SAM Massagno

«È stata una battaglia, ora andiamo a Friburgo per vincere ancora»

Alex Martino si gode il successo della Spinelli in gara-2 della finale con l'Olympic: «Dalla panchina è arrivato il contributo che serviva»
Mattia Meier
06.06.2023 23:11

Lo aveva garantito Juwann James su queste colonne. Lo stesso aveva fatto coach Robbi Gubitosa in altre sedi. In fondo, la squadra se lo era promesso a sé stessa: «In gara-2 vedrete la vera SAM». Detto, fatto. Con il cuore, la grinta e la voglia di dimostrare di essere allo stesso livello dell’Olympic, la Spinelli si è presa il secondo atto della finale, portandola sull’1-1. Ora andrà a Friburgo (gara-3 si gioca sabato) per cercare di riprendersi il fattore campo perso in gara-1 e provare a portare la serie almeno a gara-5. Ma con il carattere visto stasera, osare qualcosa in più non è illecito.

Vinta la battaglia

È stata battaglia vera, la sfida di questa sera, decisa all’ultimo tiro, con una palestra di Nosedo piena e tramutatasi per 40 minuti in una bolgia. Squadre sempre vicine, con allunghi minimi e basse percentuali al tiro da una parte e dall’altra (38,5% SAM, 44% Olympic). Merito alle difese, in particolare di quella ticinese, perché vincente e perché trasformata rispetto a sabato. Sembrava impresa quasi impossibile tenere Friburgo sotto gli 80 punti, e invece la SAM ci è riuscita. Con tecnica e muscoli, andando oltre i propri limiti, che sono poi i soliti. Ovvero la sofferenza a rimbalzo (16 quelli offensivi concessi) e le dipendenza dagli esterni. Eppure, pur «tradita» dai Mladjan (6/28 al tiro in due), la Spinelli ha trovato linfa altrove: in un mortifero Shannon Bogues e nello sfortunato Isaiah Williams, uscito con un gomito lussato e quindi a rischio per il resto della serie, eventuale assenza pesantissima. Sono serviti anche i muscoli di James e la verve della panchina, con Martino, Andjelkovic e Galloway efficaci molto più di quanto dicano le statistiche. Lo sottolinea proprio Alex Martino, interrotto dall’abbraccio di Daniel Andjelkovic («Te l’avevo detto che oggi l’avremmo portata a casa!», gli dice il capitano): «Sapevamo che dalla panchina avremmo dovuto portare il nostro contributo e tenere alto il livello. Oggi ci siamo decisamente riusciti. È stata una battaglia, sapevamo di doverla vincere. Andare a Friburgo sull’1-1 è tutta un’altra cosa. Proveremo a vincerne almeno una, vogliamo tornare qui».

Il film con lieto fine

Le folate di Bogues e il lavoro muscolare di James sotto le plance spingono avanti i ticinesi, che in difesa imitano il Friburgo, ovvero mettono le mani addosso all’avversario. Nasce così il 15-9 da cui però i burgundi riemergono in chiusura di primo quarto. Improvvisamente iniziano a piovere rimbalzi offensivi per i campioni in carica, che salgono di tono, prendono fiducia e riprendono la SAM con un 11-0 (15-20 dopo 10’). Sono i cambi a rimettere sui binari i biancorossi, grazie all’energia positiva di Martino, Andjelkovic e Galloway. Il loro impatto statistico è minimo, ma quello effettivo è massimo. I tre sgomitano, sgrugnano, segnando una via in cui si infilano i compagni, tra cui Williams. I 12 punti di «Ockee» nella seconda frazione sono manna dal cielo, soprattutto con i fratelli Mladjan fuori giri in attacco (2/10 complessivo nel primo tempo). Al rientro dalla pausa l’Olympic riprende però con un 10-0 nei primi 120 secondi che vale il massimo vantaggio del match (40-47). La SAM si mette a ruota, ma ogni volta che torna a un possesso, Friburgo trova la risposta giusta per rimettere un po’ di distanza. È il principio di un botta e risposta destinato a protrarsi fino agli ultimi minuti, con la parità presa e rotta più volte, l’ultima a una trentina di secondi da Bogues, cui risponde Ballard, che fa 1/2 dalla lunetta ma prende l’ennesimo rimbalzo offensivo e sigla il +1 (75-76 con 7 secondi). Gli risponde ancora l’americano massagnese, griffando ad un secondo dalla fine il +1 (77-76). La tripla di Roberto Kovac a fil di sirena gira sul ferro ed esce, facendo esplodere definitivamente Nosedo.

In questo articolo: