Calcio

«Sulla qualità dei miei giocatori, forse, avevo ragione io»

L'allenatore del Lugano Mattia Croci-Torti sottolinea i meriti della squadra, capace di chiudere l'anno al 3. posto in Super League dopo il 3-0 rifilato allo Young Boys - «Il mercato? Idee chiare e già decisivi i prossimi tre giorni» - Sebastian Pelzer: «Mantenere la calma è stato pagante»
La grinta del Crus. ©Keystone/Samuel Golay
Massimo Solari
21.12.2025 23:02

Il Lugano regala ai tifosi una cartolina d’auguri carica di significato. Ma più che l’auspicio per un sereno Natale e un felice anno nuovo, è una lettera d’amore. Carica di sentimento e desiderio. Il match disputato contro lo Young Boys ha trasmesso proprio questo: passione, entusiasmo e fantasia. E il 2025, di riflesso, si è concluso fra gli applausi scroscianti di Cornaredo. Dove, per l’ultima prima della pausa, si è potuto ammirare del calcio champagne. Dove, finalmente, si è rivisto quel Lugano in grado di far sognare in grande. Il 3. posto, in fondo, suggerisce questo. Così come i 33 punti dopo 19 turni, più di quelli conquistati un anno fa, quando sotto l’albero era arrivato addirittura il titolo di campione d’inverno.

Un biglietto da visita per il 2026

Poco male: complici i percorsi superlativi di Thun e San Gallo, a questo giro la squadra di Mattia Croci-Torti si tiene stretta la progressione prepotente mostrata in autunno. Un ritmo, quello dei bianconeri, che nemmeno le migliori interpreti del girone d’andata sono state in grado di sostenere. «L’ultima settimana - indica l’allenatore con la voce roca - è stata fantastica. I miei uomini sono stati fantastici». Già. Nonostante i tre impegni in calendario, è funzionato tutto. E non per magia. «Siamo stati capaci di gestire ogni gara al meglio. Con e senza palla. E lo abbiamo fatto con una convinzione enorme». Per stappare lo champagne, suggerivamo, il Lugano del Crus ha tuttavia atteso la sfida contro l’YB. Lo stupendo 3-0 maturato al triplice fischio finale, in effetti, è stato un condensato di idee e bollicine. «Un biglietto da visita per il 2026? Sì, possiamo interpretarlo così» riconosce Croci-Torti a fine partita. Basti pensare alla difesa a tre, a uno Zanotti in versione playmaker - quasi alla Valenzuela -, ai traversoni finalmente al bacio per Behrens, al redivivo Steffen o, ancora, agli stratagemmi architettati per mettere in imbarazzo l’avversario. Il tecnico momò annuisce: «Oltre all’unità d’intenti mostrata negli ultimi mesi, per avere la meglio sui gialloneri la squadra ha saputo adattarsi a un 3-5-2 mai utilizzato in precedenza. Non volevo mettere in difficoltà Kelvin, che dietro ha offerto una grande prestazione, e al contempo si trattava di sfruttare al meglio Zanotti in un ruolo inedito». Tutto, per l’appunto, è andato liscio, con il tedescone d’attacco che - pronti, via - ha segnato di nuovo e Steffen che ha ripagato appieno la maglia da titolare ritrovata dopo una vita. «Nel complesso - osserva il Crus - ho visto una formazione capace di far emergere qualcosa d’importante sul piano della qualità. E allora, forse, avevo ragione io, quando sostenevo che i miei giocatori dispongono di maggiori doti rispetto a quelle osservate in tanti incontri».

Il Crus: «Ma non mi do un voto»

Non, non ci siamo scordati della terribile estate vissuta dai bianconeri. E non se l’è dimenticata neppure Croci-Torti. «Ma in questo finale di 2025 volevamo far sparire del tutto l’immagine di un club deludente. Un voto? Preferisco non darmelo. Ma non posso nascondere l’enorme soddisfazione anche a livello personale. Sono sempre stato convinto delle mie idee e ho evitato di farmi trascinare nella negatività, come sarebbe potuto accadere a seguito dell’eliminazione in Coppa a Cham. Mollare non fa parte del mio carattere e in questo Lugano ho sempre creduto. Ora, però, sono stanco. Sono stati mesi impegnativi e ho dato tutto me stesso. Fino alla fine. Nelle scorse stagioni avevamo sempre perso le ultime partite dell’anno. Perciò ho voluto preparare qualcosa di speciale, che ci ha regalato tre punti vitali. Concludere l’andata al terzo o al quinto posto avrebbe d’altronde cambiato completamente la nostra immagine. Al Thun e al San Gallo, in ogni caso, penseremo da gennaio».

El Wafi e Parsemain in uscita

Prima ci sarà un mercato da affrontare di petto, a differenza di quanto avvenuto a luglio e ad agosto. «Abbiamo le idee chiare e sarà determinante lavorare bene già nei prossimi due-tre giorni» anticipa sul tema l’allenatore. Per poi ribadire un messaggio a tutto l’ambiente: «Non vogliamo privarci dei migliori elementi. Ho fatto un patto con tutti loro. Un patto forte, fra uomini, che aveva traballato a inizio stagione. Se qualcuno dovesse partire, comunque, sarà alla luce di una cifra per la quale non avrebbe senso dire di no». Ad andarsene, per ragioni opposte e al fine di rendere disponibili due caselle in contingente, saranno con ogni probabilità El Wafi e Duville-Parsemain. «Per Ayman esiste una trattativa promettente, mentre Alexandre e il suo agente sono consapevoli che tramite un prestito sarebbe possibile ottenere più minuti di gioco» spiega il responsabile dell’area sportiva Sebastian Pelzer, confermando la volontà di rinforzare il reparto arretrato con un nuovo difensore centrale. «Croci-Torti ha detto che i migliori rimarranno? È un desiderio comprensibile. E fintanto che non vi saranno offerte concrete, come è attualmente il caso, fare ipotesi non serve. Naturalmente vorremmo tenere i giocatori più forti con noi fino a fine stagione, ma se il mercato dovesse partorire cifre notevoli, riflettere sarà doveroso». Mentre Pelzer risponde alle nostre domande, alla sua destra Gerardo Seoane tenta di analizzare l’ennesimo tracollo, mentre a incamminarsi verso le tv - il capo chino - è il capo Sport dello Young Boys Cristoph Spycher. Chi l’avrebbe detto, tre mesi fa. «Uno sviluppo simile non era prevedibile» ammette Pelzer «Come società non ci siamo fatti prendere dal panico e la calma, nel gestire la posizione dell’allenatore e la situazione spinosa di alcuni giocatori, si è infine rivelata pagante. Sognare il titolo? Abbiamo imparato dagli errori dello scorso anno. E, con umiltà, vogliamo rimanere noi stessi, facendo parlare le prestazioni». Quella regalata contro lo Young Boys, più che una cartolina d’auguri, ci è parsa una lettera d’amore. 

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