Playoff hockey

È un Lugano meno lucido, ma la serie non è terminata

Marco Müller: «Non siamo così lontani e ci crediamo ancora», l'attaccante bianconero così dopo la sconfitta per 1-0 a Friburgo
© KEYSTONE / ADRIEN PERRITAZ

Non è riuscito, il Lugano, a conquistare la terza vittoria di fila. Il Friburgo alla BCF Arena si è imposto in gara-5 con il minimo degli scarti, al termine di una partita per certi versi piuttosto strana, e torna avanti nella serie. Ma non è finita qui. I bianconeri sanno di poter mettere in difficoltà il Gottéron e alla Cornèr Arena faranno di tutto per guadagnarsi il diritto di disputare una bella.

Occasioni non sfruttate

È stata una partita strana, si diceva. Le due squadre, molto più disciplinate rispetto alle precedenti sfide, hanno limitato al massimo il numero di interventi fallosi e ciò ha forse tolto alla squadra di Luca Gianinazzi un po’ della necessaria cattiveria agonistica. Un solo power-play per i bianconeri, due per il Friburgo: ma proprio con l’uomo in più sul ghiaccio Chris DiDomenico ha deciso la partita con un tiro di polso che non ha lasciato scampo all’ottimo Schlegel. Sfuriata iniziale a parte, però, il Gottéron non ha dominato. Ha piuttosto proceduto a folate, ma anche il Lugano - e questo aumenta i rimpianti per la sconfitta - ha avuto le sue ottime occasioni per superare Berra. Soprattutto nei primi venti minuti di gioco, Thürkauf e compagni hanno spesso messo sotto pressione la difesa del Friburgo, senza però mai trovare lo spiraglio giusto. E se fossero passati in vantaggio, la pressione sulle spalle del Gottéron sarebbe aumentata ulteriormente.

Troppi errori individuali

Al Lugano si può soprattutto rimproverare l’approccio mentale al secondo periodo. Un inizio di tempo in cui i bianconeri hanno commesso decisamente troppi errori individuali, in particolare in uscita dal proprio terzo difensivo. E proprio da una distrazione è nata la superiorità numerica che ha portato al gol di DiDomenico.

Rispetto alle ultime due sfide, al Lugano è insomma mancata un po’ di lucidità, sia in fase difensiva che offensiva. Anche nel terzo tempo, nonostante coach Gianinazzi abbia scelto di giocare a tre linee, i bianconeri non hanno mai dato l’impressione di avere le idee chiare. È stato forse il prezzo da pagare per essere riusciti a pareggiare spendendo molte energie - una serie che dopo i primi due incontri sembrava chiaramente in mano al Friburgo.

Crederci è un dovere

Questo quarto di finale, però, sembra avere ancora tanto da offrire. Tutto rimane possibile, a patto che in gara-6 i bianconeri ritrovino la giusta freddezza a tutta pista. No, il Friburgo non è imbattibile.

Marco Müller: «Sappiamo di avere ancora le nostre chance»

«È un gran peccato», dice Marco Müller. «Abbiamo lasciato troppo spesso da solo il nostro portiere. Schlegel ha disputato una partita incredibile, dandoci la possibilità di fare il break. Ma se non segni neanche un gol, non puoi di certo vincere. In zona offensiva, avremmo dovuto essere più intelligenti con il disco. È mancato qualcosa e per il Friburgo è stato troppo facile proteggere il risultato». Il numero 10 non è comunque rassegnato: «Siamo vicini al nostro avversario e sappiamo di avere ancora le nostre chance. Le cose non sono diverse da prima: dobbiamo ancora vincere due gare. Il primo passo dovremo farlo martedì davanti ai nostri tifosi. Le ultime tre partite sono state equilibrate e la fiducia non ci manca affatto».

Ancora una volta, chi ha segnato per primo ha vinto. Una volta in vantaggio, il Gottéron è difficile da riacciuffare: «Passare in vantaggio ci ha aiutato tanto in gara-3 e in gara-4. Non è una garanzia di vittoria, ma ti permette di giocare in un certo modo». Poche le penalità, soprattutto se si ripensa alle precedenti sfide: «Le due squadre hanno imparato la lezione», conclude Müller. «Ci siamo detti che giocare così tanto in box-play toglie troppe energie. Siamo stati più disciplinati. Ma purtroppo anche il Friburgo ha fatto lo stesso».

Errori individuali

«Schlegel ha sicuramente giocato una grande partita, rimediando a quattro o cinque grossi errori dei suoi compagni», conferma Luca Gianinazzi. «Ma una nostra vittoria non sarebbe stata rubata», prosegue il coach bianconero. «È stata una gara equilibrata e come volume di gioco non siamo stati così lontani dal Friburgo. Loro hanno certamente creato qualcosa in più e grazie a questo hanno trovato quell’unico gol che ha fatto la differenza. Hanno confermato la pericolosità del loro power-play. In difesa, quando il Gottéron si è installato nella nostra zona, abbiamo concesso poco. Ma ci sono stati troppi errori individuali con il disco, in situazioni tranquille. Abbiamo forzato le giocate, cercando passaggi che non dovrebbero esistere. A volte è mancato il supporto dei compagni, ci siamo disuniti, in particolare dal secondo tempo. Queste sono le cose da migliorare in vista di gara-6. Il Friburgo ha le qualità per creare delle occasioni dal nulla e non dobbiamo di certo essere noi a regalargli queste opportunità». L’impressione è che Berra abbia avuto la vita troppo facile: «È mancata la grinta all’interno dello slot, quella voglia di tirare per segnare. Siamo poi stati carenti sui rimbalzi. E ce ne sono stati diversi».

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