Per Fortuna c'è Celar: «Un passo indietro? Forse, ma per farne poi avanti»

Anche Celar, dunque, si è fermato a Düsseldorf. A differenza di molti calciatori che optano per l’affascinante e modaiola capitale del Nordreno-Westfalia quale residenza, per poi vestire la maglia delle principali società di Bundesliga affrancati alla regione della Ruhr, il 26.enne sloveno ha scelto di avere Fortuna, l’ambizioso club cittadino che milita nella lega cadetta. A un mese dal suo arrivo in Germania, abbiamo intervistato l’ex attaccante del Lugano.
«Prima di firmare, in effetti, avevo sentito solo pareri positivi su Düsseldorf e in merito all’attrazione che esercita su molti calciatori; beh, non posso che confermarne la bellezza» rileva Zan. Lo raggiungiamo al telefono mentre si sta recando con ben due ore d’anticipo all’allenamento delle 11. La professionalità e la meticolosità del giocatore non sono cambiate. Cambiare aria, dopo diversi mesi complicati ai Queens Park Rangers, è invece stato quasi inevitabile. Di qui il prestito in Zweite Bundesliga concretizzato a fine agosto. «Sono molto soddisfatto del trasferimento. Si tratta di una nuova opportunità, sia per scendere in campo con regolarità, sia per progredire come professionista. E ciò rispetto alla mia ultima esperienza».
In Inghilterra, in effetti, non tutto è andato come previsto. Anzi. «Sono molteplici le ragioni che mi hanno spinto lontano da Londra» spiega il centravanti sloveno. Per poi precisare: «Quando ho iniziato la preparazione, ero reduce da un grave infortunio che mi ha tenuto ai box per tutta la prima parte del 2025. Allo stesso tempo, i QPR hanno puntato su un nuovo allenatore. A farsi largo nella mia testa, quindi, sono state alcune riflessioni».
Un infortunio che non ci voleva
A segnare indelebilmente l’avventura in Championship di Celar, dicevamo, è stato il serio problema accusato al bicipite femorale nel mese di dicembre.
«Non avevo mai vissuto un infortunio e uno stop simili. La mia prima reazione, non a caso, era stata d’incredulità. No, non è stato facile digerire una pausa così lunga e una quotidianità diversa, fatta perlopiù di palestra, visite mediche e fisioterapia. Lontano dal rettangolo verde. La volontà di tornare più forte di prima, però, mi ha permesso di guardare avanti». E con essa, altrettanto fondamentale, il supporto della famiglia. «Mi sono sempre stati vicini e pure la prospettiva di un secondo figlio - si chiama Nico, ed è nato il 1. agosto - è stata di grande aiuto sul piano personale».
La vita, d’altronde, è fatta di crocevia. E Zan Celar, prima di finire kappaò, sembrava essere finalmente riuscito a imboccare la strada giusta. «A fine novembre avevo realizzato una doppietta a Cardiff. I miei primi due gol con i Queens Park Rangers, per altro decisivi. Di colpo tutto pareva andare meglio. Anche la squadra si è in qualche modo scossa, disputando un paio di buone partite e facendo risultato. Ecco: l’infortunio è sopraggiunto proprio in questa fase».
Dall’Europeo alle leghe cadette
Il bottino dell’attaccante, dunque, si è fermato a quota 2 in 24 presenze. «E, certo, sono pienamente d’accordo nel ritenerlo insufficiente» ammette il diretto interessato. «Con i QPR, una società ambiziosa, volevo e volevamo tutti fare meglio. Purtroppo abbiamo faticato tremendamente sin dalle prime partite. E poi, appunto, ci si è messa pure la sfortuna». Parliamo comunque di un torneo che in molti ritengono fra i più difficili d’Europa. Poco importa se di secondo livello. «La Championship è un campionato davvero esigente sul piano fisico e mentale» indica Celar: «Si gioca tanto, di fatto ogni tre giorni, e a fronte di una concorrenza agguerrita, ogni partita ha un peso notevole».


Ai QPR, Celar era approdato nell’estate del 2024, dopo diverse stagioni d’alta classifica con il Lugano, una fase a gironi della Conference League e pure l’Europeo disputato con la Slovenia. Tanta roba. Come replica Zan a chi giudica le tappe in Championship e, ora, in Zweite Bundesliga come passi indietro? «Si potrebbe avere questa impressione, in effetti. Ma poi, avendo a che fare e misurandosi con queste leghe, la loro competitività estrema e il rispettivo grande seguito, la valutazione rischia di essere un’altra. Non solo. Spesso nella carriera di un calciatore vi sono apparenti passi indietro che, più in là, si traducono in passi avanti».
«Al Crus dico solo grazie»
Il Lugano sembrava averne compiuti altri, dopo la partenza del bomber sloveno. Campione d’inverno in Super League, agli ottavi di finale in Conference e lanciato pure in Coppa. Poi il crollo verticale, segnato da tante, troppe partite mediocri sul piano realizzativo. E la Super League 2025-26, caratterizzata da due miseri gol a porta vuota sul conto di Behrens e Koutsias e cinque turni su sei con uno o zero reti realizzati, dimostra che il paziente è ancora in cure intense. Insomma, la sensazione è che manchi più Celar al club e ai tifosi bianconeri rispetto al contrario. «Sì, sono a conoscenza delle difficoltà che sta incontrando la squadra. Seppur da distante, seguo sempre i miei vecchi compagni. E li invito a rimanere positivi. Nel calcio le cose vanno veloce. Basta un successo per rilanciarsi».
Già. Il Lugano, in tal senso, non ha diritto all’errore contro il Grasshopper, questa sera a Cornaredo. Al netto dell’urgenza di sbloccare una volta per tutte la classifica, sarebbe inoltre un peccato rovinare la cerimonia allestita dalla dirigenza per omaggiare le 200 panchine di Mattia Croci-Torti. Il destino in bianconero di Celar, al proposito, è legato a doppio filo con quello del tecnico ticinese.
Il 17 settembre del 2021, Zan fece il suo esordio a Neuchâtel, in Coppa, nel quadro del primo dei due match condotti ad interim dal Crus.
Il 26 dello stesso mese, praticamente quattro anni fa, l’attaccante sloveno targò il successo numero uno in campionato dell’era Croci-Torti, firmando una doppietta nel successo esterno contro il Lucerna. «Il Crus? Beh, ha cambiato la mia carriera» evidenzia Celar: «Parliamo di un allenatore che ha sempre creduto in me, mettendomi nelle condizioni di giocare e segnare tanto, in Svizzera e in Europa. Per tacere del trionfo in Coppa Svizzera. Posso solo dirgli grazie».
Con Itten, la strana coppia
A un certo punto, però, Cornaredo è iniziato ad andare stretto a Zan Celar. Perché? «Sono stati tre anni intensi. Scanditi da tanti bei momenti e alcuni meno felici. A muovere ciascun calciatore, ad ogni modo, sono le ambizioni. E dopo quel periodo, lungo il quale credo di aver lasciato un segno importante, avevo avvertito l’esigenza di nuovi stimoli. Penso sia normale». Lo è. E, seguendo un altro percorso, privo di tappe intermedie, a lasciare la Svizzera per abbracciare Düsseldorf e la Zweite Bundesliga è stato pure Cedric Itten. A guidare l’attacco del Fortuna, oggi, nel 4-4-2 di coach Thioune, sono dunque due giocatori che in Super League hanno frequentato i piani alti della graduatoria riservata ai migliori marcatori. «A prima vista potremmo sembrare profili simili, ma invece la coabitazione funziona» osserva Celar: «Stiamo imparando a conoscerci e, come per la squadra, che non ha iniziato nel migliore dei modi la stagione, puntiamo a progredire in tempi brevi».
E chissà che le prestazioni fornite con i Fortunen, sulla scia di quanto accaduto a Itten, non possano riaprire presto le porte della nazionale anche a Celar. «Il match di Lubiana contro la Svizzera a metà ottobre? Spero di esserci. Prima, però, devo fare bene a Düsseldorf». E allora, buona Fortuna.