Super League

Croci-Torti: «Non vogliamo mollare il secondo posto»

Il Lugano affronta il Winterthur, domenica sul terreno ghiacciato della Schützenwiese – Il tecnico bianconero: «Consapevoli di essere più forti, ma senza attenzione e pazienza spuntarla sarà complicato»
©CdT/Gabriele Putzu
Massimo Solari
03.02.2023 15:44

Tre vittorie su tre. E una media punti che può fare solo rima. Contro il Winterthur, e a differenza delle altre otto compagini di Super League, il Lugano di Mattia Croci-Torti non ha mai fallito. Non ancora, perlomeno. «E anche per la trasferta di domenica il nostro obiettivo è chiaro: centrare la posta piena» sottolinea il tecnico. Ad attendere i bianconeri sarà la cenerentola del campionato, infine agganciata da uno Zurigo ritrovato. «Ma giocare alla Schützenwiese non è mai facile» frena il mister ticinese. Per poi menzionare due variabili scivolose: «Il pubblico avversario, innanzitutto. La formazione di Berner sa bene che la salvezza passa dalle partite casalinghe. Pure a questo giro, dunque, sarà una piccola bolgia». E poi? «Poi vi sono le condizioni del terreno di gioco. Tutto fuorché ottimali. La gara sarà disputata su un campo ghiacciato, un disincentivo per la formazione più tecnica. La nostra».

Di rispetto e passività

Orfano di Arigoni, Mai, Hajdari, Saipi e Mahou, il Lugano dovrà per certi versi snaturarsi. «Sì, probabilmente dovremo essere bravi a stanare il Winterthur con altre armi» conferma il Crus. Che, al netto delle contingenze, non può farsi scappare la posta piena. A maggior ragione dopo il mezzo passo falso di sabato scorso contro il GC. «Siamo consapevoli di essere la squadra più forte. Ma senza attenzione, umiltà e pazienza, quella con gli zurighesi rischia di trasformarsi in una gara complicata. Tradotto: credere che domineremo facilmente l’incontro, rappresenta l’approccio sbagliato». Già. Anche se pure un eccessivo rispetto potrebbe ritorcersi contro i bianconeri. Per dire: a Cornaredo, a fronte del Grasshopper, la pazienza di Sabbatini e compagni ha finito per trasformarsi in passività e torpore. Mentre il Basilea, mercoledì in Coppa, ha rifilato cinque reti alle cavallette. Croci-Torti alza la mano e puntualizza: «Ho già fatto il mea culpa per il primo tempo offerto una settimana fa. Ho preparato il match in modo sbagliato, ritenuto che il Grasshopper è sceso in campo solo per bloccarci. Detto ciò, paragonare le due partite non ha senso. Da un lato il GC ha sempre dovuto inseguire i renani. Dall’altro hanno giocato due portieri diversi: Hammel non è Moreira, che a Cornaredo ha puntualmente spezzato il ritmo, perdendo un’infinità di tempo senza venire redarguito».

Un mese importantissimo

Chi, forse, meriterebbe una strigliata è Renato Steffen. L’esterno della Nazionale non ha iniziato nel migliore dei modi la seconda parte della stagione. E la sensazione, più in generale, è di un giocatore che sin qui ha fatto raramente la differenza. «Naturalmente, sia da parte nostra, sia tra i tifosi, vi sono delle aspettative importanti nei suoi confronti» rileva il Crus. «A mio avviso però Renato aveva disputato un mese di novembre eccezionale. Da trascinatore. Il problema al collo che si è trascinato dal Mondiale ha purtroppo segnato la sua preparazione invernale, impedendogli di riprendere il campionato in piena forma. Continuare a puntare con fiducia su di lui, va da sé, dovrebbe favorirne il ritorno ai migliori livelli».

E a proposito di progressi. Come pure d’identità. Nel prossimo mese il Lugano si gioca molto. Sul piano sportivo e della credibilità. Winterthur, Lucerna in casa - partita per la quale è lecito aspettarsi altri 3 punti -, prima dei due pezzi da novanta YB e Basilea. Infine i quarti di finale di Coppa a Sion. Viene in mente il coach dell’HCL Luca Gianinazzi, solito a valutare il rendimento della sua squadra non su uno, ma su almeno tre incontri. «La cultura del pallone, con match ogni sette giorni, è differente» osserva in merito Mattia Croci-Torti: «Onestamente non riesco a guardare così lontano. A inizio marzo. No, prendiamo partita per partita, restando ambiziosi. Da tanto tempo il Lugano non era secondo. Una posizione in classifica che non intendiamo mollare».

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