«Sì, ho già urlato Forza Lugano! Ma solo a Cornaredo»
Il grande giorno si avvicina. E cresce, inesorabile, l’attesa di un’intera Città. Da quella del tifoso comune – pronto magari a intraprendere la trasferta a Berna – a quella dei municipali di Lugano. Tra i magnifici sette c’è naturalmente anche Filippo Lombardi. Uomo di sport, certo, legato però all’hockey e – soprattutto – all’Ambrì Piotta. «A me però il calcio – sottolinea Lombardi – è sempre piaciuto. L’ho praticato un po’ a livello amatoriale ai tempi del liceo. Non ero bravo e costituivo più che altro un pericolo per me stesso e per gli altri (ride, ndr). Allora ho smesso e per cinque anni sono stato arbitro in seno alla Federazione ticinese. Ho seguito tutti i corsi: tra gli istruttori ho avuto il mitico Gino Bergamini e pure Attilio Bignasca. E tra i miei compagni aspiranti direttori di gara c’era anche Michele Fazioli. Ho insomma sempre seguito il calcio con interesse: da bambino abitavo a Locarno e andavo a vedere le «bianche casacche» al Lido». Ma l’hockey su ghiaccio? «Beh, ho sempre seguito l’Ambrì Piotta da tifoso, ma è chiaro che il mio ruolo e i miei impegni sono cambiati da quando ho assunto la presidenza del club biancoblù».
Quei calzettoni blu scuro
Nemmeno una parola sul FC Lugano, però: «Ma no, scherziamo? Abito a Lugano da 35 anni e qualche anno fa Angelo Renzetti mi aveva un po’ coinvolto a livello di sostegno. Ho sempre seguito il FC Lugano con affetto, anche perché una volta – prima dell’arrivo di Geo Mantegazza – il Ticino dello sport aveva quali società di punta l’Ambrì Piotta nell’hockey e il Lugano nel calcio. Che poi, tra l’altro, la maglia dell’Ambrì avrebbe dovuto essere bianconera: la signora che doveva confezionare i calzettoni aveva però finito la lana nera e ne utilizzò una di colore blu scuro. L’Ambrì diventò così biancoblù».
La presenza del FC Lugano in finale di Coppa, per la Città, assume un’importanza che va al di là del «semplice» prestigio: «Certo, significa che Lugano c’è e che non è solo la nona città per numero di abitanti in Svizzera. Risultati di questo tipo confermano la bontà del concetto del Polo Sportivo, che a questo punto deve vedere la luce il più rapidamente possibile. Stiamo arrivando ad una fase delicata del progetto, con le domande di costruzione e gli eventuali ricorsi e opposizioni».


Mascherina bianconera
Saranno 9’000 i tifosi che domenica intraprenderanno il viaggio dei sogni a Berna. Cornaredo fatica però a riempirsi per le partite di campionato. Dal canto loro Filippo Lombardi e l’HC Ambrì Piotta sono subito riusciti a riempire la Gottardo Arena: «L’infrastruttura riveste un ruolo fondamentale, ma non basta aggiungere una tribuna in più per attirare la gente. E, seppur fondamentali, non bastano nemmeno i comfort come ristoranti e servizi igienici. Ad Ambrì la differenza l’ha fatta l’architettura della Gottardo Arena: la vicinanza tra pubblico e squadra ha creato un senso di unità. Per il nuovo stadio del FC Lugano sarà per esempio fondamentale eliminare la pista di atletica».
Il FC Lugano oggi è finanziariamente più ricco rispetto al recente passato e il club non nasconde le sue ambizioni a medio termine. Non teme che il calcio inizi a fare un po’ d’ombra all’hockey? «Dipende da come si riesce ad alimentare la passione. C’è stato un tempo in cui alla Valascia c’erano 8’000 persone a vedere l’Ambrì Piotta in Serie B. In Ticino c’è un bacino sufficiente per pensare di riempire tre stadi. Non credo quindi che l’hockey soffrirebbe per eventuali successi del FC Lugano: anzi, sarebbe bello se il Bellinzona potesse un giorno risalire in Super League, per creare quel clima di rivalità che caratterizza i derby di hockey». Ma in caso di successo bianconero domenica Filippo Lombardi è pronto a gridare Forza Lugano? «Eccome e poi l’ho già fatto. Solo a Cornaredo, però (ride ancora, ndr). Inoltre quando sono stato eletto municipale, in piena pandemia, mi sono presentato con la mascherina del FC Lugano. Non sarò però al Wankdorf domenica: farò il nonno al battesimo del mio nipotino Ettore».
Felice per TeleTicino
Impossibile non parlare di disco su ghiaccio nel giorno in cui l’hockey svizzero è tornato su TeleTicino: «Sono contento che si sia trovato un accordo – vista la situazione di stallo tra UPC e SSR – che viene a premiare le regioni linguistiche minoritarie. E sono felice che TeleTicino abbia contribuito a sbloccare questo stallo».