La storia

«Non voglio essere paragonato a una leggenda come Nummelin»

A tu per tu con Oliwer Kaski, difensore finlandese dell’HC Lugano
Fernando Lavezzo
04.08.2022 06:00

Se un nuovo attaccante straniero si presentasse con le sue statistiche, i tifosi potrebbero già dirsi contenti. Ma se si pensa che Oliwer Kaski è un difensore, beh, allora si può anche sognare.

A Lugano Petteri Nummelin portava il numero 33. Oliwer Kaski ha invece scelto il 67. Appena più del doppio. «È solo un omaggio ai miei genitori, entrambi nati in quell’anno», precisa il 26.enne di Pori, difensore dal tiro devastante e dalle acclamate doti offensive. «Più o meno le stesse caratteristiche di mio papà – racconta –anche se lui, da quel che ricordo, era più difensivo di me».

Il padre, Olli Kaski, è stato un pilastro dell’Ässät Pori negli anni Ottanta e Novanta, ma ha anche vissuto alcune esperienze all’estero: in Svezia, nel Färjestad, e in Germania, nel Landshut. Una buona carriera. Ma i numeri del figlio, nuovo straniero bianconero, vanno ben oltre. Ecco perché vien voglia di scomodare il grande Nummelin, nuovo vice allenatore dell’Ajoie. L’HCL ha finalmente trovato il suo erede?

Kaski non casca nel trappolone: «Calma, calma, Petteri è una leggenda, qui a Lugano come in Finlandia. Io sono cresciuto ammirando le sue magie con il disco, il suo pattinaggio spettacolare, la sua perfetta gestione del power-play. Insomma, non voglio essere paragonato a un mito come lui. So perfettamente cosa ha rappresentato e cosa ancora rappresenta quel numero 33 per i tifosi bianconeri. Spero di poter ripercorrere una parte della sua strada e di riuscire a conquistare il cuore della gente».

Numeri da star

Nelle ultime quattro stagioni, le statistiche di Oliwer Kaski sono esplose. Nel 2018-19, con la maglia dei Pelicans di Lahti, ha totalizzato 19 gol e 32 assist in 59 partite di regular season, collezionando una marea di riconoscimenti individuali, tra cui quelli di miglior difensore e di miglior giocatore del campionato finlandese. Quell’anno, a Bratislava, ha pure vinto il titolo mondiale. Nel 2019-20 ha quindi tentato il salto oltre oceano (dove già aveva giocato a livello universitario), militando in due diverse squadre di AHL, Grand Rapids e Charlotte (54 gare, 25 punti). I suoi diritti in NHL appartengono ai Carolina Hurricanes, ma per ora non ha trovato sbocchi.

Rientrato presto in Europa, nel 2020-21 Kaski ha vinto il titolo in KHL con l’Avangard Omsk, venendo anche inserito nell’All-Star Team del campionato. La stagione scorsa, con 13 gol, è stato il difensore più prolifico della lega russa. Eppure in questo 2022 la nazionale finlandese non lo ha preso in considerazione, né per le Olimpiadi di Pechino, né per i Mondiali casalinghi: «Mi è dispiaciuto, ero deluso, ma rispetto la decisione dell’allenatore. Hanno vinto entrambi i tornei, quindi le sue scelte sono state premiate. In passato ho fatto parte della selezione e mi sono tolto delle belle soddisfazioni. A Pechino e a Tampere, però, nel mio ruolo c’erano dei ragazzi più forti di me. Spero di avere nuove occasioni in futuro. Dovrò meritarmele, diventando un giocatore migliore».

Quando ho lasciato la Russia, subito dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, ho immediatamente pensato ad un futuro in Svizzera

Un accordo immediato

Pur tralasciando il paragone con Nummelin, le aspettative nei confronti di Kaski sono elevate: «Cerco di non pensarci troppo, voglio solo dare il massimo in ogni partita. Le statistiche e i riconoscimenti individuali derivano dal fatto di aver giocato in buone squadre e di aver avuto ottimi compagni. I successi del gruppo sono l’unica cosa che mi importa, anche qui a Lugano. Quando ho lasciato la Russia, subito dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, ho immediatamente pensato ad un futuro in Svizzera. Volevo mettermi alla prova in questo campionato stimolante, dove giocano alcuni miei amici finlandesi, soprattutto a Bienne e a Langnau. Domenichelli e McSorley mi hanno chiamato e mi hanno convinto facilmente, parlandomi di ciò che avevano in mente. Ero già a conoscenza della passione dei tifosi e della bellezza della città, ma la decisione è stata puramente sportiva. Abbiamo una bella squadra, possiamo fare bene e andare lontano».

Tutti al mare

Tra i colpi del mercato bianconero ci sono altri due finlandesi, entrambi con un importante passato in NHL: «Con Markus Granlund ho giocato in Nazionale. Mikko Koskinen, invece, non lo conoscevo, ma mi sono bastati pochi giorni insieme per capire quanto sia in gamba. A fine luglio siamo stati al mare con tutta la squadra e abbiamo colto l’occasione per fare gruppo. Ci sono tanti giocatori nuovi ed è stato importante poter conoscere tutti al di fuori del ghiaccio».

Ma chi sarà il partner difensivo ideale di Oliwer, considerando le sue scorribande in attacco? «Non ne abbiamo ancora discusso, ma direi che c’è l’imbarazzo della scelta. Sarò felice con chiunque. A volte trovi subito il compagno di linea perfetto, altre volte bisogna sperimentare e cambiare durante la stagione. Non è detto che al mio fianco ci voglia per forza un difensore ultra difensivo. La chimica può essere sorprendente».

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