Calcio

Constantin e il Ticino

La storia d'amore tra l'imprenditore vallesano e il Sion non è conclusa - Se contro il Lugano il presidentissimo ha masticato amaro, adesso si parla dell'idea di costruire un nuovo stadio al posto del Tourbillon
Massimo Solari
23.01.2023 06:00

Il Ticino dà, il Ticino toglie a Christian Constantin. Ieri, il presidentissimo del Sion ha masticato amaro, per l’ennesima volta sorpreso al Tourbillon dal Lugano. Solo sette giorni prima, però, «CC» cercava ispirazione proprio a sud delle Alpi, dove per altro non gli mancano le mire immobiliari. Il numero uno del club vallesano ha fatto tappa alla Gottardo Arena, non tanto perché tifoso dell’Ambrì ma poiché interessato alla sua casa. Nel dettaglio, il partenariato pubblico-privato che ha permesso la realizzazione dell’impianto leventinese è un osservato speciale.

No, la storia d’amore tra Constantin e il Sion - quella sul palcoscenico più importante - potrebbe non essere finita. C’è un futuro assieme, insomma, anche oltre il 2024. Oltre la data che il 66.enne aveva individuato - e annunciato urbi et orbi - per la personale uscita di scena. È notizia delle scorse ore, sviscerata da Le Nouvelliste, che l’imprenditore vallesano - alla fine - potrebbe anche non lasciare. «A condizione di costruire un nuovo stadio e un centro d’allenamento». Ah. Costo del progetto: 150 milioni di franchi. Cinquanta messi dallo stesso Constantin, con i quali poi sbloccare crediti bancari per il medesimo importo e altri cinquanta milioni di sussidi statali. Il tutto, per l’appunto, seguendo la logica abbracciata dalla società biancoblù. E, di fatto, pure dalla città di Lugano e dai suoi abitanti, che una nuova arena hanno già deciso di regalarla ai bianconeri.

Che il FC Lugano non sia più la cenerentola del Paese sul piano infrastrutturale - quantomeno in prospettiva - fa un certo effetto. Come impressionerebbe non vedere più il Sion ai vertici del calcio svizzero, derubricato dal suo papà. Il Ticino dà, il Ticino toglie. E anche il club bianconero, senza Angelo Renzetti, non sembrava avere un domani. Poi è arrivato Joe Mansueto. Poi è arrivato il voto sul PSE. Uno scenario che dovrebbe essere messo in conto anche in Vallese.