Hockey

«Io come Kubalik? Non amo i paragoni, ma la NHL resta il mio obiettivo»

Intervista a Filip Chlapik, attaccante ceco dell’Ambrì Piotta: «Un mese fa sono diventato papà, la mia vita è piena di cose nuove»
Fernando Lavezzo
03.08.2022 06:00

Samuel, classe 2022, 3 chili e mezzo per 51 centimetri, è il volto nuovo della famiglia Chlapik. Nato lo scorso 5 luglio, il piccolo è l’orgoglio più grande di mamma Barbora e papà Filip. Per quest’ultimo, fresco di trasferimento in Leventina, è un’estate di continue scoperte.

«Sognavo di diventare padre», ci racconta Filip Chlapik. L’attaccante ceco dell’Ambrì Piotta, 25 anni compiuti a inizio giugno, è arrivato in Ticino in solitaria, ma presto verrà raggiunto dalla famiglia: «Non è stato facile partire per questa nuova avventura lasciando a casa una moglie, un neonato e un cane, ma Barbora e Samuel non potevano mica mettersi in viaggio così presto. Avevano ancora delle visite mediche in programma e saranno qui a metà agosto. Stare lontani è dura, sembrano tre settimane interminabili, ma così è la vita di un giocatore di hockey».

La paternità, il trasferimento in Svizzera, i primi giorni nella nuova squadra. Filip non si sta annoiando: «La nascita di un figlio è il cambiamento più grande. Ci saranno tante gioie, ma anche maggiori preoccupazioni e responsabilità. È una nuova sfida, anche sul piano professionale. Ogni mattina dovrò farmi trovare pronto e dare il massimo per l’Ambrì Piotta. La festa di inizio stagione alla Gottardo Arena mi ha dato una carica supplementare, non vedo l’ora di giocare davanti a questo pubblico».

L’aria di casa

Chlapik è stato il miglior marcatore dell’ultimo campionato ceco, chiuso al secondo posto dal suo Sparta Praga: 69 partite, 36 gol, 49 assist. «Tornare a giocare in patria mi ha fatto un gran bene», racconta. Nel 2014, Filip era partito per il Canada. Draftato nel 2015 dagli Ottawa Senators, ha trascorso tre stagioni nella Quebec Major Junior Hockey League per poi collezionare – nei quattro anni successivi – 57 presenze in NHL e 148 in AHL. Ecco quindi il ritorno a Praga, con una breve parentesi finlandese nel 2020-21: «Ho lasciato il Nordamerica perché ero stufo di giocare in quarta linea e di fare continuamente su e giù tra gli Ottawa Senators e il ‘‘farm team’’ di Belleville. Sono stato lontano da casa parecchio tempo e sentivo il bisogno di tornarci. L’hockey non è tutto nella vita, così ho voluto circondarmi di parenti e amici, trascorrendo più tempo possibile con i miei nonni. Giocare nello Sparta Praga, nella città in cui sono nato e cresciuto, ha permesso alla mia famiglia di vedermi in pista. È stato fantastico, ho trovato una grande serenità».

Nello Sparta ho giocato costantemente in prima linea e nel primo blocco di power-play. Me la sono goduta. Reti e assist sono una conseguenza

Questo stato d’animo ha aiutato Filip sul ghiaccio, ma non è l’unica ragione alla base delle sue impressionanti statistiche: «Per la prima volta da quando ero negli juniores, ho avuto il ruolo che volevo», ci spiega il 25.enne. «Nello Sparta ho giocato costantemente in prima linea e nel primo blocco di power-play. Me la sono goduta. Reti e assist sono una conseguenza. A Ottawa, invece, mi si chiedeva un contributo da ‘‘checker line’’, molto difensivo e senza rischi. Un gioco fisico e di rottura, fatto di contrasti e dischi profondi. Con tutto il rispetto per gli specialisti che svolgono questo indispensabile lavoro, io non sono mai stato quel tipo di giocatore. Appena sono tornato a Praga, il mio istinto offensivo è subito riemerso. Per trovare la propria strada in NHL bisogna essere al posto giusto nel momento giusto. Ci vuole anche un po’ di fortuna. Per varie ragioni, i miei primi tentativi non sono andati a buon fine. L’obiettivo resta il Nordamerica, ma adesso sono molto felice di essere qui».

Sulle orme di Kubalik

I tifosi leventinesi sognano il nuovo Kubalik e l’identikit di Chlapik alimenta le speranze: «Ci sono delle similitudini, è vero, ma io non amo paragonarmi ad altri giocatori. Anche Dominik è passato dal campionato ceco all’Ambrì Piotta con l’obiettivo di raggiungere un giorno la NHL. Io spero di riuscire a imitarne il percorso, ma resto me stesso e non giocherò con l’assillo di diventare il nuovo Kubalik. Voglio semplicemente essere la miglior versione possibile di Filip Chlapik e per riuscirci mi metto già sotto pressione da solo, ogni singolo giorno».

In attesa di moglie, figlio e cane, in Ticino Filip può contare sul prezioso sostegno del connazionale Michael Spacek, altro nuovo acquisto dell’Ambrì: «Abbiamo festeggiato il decimo anniversario dal nostro primo incontro», scherza. «Già da ragazzini giocavamo insieme in nazionale ed eravamo avversari con i nostri club. È uno dei miei migliori amici ed è bellissimo averlo qui».

Con l’ingaggio di Shore e la conferma di McMillan, l’Ambrì è finalmente al completo e potrà contare su sette stranieri: «Saremo competitivi, giocheremo per vincere più partite possibili, ma i conti li faremo alla fine. L’anno scorso giocavo nella miglior squadra della lega ceca, siamo arrivati in finale, ma a gennaio eravamo soltanto undicesimi. Molte cose dovranno andare nel verso giusto per vivere una stagione di successo. Quel che è certo è che sono motivatissimo».