Hajrizi, non ci siamo, Aliseda è il migliore

Di Giusto è bravo a prenderlo in controtempo. Non ha insomma colpe, facendosi anzi trovare pronto in un paio di altri frangenti.

La buona volontà non manca. La qualità in fase di esecuzione, invece, sì. E anche parecchio.

Perde il duello con Ardaiz da cui prende vita il vantaggio zurighese. In fase di costruzione, poi, è raramente pulito.

Buon primo tempo, mentre nella ripresa perde misure ed efficacia.

L’impostazione bianconera passa dai suoi piedi educati. Rispetta l’ordine di marcia, faticando però quando si tratta di difendere.

Il terreno da gioco, che per altro aveva calcato per oltre due anni, non lo aiuta. In generale meno dominante.

Si vede che vorrebbe scuotere la fase offensiva. Ahilui, il responso è scarso.

Torna titolare dopo una vita. È molto mobile, ma - stringi stringi - non trova mai lo spunto decisivo.

Mezzo punto in meno per il secondo giallo. Evitabile. Colpa della foga e di una gara che - a lungo - lo vede predicare nel deserto.

Cala al rientro dalla pausa. La sua freschezza fisica e mentale, però, emerge nella mediocrità del collettivo.

Partita da dimenticare per il bomber sloveno. Zero occasioni e, quale aggravante, pure poco lavoro sporco per i compagni.

Al solito cerca di creare il caos una volta subentrato. Vi riesce in parte.

Una buona chance: peccato per la mira.

Non era al meglio. E quando entra in campo si vede.

Questa volta Bruno Berner riesce a irretirlo. Il Lugano, purtroppo, non dà mai l’impressione di poter girare la gara.