Dentro o fuori

Un’altra notte di passione: «Per rendervi orgogliosi»

La Svizzera torna ad affrontare la Serbia ai Mondiali: in palio la qualificazione agli ottavi di finale e sullo sfondo i fatti del 2018 – Murat Yakin: «Abbiamo la maturità e le qualità per centrare l’obiettivo»
© KEYSTONE / LAURENT GILLIERON
Massimo Solari
01.12.2022 17:45

Una notte speciale. Una notte di sudore e passione. Per continuare a inseguire un sogno. E così riempire altre pagine della nostra storia Mondiale. La Svizzera, domani alle 20 elvetiche, affronta la Serbia in una sfida da dentro o fuori. Al 974, situato a ridosso del mare, ma anche dell’aeroporto di Doha. In palio, insomma, c’è un posto al sole, negli ottavi di finale. Il primo volo per Zurigo è invece l’alternativa alla quale nessuno vuole pensare. «Abbiamo la maturità e le qualità per centrare l’obiettivo» garantisce il commissario tecnico rossocrociato Murat Yakin. Nella pancia del Qatar National Convention Center, l’allenatore della Nazionale appare un po’ più tirato rispetto ai primi due incontri del girone. I grattaccapi, in casa Svizzera, d’altronde non mancano. Le cattive notizie, innanzitutto: «Sì, nella notte tra mercoledì e oggi Sommer ed Elvedi hanno dormito male. Sono raffreddati e non si sono allenati. Nelle ultime ore, però, stavano già meglio. C’è abbastanza tempo per recuperarli. E sono fiducioso che, alla fine, ce la faremo». Sospiro di sollievo. Accompagnato dalle novità positive: «Sia Shaqiri, sia Okafor si sono allenati regolarmente e saranno della partita». Il primo in campo, il secondo pronto a subentrare.

«Emozioni da tenere a bada»

Lo stato di salute del portiere e di uno dei due centrali titolari ha in parte spostato l’attenzione della vigilia. Il precedente infuocato del 2018, tuttavia, è inevitabilmente venuto a galla. «Il tema oramai è ricorrente e, già in primavera, le due federazioni hanno avuto modo di parlarsi e trovare un punto d’incontro» ricorda Yakin. Per poi precisare: «Ci rallegriamo della sfida con la Serbia. Un avversario del quale abbiamo grande rispetto e contro cui giocheremo a calcio. Ripeto: i miei giocatori dispongono dell’esperienza necessaria per affrontare questa partita. Le emozioni andranno tenute sotto controllo. La gioia dovrà prevalere sulla pressione. Vogliamo rendere orgogliosa la Nazione. In fondo, abbiamo lavorato duramente per vivere partite come questa. Staccare il biglietto per gli ottavi di finale costituirebbe già un risultato incredibile considerato il coefficiente di difficoltà del nostro girone».

La Svizzera, lo ricordiamo, avrà a disposizione due risultati su tre. «Come sempre, però, scenderemo in campo per la posta piena» tiene a sottolineare il pilastro della difesa Manuel Akanji. Prima di avanzare un’altra riflessione: «Mirare al successo non significa giocare in modo poco intelligente. Attenzione a sbilanciarsi, dunque. E se nel finale il risultato dovesse rimanere bloccato, beh, la prudenza sarà a maggior ragione d’obbligo».

L’aria condizionata negli stadi? Diciamo che bisogna adattarsi. Io stesso ho dovuto fare i conti con naso chiuso, mal di gola e mal di testa in occasione della gara contro il Brasile
Manuel Akanji, difensore Svizzera

La scacchiera e le sue pedine

Akanji, suggerivamo, potrebbe ritrovarsi senza l’affiatato compagno di reparto. «L’aria condizionata negli stadi? Diciamo che bisogna adattarsi. Io stesso ho dovuto fare i conti con naso chiuso, mal di gola e mal di testa in occasione della gara contro il Brasile. La temperatura nei diversi impianti, ad ogni modo, mi è parsa piacevole». Qualora Elvedi alzasse bandiera bianca, il candidato principale per sostituirlo sarebbe Fabian Schär. Anche in un’improbabile difesa a tre, con conseguente accentramento di Rodriguez. Come l’omologo serbo, Murat Yakin evita però di anticipare eventuali piani B o C. «Dispongo di sufficienti opzioni, sia al centro della retroguardia, sia tra i pali. La questione non mi preoccupa». La strategia della selezione balcanica, quella, alberga per contro i pensieri di Muri. I pensieri - sostengono molti addetti ai lavori - di un allenatore che ricorda un giocatore di scacchi: «In tutti gli sport con la palla, così come in molti giochi da tavolo, è necessario essere qualche passo avanti rispetto all’avversario. Conoscerne le fragilità e i punti di forza, anticipando per quanto possibile le sue mosse. Sì, è una predisposizione nella quale mi rivedo. Al contempo, però, non bisogna concentrarsi troppo su chi si ha di fronte. Non voglio farlo nemmeno a questo giro. D’altronde, abbiamo il destino nelle nostre mani».

La Svizzera ripartirà dalla sconfitta di misura contro il Brasile. «Confermo l’analisi del post partita: ci è mancato coraggio, mentre con i serbi dovremo essere in grado di portare più giocatori negli ultimi 20 metri» le parole del ct elvetico. Lui, a Kaliningrad, non c’era. Akanji sì: «Ma il 2018 fa parte del passato» assicura. Ma per continuare a inseguire il sogno mondiale e alimentare la storia del calcio svizzero con un nuovo, avvincente capitolo, servirà una notte di sudore e passione.

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