Calcio

Sha... Saipi si prende la scena e il Lugano sbanca il St. Jakob

Al termine di una partita intensa ed emozionante, i bianconeri superano 1-0 il Basilea, confermandosi squadra ritrovata – Il portiere bianconero ipnotizza Shaqiri dal dischetto e torna protagonista: «Voglio dimostrare di poter tornare numero uno»
©PETER KLAUNZER
Massimo Solari
09.11.2025 21:36

Indovinello. Inizia con la «S» e finisce con la «i». Nelle sue vene scorre sangue kosovaro. E, di nuovo, è stato l’eroe del St. Jakob-Park. Come? Shaqiri? Sbagliato! A prendersi la scena a Basilea, regalandosi una vittoria sul piano personale e offrendone una pesantissima al Lugano, è stato Saipi. E alla pari dei quarti di finale di Coppa Svizzera del 2024, a fare la differenza è stato un rigore neutralizzato dal portiere bianconero. A questo giro, per altro, non un rigore qualsiasi, ma quello calciato proprio dall’intrattabile padrone di casa Xherdan Shaqiri. Sul cronometro correva il 27’ e una rete dei renani avrebbe complicato tremendamente la vita agli uomini di Mattia Croci-Torti. Saipi, dicevamo, ha però ipnotizzato «XS», che solo giovedì - in Europa League - aveva trasformato dal dischetto con un irriverente scavetto. Gli schemi li ha però rotti l’estremo difensore del Lugano. «Poco prima del tentativo mancino di Shaqiri, mentre era in corso il check-VAR, sono andato dal mio preparatore Vailati» spiega nel post partita, riavvolgendo il nastro di una partita indimenticabile. «Sapevamo, perché lo abbiamo studiato, che Xherdan è solito calciare alla destra del portiere. Ma le mie sensazioni, da subito, mi hanno suggerito di tuffarmi a sinistra. E ho quindi avvertito Germano, che mi ha invitato a seguire l’istinto». Boom.

Dalle critiche alla rivincita

Quella di Saipi, comunque, non è stata una singola prodezza. Già, perché dopo un primo salvataggio miracoloso di Zanotti sulla linea di porta, il 25.enne si è superato di nuovo sulla conclusione a botta sicura dell’ex Rüegg. «E in questo caso, lo giuro, si è trattato di una reazione per certi versi inspiegabile. Davvero, non so come mia sia riuscito un intervento del genere». Evidentemente era destino che andasse così. Era destino che Amir si prendesse una vera rivincita dopo averla dovuta annacquare domenica scorsa, a Cornaredo, contro il San Gallo. «Non lo nego, le critiche - giunte da ogni parte, tifosi compresi - mi hanno fatto male. Porto il Lugano nel cuore e a Lugano - con i miei compagni e il club - ho contribuito a riportare una Coppa che mancava da quasi 30 anni. Ora, però, conta che sono tornato tra i pali. Che l’ho fatto dopo aver lavorato duramente per due mesi.E che sino a fine anno avrò ancora diverse opportunità per dimostrare di poter tornare il numero uno». Intanto va benone così. Poiché sulle provvidenziali parate di Saipi il Lugano ha costruito l’uno a zero ai danni dei campioni svizzeri. «Il linguaggio del corpo avuto da Amir in queste due partite mi ha colpito» ammette il tecnico Mattia Croci-Torti, godendosi - si spera - un giocatore ritrovato.

Il Crus: «Paura di nessuno»

Chi si è oramai ripresa ufficialmente è la squadra del Crus, che a Basilea ha disputato una partita forse non così precisa dalla cintola in su, ma impeccabile sul piano difensivo e - nel complesso - di grande personalità. E ciò a differenza di Urs Schnyder, protagonista di un costante rimpallo di responsabilità con il VAR. A decidere l’incontro, nella ripresa, è stata la ripartenza micidiale promossa da Dos Santos e finalizzata - con un misto di disperazione e fiuto - da «boom boom» Behrens. «Nel secondo tempo - osserva l’allenatore bianconero - avremmo potuto anche annaspare, con il Basilea che spingeva sotto la sua curva. E invece abbiamo totalizzato molti più tiri dei renani, non ci siamo accontentati. E, alla fine, abbiamo dimostrato di volere il successo più del nostro avversario. La gamba del Lugano, adesso, gira. Ed è per questo che, rispetto a inizio stagione, riusciamo a gestire sino all’ultimo anche questo tipo di partite». Partite in cui le emozioni e la tensione si possono tagliare a fette, a immagine del consueto nervosismo - quando le cose si mettono male - di Shaqiri. Verso tutto e tutti. Oltre al rigore fallito, il numero 10 del Basilea non è riuscito in alcun modo a lasciare il segno. E la sua squadra, ora, si trova nel mirino bianconero. «Se vincevamo col San Gallo - indica in merito il Crus - avremmo abbracciato la sosta già in seconda posizione. Per poi andare ad affrontare la capolista Thun. No, non abbiamo paura di niente e, consapevoli degli errori commessi quest’estate, sappiamo di poter reagire. Basti pensare a dov’era il Basilea a fine agosto 2024. Ecco. Proviamo a farlo anche noi, restando umili e con i piedi per terra».

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