il tecnico dei renani
Ludovic Magnin e Mario Frick sono reduci da un mese insufficiente sul piano dei risultati. © Keystone/Gillieron
Massimo Solari
16.12.2025 06:00

La Super League si appresta a vivere gli ultimi 180 minuti del 2025. Poi sarà di tempo di bilanci intermedi. Di mercato di riparazione. E, forse, di altre decisioni forti. Già, perché il contatore degli avvicendamenti sulle panchine del massimo campionato svizzero potrebbe conoscere un nuovo scossone. A cambiare allenatore lungo la stagione, lo ricordiamo, sono già stati Servette, Zurigo, Winterthur e Young Boys. Ebbene, ora a traballare sono due ulteriori tecnici: Ludovic Magnin, a Basilea, e Mario Frick, a Lucerna. Guarda caso le formazioni che mercoledì si affrontano alla swissporarena in un match ad alta tensione.

«Ne usciremo insieme»

Le probabilità che entrambi mangino il panettone davanti a Una poltrona per due stanno perdendo quota. E anche qualora accadesse, a preoccupare sia uno, sia l’altro, dovrebbero essere le riflessioni che accompagneranno i direttori sportivi Daniel Stucki e Remo Meyer nel nuovo anno. I risultati ottenuti nell’ultimo mese, d’altronde, hanno fatto scattare molteplici campanelli d’allarme. Il Lucerna non vince da cinque partite, quattro delle quali perse. Il 6. posto, sinonimo di accesso al torneo per il titolo, si sta allontanando, tanto da indurre staff tecnico e dirigenza a spostare l’attenzione sulla lotta salvezza. Non bastasse, a complicare le cose è stata una dichiarazione di Frick, rilasciata a margine del tonfo a Thun e tramutatasi in malinteso. «Se con i miei messaggi non riuscissi più a raggiungere i giocatori, sarei il primo a dire che è finita». Domenica, dopo il 2-0 subito dal Lucerna contro l’YB, l’ex attaccante ha quindi corretto il tiro. «Godo della fiducia del direttore sportivo e dei vertici del club, e quindi sono convinto che rimarrò al mio posto almeno fino all’estate».

Un po’ come avvenuto con Mattia Croci-Torti a Lugano, Frick si è guadagnato la riconoscenza di dirigenza e piazza grazie a diversi campionati interessanti. «La posizione dell’allenatore non è in discussione: stiamo cercando di uscire da questa crisi insieme» ha confermato Meyer. Il rinnovo del contratto di Frick, che sino a qualche mese fa era considerato un’urgenza inderogabile, appare tuttavia meno scontato. Stando al ds lucernese, esistono dei «problemi più profondi» dell’affidabilità o meno dei tanti giovani sui quali si continua a puntare. E, appunto, chiudere il 2025 con due sconfitte potrebbe incrementare dubbi.

Shaqiri e la narrazione parallela

Una cosa è certa. La situazione di Magnin in quel di Basilea risulta più fragile. Certo, i renani sono sempre lì, nel vagone di testa, ma da novembre qualcosa si è rotto. Soprattutto in fase offensiva. Basti pensare che negli ultimi sei incontri di Super League, i campioni svizzeri hanno realizzato la miseria di 3 reti. Di più: il pubblico del St. Jakob è reduce da tre 0-0 consecutivi. E rumoreggiare, resa alla mano e a fronte di un attacco divenuto di colpo abulico, è inevitabile. A gettare benzina sul fuoco, poi, vi sono i media d’Oltralpe, che da settimane alimentano una narrazione parallela, a seconda dell’utilizzo, delle sostituzioni o delle panchine di sua maestà Xherdan Shaqiri. Pure «XS», al proposito, sembra aver smarrito la bacchetta magica. Anche se le statistiche inchiodano i compagni d’attacco. Otele si è inceppato, Traoré e Ajeti hanno dimezzato il proprio bottino rispetto a un anno fa. E l’acquisto Broschinski si sta rivelando un flop. I tifosi, non a caso, invocano un innesto per il ritorno. Il paradosso? Il mercato invernale, nella testa del presidente David Degen, avrebbe potuto (dovuto?) rimpinguare le casse del club, complice un’Europa League disputata da protagonisti e - di riflesso - qualche affare in uscita. E, invece, il Basilea rischia di non qualificarsi ai sedicesimi. Anche per questa ragione, e nonostante la bontà delle prestazioni, Magnin è in bilico. Figuriamoci se dovesse fallire con Lucerna e Servette, due avversari in apnea.

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