Con il mago il Lugano fa sparire i biancoblù

Davanti al mago John Slettvoll - presente in tribuna dopo essere entrato a far parte della Hall of Fame bianconera - il Lugano ha fatto sparire l’Ambrì Piotta. Una battutaccia, certo, che fotografa però bene un incontro dominato in lungo e in largo - e stravinto - dalla formazione di Luca Gianinazzi. Già, alla Cornèr Arena non cè praticamente stata partita: mai il Lugano - velocemente in vantaggio grazie ad una rete di Daniel Carr in situazione di superiorità numerica - ha dato l’impressione di poterla perdere. E mai l’Ambrì Piotta ha regalato ai suoi tifosi la sensazione di poterla vincere. A tratti la differenza in pista è stata quasi imbarazzante.
Ed allora il derby ha confermato lo stato di forma delle due squadre e quanto visto nelle ultime uscite. I bianconeri hanno dato continuità al successo ottenuto a Rapperswil, mentre l’Ambrì Piotta - alla sua quarta sconfitta di fila - sta attraversando il primo momento davvero delicato di questo campionato.
Poche attenuanti
Certo, i biancoblù qualche attenuante ce l’hanno: si sono presentati in pista senza elementi importanti come Heed, Fohrler, Zaccheo Dotti e Bürgler. Ma proprio a causa di queste defezioni i leventinesi avrebbero dovuto trovare l’orgoglio per almeno mettere in difficoltà il Lugano. Che, invece, ha avuto vita facile. E per la quarta volta di fila l’Ambrì Piotta ha incasssato cinque reti: davvero troppe, per una formazione che nella prima parte della stagione aveva fatto del rigore difensivo uno dei suoi principali punti di forza.
Dal canto suo il Lugano ha fatto la partita che doveva fare: attenti in fase difensiva - e supportati da un ottimo Niklas Schlegel - i bianconeri davanti hanno fatto valere il talento dei loro giocatori di maggior classe. A fare la differenza sul piano contabile sono stati i soliti Daniel Carr - doppietta per lui - Calvin Thürkauf, un ritrovato Markus Granlund e Arttu Ruotsalainen, alla sua seconda rete in due partite. Ma è giusto sottolineare come il gol che ha dato una vera e propria mazzata al morale dei biancoblù - quello del 3-0 - porta la firma di Cole Cormier. Della quarta linea, insomma.
La serata perfetta
Partito fortissimo e, come detto, rapidamente in vantaggio, il Lugano avrebbe potuto fare la differenza già nel corso dei primi venti minuti di gioco. In un modo o nell’altro l’Ambrì Piotta è però rimasto a galla: ma chi pensava o sperava in una reazione leventinese a partire dal terzo centrale, è rimasto deluso. I leventinesi, anche in fase offensiva, sono apparsi spenti. Solo qualche fiammata - troppo poco, per sperare di farla franca - ha fatto venire i brividi al Lugano. Alex Formenton, per esempio, si è ritrovato per ben tre volte da solo davanti a Schlegel, senza mai riuscire a superarlo.
Ed allora il Lugano ha potuto controllare a piacimento la situazione, allungando con decisione nel secondo tempo e continuando poi a spingere negli ultimi venti minuti di gioco. Ecco, uno dei tanti meriti dei bianconeri è stato quello di non voler mai vivere di rendita: anche a risultato ormai acquisito, l’equilibrio tra copertura difensiva e attacco è stata pressoché ottimale. E la Cornèr Arena - con Slettvoll e il successo nel derby - ha vissuto la serata perfetta.